Il Papa modifica le norme sugli appalti pubblici e sulle spese straordinarie dei dicasteri

Il Santo Padre ha stabilito nuove disposizioni in due motu proprio pubblicati martedì 16 gennaio 2024

Due misure per definire meglio la gestione delle spese di ciascuno dei dicasteri vaticani e per migliorare la trasparenza nel settore degli appalti. Sono questi gli ambiti in cui il Papa è intervenuto con due lettere apostoliche in forma di motu proprio diffuse questo martedì 16 gennaio dalla Sala Stampa della Santa Sede.

Il primo documento precisa limite e modalità dell’amministrazione ordinaria dei dicasteri della Santa Sede. In tre articoli, in linea con il rinnovamento della costituzione apostolica Praedicate Evangelium, si stabilisce sostanzialmente che un ente vaticano è tenuto a chiedere l’approvazione del Prefetto della Segreteria degli Affari Economici «quando l’atto supera il 2% della cifra risultante dalla “media calcolata sul totale dei costi dell’Ente che lo richiede, come risultante dai bilanci annuali approvati relativi agli ultimi tre esercizi”. “In ogni caso, per gli atti di valore inferiore a 150.000,00 euro non è necessaria l’approvazione”, aggiunge.

In un altro punto del documento, il termine per ricevere l’approvazione è fissato in 30 giorni, oltre i quali anche la mancata risposta equivale ad accoglimento della richiesta, e in ogni caso si precisa che tale procedura “deve concludersi entro un termine periodo massimo di 40 giorni”.


Norme contrattuali

Con la seconda lettera in forma di motu proprio, il Papa interviene per chiarire ulteriormente le norme che regolano il Codice vaticano degli appalti promulgato nel 2020. Anche qui, in linea con il Praedicate Evangelium, Francesco sottolinea che il motu proprio vuole portare avanti la ” discorso intrapreso per promuovere la trasparenza, il controllo e la concorrenza nelle procedure di affidamento degli appalti pubblici”, per una “più efficace applicazione” delle norme che con le ultime modifiche tengono conto delle “osservazioni delle Istituzioni legate alla Santa Sede”, il Governatorato e l’esperienza “maturata in questi anni”.

In particolare, il primo articolo del comma 2 chiarisce, ridefinendo in quattro punti rispetto al 2020, gli obiettivi perseguiti dalla normativa, in conformità, si legge, “con i principi della Dottrina sociale della Chiesa, l’ordinamento canonico della Santa Sede e Stato della Città del Vaticano e la Lettera Enciclica ‘Laudato si’“. I quattro punti si riferiscono a “uso sostenibile dei fondi interni”, “trasparenza della procedura di aggiudicazione”, “parità di trattamento e non discriminazione degli offerenti” e “promozione di una concorrenza effettiva tra gli offerenti, in particolare attraverso misure contro gli accordi di concorrenza illecita e corruzione”.