Santità, qual è stato il problema? “Domandalo ai medici, io non capisco”. Papa Francesco ha risposto con queste parole ai cronisti appostati al varco del Perugino, dove è transitato per rientrare in Vaticano dopo le dimissioni dal Policlinico Gemelli dove ha trascorso alcuni giorni ricoverato per una bronchite, curata con antibiotici. Il S. Padre ha regalato uova di Pasqua ai militari e ai poliziotti in servizio di sorveglianza poi ha anche confermato che si recherà in Ungheria.
Messa in Coena Domini a Casal del Marmo
La sala stampa della S. Sede ha comunicato che il Papa presiederà le diverse liturgie della Settimana Santa che inizieranno domani con la Domenica delle Palme. All’altare ci sarà un cardinale e il Pontefice pronuncerà le omelie, come era previsto anche prima del ricovero. Francesco celebrerà la Messa in Coena Domini del Giovedì Santo nel carcere minorile romano di Casal del Marmo. Come al solito sarà una celebrazione in forma privata. Non è ancora noto, invece, chi ha scritto le meditazioni e chi porterà la Croce alla Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo.
Il dolore dei genitori di Angelica
Il Papa ha lasciato il Gemelli questa mattina poco dopo le 10.30, dopo tre giorni di ricovero. All’uscita ha abbracciato Serena Subania, mamma della piccola Angelica di appena 4 anni, morta la scorsa notte. Francesco ha cercato di consolare il suo dolore e quello del padre della bambina, Mattia Rugghia. Che piangendo ha detto al Papa che “Lei l’ha conosciuta perché nel 2019 è venuto a Casal Bertone e l’ha tenuta in braccio”. Insieme hanno pregato e poi il Papa li ha benedetti.
La battuta del Papa: “Sono ancora vivo”
La collega Delia Gallagher della Cnn ha chiesto al Pontefice come stava e il Papa ha risposto con una battuta: “Ancora vivo!” e ha confermato di essersi sentito male mercoledì mattina: “Ma non ho avuto paura” ha continuato. Poi ha elogiato il personale che lavora in ospedale: “Essere medico, personale di aiuto, per la pulizia, in ospedale ci vuole eroicità e tanta tenerezza con i malati. Sai, i malati siamo capricciosi, tutti! Il capriccio è una cosa che viene per la malattia. Serve pazienza… Ammiro tanto la gente che lavora in ospedale, ieri sono stato dai bambini e ho visto con quanta tenerezza si prendevano cura di loro”.
La storia del piccolo battezzato dal Papa
E a proposito del bambino che il Papa ha battezzato ieri, la Questura di Roma ha diffuso un comunicato in cui racconta la storia a lieto fine di Michelangelo.
“Nel pomeriggio del 30 marzo, due poliziotte dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Roma, nel transitare con l’autovettura di servizio in via Palmiro Togliatti, hanno sentito suonare ripetutamente un clacson. Pochi istanti dopo sono state raggiunte da un’auto, a bordo della quale vi era una donna in lacrime e in stato di forte agitazione, con un neonato privo di sensi in braccio, che si stava recando al Pronto Soccorso insieme al marito. Ha raccontato loro che il figlio, Michelangelo, di appena 6 giorni, poco prima era caduto incidentalmente dal seggiolino, sbattendo la testa e perdendo conoscenza. Resesi immediatamente conto della gravità delle condizioni del piccolo, le poliziotte hanno attivato subito un servizio di staffetta permettendo alla madre di raggiungere il Pronto soccorso del Policlinico Umberto I ma a causa delle condizioni del piccolo c’è stato un successivo trasferimento al Policlinico Gemelli”. Le condizioni di Michelangelo sono migliorate rapidamente.
Il ringraziamento alla Madonna
Prima di rientrare in Vaticano, il Papa ha salutato il rettore dell’Università Cattolica, Franco Anelli, e i suoi più stretti collaboratori; il direttore generale Marco Elefanti; l’assistente ecclesiastico dell’Università, mons. Claudio Giuliodori, e lo staff di medici e infermieri che lo ha assistito in questi giorni. Poi è voluto passare a S. Maria Maggiore per rendere omaggio alla Salus Populi Romani: alla Madonna ha affidato i bambini del reparto di Oncologia pediatrica e neurochirurgia infantile che aveva visitato ieri, i malati e quanti soffrono per la perdita di una persona cara, come i genitori di Angelica.