Il Papa alla messa a Bruxelles: “Non insabbiare gli abusi”

Francesco invita a non nascondere gli abusi e ad ascoltare la voce degli oppressi

Domenica mattina Papa Francesco ha presieduto una messa allo Stadio Re Baldovino di Bruxelles, celebrando l’ultimo evento pubblico del suo viaggio apostolico di quattro giorni in Lussemburgo e Belgio. Durante la messa, il Papa ha beatificato Ana de Jesús, una suora spagnola del XVII secolo che portò la riforma dell’Ordine Carmelitano di Santa Teresa d’Avila in Belgio e in altre parti d’Europa.

Esempio di santità in tempo di scandalo

Nell’omelia, il Santo Padre ha elogiato la Beata Anna di Gesù per la sua testimonianza di fede cristiana attraverso la povertà, la preghiera e la carità, soprattutto in un tempo “segnato da dolorosi scandali”. “Accogliamo con gratitudine l’esempio che Lei ci ha dato di ‘stili femminili di santità, dolci ma forti”, ha detto il Papa.

Ha ricordato anche i numerosi esempi di santità lungo la storia della Chiesa belga, tra cui san Damiano di Veuster, san Guido di Anderlecht e santa Gudula.

Apertura all’invito dello Spirito per tutti

Il Santo Padre ha messo in guardia i cristiani dal pericolo di mettere “un ostacolo davanti a uno di questi piccoli” con lo scandalo. Le letture liturgiche del giorno, ha osservato, parlano della “libera azione dello Spirito Santo”, poiché Gesù rimprovera i suoi discepoli per aver proibito a un uomo di scacciare i demoni in suo nome semplicemente perché quell’uomo non era un discepolo.

Ogni cristiano, mediante il battesimo, ha una missione nella Chiesa, un dono che trascende i nostri limiti e i nostri peccati. “La comunità dei credenti non è una cerchia ristretta di pochi privilegiati; è la famiglia dei salvati”, ha affermato il Papa. “Siamo stati mandati nel mondo a predicare il Vangelo non in base ai nostri meriti, ma per la grazia di Dio”.

Ascolta le voci profetiche degli oppressi

Papa Francesco ha parlato della comunione che unisce i discepoli di Cristo nel corso dei secoli, uniti in “un amore che unisce attraverso il dono reciproco”. Ciascuno di noi, ha detto, è tentato dall’egoismo che soffoca la carità e “schiaccia i piccoli”.


Il cammino dell’egoismo genera chiusure, muri e ostacoli – possiamo chiamarli “scandali” – che ci legano alle cose materiali e ci separano da Dio e dai fratelli. Parlando spontaneamente, il Papa ha condiviso il suo incontro a Bruxelles con persone che avevano subito abusi da parte di membri del clero.

“Ho sentito la vostra sofferenza come vittime di abusi – ha detto – e lo ripeto qui: nella Chiesa c’è posto per tutti, tutti, tutti, ma tutti saremo giudicati, e non c’è posto per gli abusi, né per coprire gli abusi. Prego tutti: non coprire gli abusi! Chiedo ai vescovi: non coprire gli abusi. Condannate gli autori degli abusi e aiutateli a guarire da questa malattia dell’abuso!

«Il male deve venire alla luce», ha proseguito il Papa. “Lo si sappia, come hanno fatto alcune vittime di abusi, e con coraggio. Lo si sappia. E si giudichi chi abusa, sia laico, sacerdote o vescovo: si giudichi chi abusa”.

Ritornando all’omelia preparata, il Papa ha sottolineato la difficile situazione dei rifugiati e dei migranti privi di documenti che sognano un futuro migliore ma che spesso finiscono vittime dello sfruttamento. Il loro grido di afflizione, ha detto, non può essere cancellato e deve essere accolto come voce profetica.

“Sono la voce viva dello Spirito perché ci ricordano che siamo tutti poveri peccatori chiamati alla conversione”, ha osservato. “Non dobbiamo soffocare questa voce profetica o metterla a tacere con la nostra indifferenza”.

Lasciamoci guidare dal Vangelo della misericordia

Il Papa è tornato a parlare della necessità di evitare lo scandalo, lasciando che sia l’amore e “il Vangelo della misericordia” a guidare le nostre decisioni. Ha ricordato il potente messaggio di Gesù nel Vangelo: “Allontanatevi da me, occhi scandalosi che vedono chi è nel bisogno e si allontana! Allontanatevi da me, mani scandalose che stringono i pugni per nascondere i loro tesori e custodirli! Allontanatevi da me, scandalosi piedi che corrono veloci, non per avvicinarsi a chi soffre, ma per evitarlo e starne lontano!”