“Siamo assolutamente onorati di avere la partecipazione e l’appoggio di Papa Francesco al nostro appello a proteggere il pianeta e nel deplorare qualunque danno provocato all’ambiente”, afferma il nuovo ambasciatore britannico presso la Santa Sede. Christopher John Trott, che ha presentato al Papa le sue lettere credenziali il 4 settembre scorso, ha parlato così ad Exaudi, durante un incontro nella sua residenza di Roma, presentando l’evento “Fede e Scienza: verso la COP26”, in programma in Vaticano lunedì 4 ottobre: scienziati e leader religiosi incontreranno papa Francesco per favorire una maggiore consapevolezza dell’attuale emergenza ambientale, in vista della prossima COP26 a Glasgow, in Scozia, a novembre.
Sarà il Regno Unito ad ospitare infatti la ventiseiesima Conferenza delle Parti sul Cambiamento Climatico delle Nazioni Unite (COP26), a Glasgow dall’1 al 12 novembre 2021, col proposito di sollecitare l’azione concreta verso gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. E il Pontefice, per l’occasione, potrebbe compiere un breve viaggio in Scozia, aveva detto a Deborah Castellano Lubov di Exaudi, il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del Dicastero vaticano per il servizio dello sviluppo umano integrale. “Speriamo e teniamo le dita incrociate”, aveva commentato Turkson, riferendo che “anche il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo, ha preso contatto, attraverso il suo segretario personale, e in tempo per cercare di sincronizzare le date”.
L’ambasciatore britannico Trott ricorda che sei anni fa a Parigi i leader mondiali raggiunsero un accordo storico per affrontare i cambiamenti climatici, lavorando ad esempio per mantenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto dei 2 gradi centigradi, tentando di limitarlo a 1,5 gradi.
Dagli accordi di Parigi alla COP26
L’accordo di Parigi fu siglato nel 2015 alla COP21, che vide per la prima volta quasi tutti i paesi del mondo assumersi un impegno legalmente vincolante a ridurre le emissioni di gas serra.
Ora gli obiettivi della COP26 sono di assicurare lo zero globale netto di emissioni entro la metà del secolo e mantenere a portata di mano il contenimento a 1,5 gradi dell’aumento delle temperature, oltre a proteggere comunità fragili e gli habitat naturali, mobilitare finanziamenti e favorire la collaborazione per ottenere questi risultati.
In vista dell’atteso evento di Glasgow, l’ambasciatore Trott ha introdotto l’incontro di lunedì 4 ottobre in Vaticano spiegando che sarà l’occasione per il Papa, i leader religiosi e gli scienziati di rammentare gli impegni già presi dalle nazioni del mondo per proteggere il pianeta e l’urgenza di implementare questi impegni al vertice di Glasgow. Se poi il Papa dovesse prendere parte alla COP26, la sua presenza sarebbe oltremodo significativa, ha commentato con Exaudi il diplomatico. Del resto, ha sottolineato ancora con forza, l’enciclica Laudato si’ di papa Francesco sulla cura del creato è stata di grande aiuto, alla COP21 di Parigi, nei negoziati degli accordi sottoscritti per la protezione dell’ambiente.
Per una visione comune della responsabilità verso il pianeta
Ricordando che l’evento di lunedì 4 ottobre è organizzato in collaborazione tra Santa Sede e le ambasciate britannica e italiana in Vaticano, Trott ha espresso apprezzamento per il contributo dei leader religiosi partecipanti. “Che si tratti oppure no della storia della Creazione secondo le religioni abramitiche”, ha sottolineato, “esiste un senso dell’assoluto che ci dice che noi non possediamo questo pianeta. Non è nostro per farne ciò che vogliamo, ma piuttosto siamo inquilini temporanei di questo pianeta, inquilini tenuti a consegnare il pianeta alle generazioni future in buone condizioni”.
L’idea dell’incontro in Vaticano, ha raccontato poi l’ambasciatore, è nata dal lavoro fatto in preparazione alla COP21 di Parigi, con l’enciclica Laudato si’ e gli interventi vari del papa “che riteniamo abbiano avuto un effetto significativo sui negoziati” nella capitale francese. La speranza di adesso, in vista di Glasgow, è che “l’appello che sarà lanciato lunedì sarà preso in considerazione dai leader mondiali, quando si siederanno alla COP26 e negozieranno gli accordi finali di quel vertice”. E “siamo assolutamente onorati che il Santo Padre stesso si assocerà a questo accordo e lieti che i presidenti delle sessioni di lavoro della COP26 saranno presenti lunedì in Vaticano per raccogliere l’appello”.
Alla domanda sull’impatto di Francesco Santo Padre su queste iniziative, “penso sia importante considerare che un leader spirituale parla ai suoi fedeli ma parla anche a nome dei suoi fedeli”, ha risposto Trott, osservando che “circa l’80% degli abitanti del pianeta riferiscono di nutrire una fede religiosa. Quando allora parlano i leader religiosi, parlano a nome di una percentuale significativa di persone in tutto il mondo, oltre al fatto di parlare rivolgendosi a quelle stesse persone”.
Importanza dell’appello
“Penso sia questo il senso dell’importanza dell’appello che lanceremo”, ha riflettuto l’ambasciatore, e cioè “il fatto che parlerà ai leader politici e parlerà anche ai fedeli, riguardo l’importanza del tema in gioco. Ovviamente riconosciamo che non tutti sono convinti dell’urgenza del cambiamento climatico o dell’importanza del fronteggiarlo, ma penso che un messaggio del tipo che lanceremo noi lunedì, a firma di un elenco di persone molto ascoltate e rispettate, avrà certamente un impatto sui dibattiti che avranno luogo da adesso fino alla COP26 ed eventualmente anche oltre”.
Speranze per Papa Francesco in Scozia
Alla domanda di Exaudi su quale sarebbe la sua speranza, se il Santo Padre dovesse andare a Glasgow, l’ambasciatore ha risposto: “Spero vivamente che il Santo Padre venga a Glasgow, perché quel che vorremmo vedere, soprattutto durante l’evento di apertura, è che il maggior numero possibile di leader mondiali venga a Glasgow e rilasci le proprie dichiarazioni; e ovviamente il Santo Padre, se venisse, prenderebbe parte al vertice capo di Stato del Vaticano”.
L’evento del 4 ottobre, si legge in un comunicato del Vaticano, è stato sviluppato attraverso incontri virtuali mensili, a partire dall’inizio del 2021, “in cui i leader religiosi e gli scienziati hanno potuto condividere le loro preoccupazioni e desideri per una maggiore responsabilità per il pianeta e per il cambiamento necessario”.
Da questi scambi è nato l’appello congiunto che i leader religiosi sottoscriveranno, la mattina del 4 ottobre in Vaticano, e che Papa Francesco consegnerà nelle mani dell’onorevole Alok Kumar Sharma, Presidente designato della COP26, e dell’onorevole Luigi Di Maio, Ministro italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Nel pomeriggio dello stesso giorno, un’altra sessione di lavori a porte chiuse avrà luogo all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede.