Dopo l’Angelus
Cari fratelli e sorelle!
Con grande dolore apprendo le notizie che giungono dalla Terra Santa, in particolare della morte di dieci palestinesi, tra cui una donna, uccisi durante azioni militari israeliane antiterrorismo in Palestina; e di quanto accaduto vicino a Gerusalemme venerdì sera, quando sette ebrei israeliani sono stati uccisi da un palestinese e tre sono stati feriti all’uscita dalla sinagoga. La spirale di morte che aumenta di giorno in giorno non fa altro che chiudere i pochi spiragli di fiducia che ci sono tra i due popoli. Dall’inizio dell’anno decine di palestinesi sono rimasti uccisi negli scontri a fuoco con l’esercito israeliano. Faccio appello ai due Governi e alla Comunità internazionale, affinché si trovino, subito e senza indugio, altre strade, che comprendano il dialogo e la ricerca sincera della pace. Preghiamo per questo, fratelli e sorelle!
Rinnovo poi il mio appello per la grave situazione umanitaria nel Corridoio di Lachin, nel Caucaso Meridionale. Sono vicino a tutti coloro che, in pieno inverno, sono costretti a far fronte a queste disumane condizioni. È necessario compiere ogni sforzo a livello internazionale per trovare soluzioni pacifiche per il bene delle persone.
Ricorre oggi la 70ª Giornata Mondiale dei malati di lebbra. Purtroppo, lo stigma legato a questa malattia continua a provocare gravi violazioni dei diritti umani in varie parti del mondo. Esprimo la mia vicinanza a quanti ne soffrono e incoraggio l’impegno per la piena integrazione di questi nostri fratelli e sorelle.
Rivolgo il mio saluto a tutti voi, venuti dall’Italia e da altri Paesi. Saluto il gruppo di Quinceañeras di Panama e gli studenti di Badajoz in Spagna. Saluto i pellegrini di Moiano e Monteleone di Orvieto, quelli di Acqui Terme e i ragazzi del Gruppo Agesci Cercola Primo.
E adesso con grande affetto saluto i ragazzi e le ragazze dell’Azione Cattolica della Diocesi di Roma! Siete venuti nella “Carovana della Pace”. Vi ringrazio per questa iniziativa, tanto più preziosa quest’anno perché, pensando alla martoriata Ucraina, il nostro impegno e la nostra preghiera per la pace devono essere ancora più forti. Pensiamo all’Ucraina e preghiamo per il popolo ucraino, così maltrattato.