IRAQ, SANT’EGIDIO: CATTOLICI E SCIITI,
“GLOBALIZZAZIONE PER COSTRUIRE PONTI, NON MURI”
Seconda giornata del convegno a Najaf – Consegnata lettera del Papa ad Al Sistani
La seconda giornata del convegno internazionale “Cattolici e sciiti davanti al futuro”, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio insieme all’Istituto Al-Khoei, si è aperta a Najaf con la consegna di un messaggio del Papa ad Al Sistani. La lettera è stata portata al Grande Ayatollah – che Francesco aveva incontrato nella sua residenza in occasione della visita in Iraq di due anni fa – dal cardinal Ayuso, prefetto del Dicastero per il Dialogo interreligioso, insieme al fondatore di Sant’Egidio, Andrea Riccardi.
Nel corso dell’incontro, che oggi aveva come temi “il dialogo sulla vita” e “religioni e società”, mons. Vincenzo Paglia ha detto che “è tempo di rilanciare la visione di un umanesimo fraterno e solidale dei singoli e dei popoli”. Il presidente della Pontificia Accademia per la vita ha spiegato che “tutte le religioni, ma in particolare quella abramitiche, sono chiamate ad un confronto con il mondo della tecnologia”, che si sviluppa con una velocità superiore a quella delle scienze umane, “offrendo quel contributo di sapienza che salva l’umanità dal cadere nell’abisso”.
Il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, ha insistito sulla necessità di aprire un varco nella “globalizzazione dell’indifferenza” di cui ha parlato papa Francesco e di rispondere a quell’insidioso “fondamentalismo dell’io” che deriva dal vuoto di cultura e dallo spaesamento che si vive nel mondo globale: “La globalizzazione e la tecnologia dovrebbero essere utili per costruire ponti tra di noi, non per creare nuovi muri invisibili attraverso l’attuale cultura dell’individualismo”. Le religioni, al riguardo, possono svolgere un ruolo importante e aiutare a “rinnovare il mondo nella fraternità”.
Le personalità sciite intervenute in questa seconda giornata del convegno hanno sottolineato l’importanza di un dialogo che faccia crescere tra i popoli i valori della fraternità umana nel momento difficile che sta attraversando il modo, fra tensioni e conflitti. Ma anche di religioni che sappiamo essere sempre accanto a chi ha bisogno: “Ignorare il povero – ha osservato Hussein Al-Kazwini, dell’Alto seminario sciita di Najaf – è come ignorare la fede”. Il convegno si concluderà domani mattina nella sede del patriarcato caldeo di Baghdad.