Dopo la relazione introduttiva del cardinale Bassetti, il Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, cardinale Mario Grech, è intervenuto alla 75° Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana in corso presso l’Ergife Palace Hotel di Roma.
Interrogarsi sulla domanda fondamentale
Illustrando il percorso sinodale che porterà alla celebrazione del Sinodo dei Vescovi nell’ottobre 2023, Grech ha sottolineato l’importanza di maturare uno stile sinodale: “Ottenere dei risultati senza maturare uno stile sinodale consegnerebbe la Chiesa a una delusione che comprometterebbe il futuro della sinodalità e della stessa Chiesa.
Torno a ripeterlo: meglio che il Popolo di Dio nelle nostre Chiese si confronti sull’interrogativo fondamentale, piuttosto che parlare di qualsiasi cosa, senza costrutto e soprattutto senza direzione”.
L’interrogativo è quello all’inizio del Documento preparatorio: “Una Chiesa sinodale, annunciando il Vangelo, “cammina insieme”; come questo “camminare insieme” si realizza nella vostra Chiesa particolare? Quali passi lo Spirito ci invita a compiere per crescere nel nostro “camminare insieme”?”.
Mentalità sinodale
“Ciò che conta – ha proseguito Grech – è maturare una vera mentalità sinodale; comprendere che davvero «la Chiesa è costitutivamente sinodale», cioè Popolo di Dio che cammina insieme, non solo perché cammina, ma perché cammina sapendo dove va – verso il compimento del Regno – e perciò si interroga sulla strada da percorrere, ascoltando ciò che lo Spirito dice alla Chiesa.
Sono convinto che il primo e più fondamentale frutto di questa prima tappa del processo sinodale sia la convinzione, maturata nel reciproco ascolto, che la vita della Chiesa inizia dall’ascolto, come conseguenza di quella riscoperta della dimensione pneumatologica della Chiesa che il concilio ci ha riconsegnato e che impegna soprattutto noi pastori nel compito irrinunciabile del discernimento”.
In questo tempo in cui la Chiesa celebra la prima fase del processo dedicato all’ascolto, il Segretario del Sinodo ha ricordato “la consultazione del Popolo di Dio è azione che compete al Vescovo come principio e fondamento di unità nella sua Chiesa. In forza della sua potestà propria, ordinaria e immediata sul gregge a lui affidato, è a lui che compete di aprire il cammino sinodale nella sua Chiesa e di accompagnarlo, perché porti il frutto sperato”.
La Cei sia esempio
Infine, il cardinale Grech ha chiuso il suo intervento con una richiesta specifica alla Cei: “A questa Conferenza episcopale chiedo perciò anche un altro impegno: essere di esempio nella fase del discernimento. Aiutate tutti a capire che non si tratta di un lavoro affidato a qualcuno, ma esaminate voi stessi il materiale. Trovate un modo veramente collegiale di “discernere” i contributi delle diocesi. La sintesi che offrite alla Segreteria sia davvero frutto dell’ascolto delle Chiese che sono in Italia.
Questo atto di discernimento aiuterà a comprendere – ne sono convinto – la natura collegiale delle Conferenze episcopali, nel quadro di una Chiesa costitutivamente sinodale. È un tema, questo, che merita un approfondimento accurato, in modo che il processo sinodale garantisca un vero esercizio della sinodalità, della collegialità, del primato. Mortificare uno di questi aspetti è indebolire tutto il processo sinodale”.
Al termine dell’intervento di Grech è seguita una ampia, sincera e fruttuosa sessione di dialogo con i vescovi della Cei.