Altro che scarti: gli anziani sono una risorsa preziosa, che hanno ancora tanto da offrire alla società. Per questo anche la Chiesa è chiamata a realizzare una pastorale specifica per loro, a parlare agli anziani piuttosto che parlare degli anziani. Il messaggio di Papa Francesco per la seconda Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani che si celebra la quarta domenica di luglio – quest’anno il 24 – si intitola: “Nella vecchiaia daranno ancora frutti”. Lo hanno presentato il cardinale Kevin Farrell, Prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, e Vittorio Scelzo, incaricato per la pastorale degli anziani dello stesso Dicastero.
Non è un’emergenza
Il porporato ha ricordato come dall’inizio del ministero del Pontefice “non si contano le occasioni nelle quali ha ricordato quanto sia necessario contrastare la cultura dello scarto, favorire il dialogo tra le generazioni, preservare le radici dei popoli e custodire la memoria”. Il tema della vecchiaia è poi il filo conduttore della catechesi delle ultime udienze del mercoledì. Il Papa “ci invita a prendere coscienza della rilevanza degli anziani nella vita delle società e delle nostre comunità e a farlo in maniera non episodica, ma strutturale. Non si tratta, cioè, di rincorrere un’emergenza, ma di porre le basi per un lavoro pastorale di lungo periodo”.
Farrell ha sottolineato come “in alcuni paesi del mondo – specialmente in Europa e America del Nord – gli anziani rappresentano il 20% o più della popolazione. All’interno delle nostre comunità si impone, perciò, un cambiamento di prospettiva, mettendo da parte quei ragionamenti che fanno apparire gli anziani come persone lontane ed estranee di cui occuparci”.
Gli anziani e la Chiesa
La questione riguarda direttamente la Chiesa. “Guardando ai banchi delle nostre chiese, il più delle volte, essi sono popolati soprattutto da persone in là con gli anni” ha ricordato il cardinale. Parlare, dunque, solo “degli anziani” ha poco senso. “È giunta ormai l’ora per noi, d’imparare a parlare “agli anziani”. Per questo il Santo Padre insiste sulla necessità che si delinei una pastorale ordinaria di questa stagione della vita e il messaggio che oggi presentiamo è un chiaro esempio di questa preoccupazione”.
A questo proposito, un aspetto molto pratico legato alle conseguenze della pandemia è “come riportare in chiesa coloro che hanno smesso di frequentarla per paura del contagio”.
Tenerezza: smilitarizzare i cuori
Il Papa nel suo messaggio indica tre pilastri “sui quali costruire una vera e propria spiritualità della vecchiaia. Il primo è quello della tenerezza” ha detto Farrell. “Il Papa invita a “smilitarizzare i cuori” e affida ai nonni una “grande responsabilità: insegnare alle donne e gli uomini del nostro tempo a vedere gli altri con lo stesso sguardo comprensivo e tenero che rivolgiamo ai nostri nipoti”. Ma attenzione: “La tenerezza non può essere ridotta a una consolazione per i deboli, ma è ciò di cui il mondo ha veramente bisogno oggi: una vera alternativa alla logica della violenza e della guerra”.
Custodia: oltre l’ambito familiare
Il secondo elemento fondante di una spiritualità della vecchiaia è la custodia. È una missione che il Papa affida in maniera particolare agli anziani e che, pur riguardando in primo luogo l’ambito familiare, non si esaurisce in esso. Il Papa invita a tenere sulle ginocchia non solo i propri nipoti ma anche “quei tanti nipoti impauriti che non abbiamo ancora conosciuto e che magari fuggono dalla guerra o soffrono per essa. Custodiamo nel nostro cuore – come faceva San Giuseppe, padre tenero e premuroso – i piccoli dell’Ucraina, dell’Afghanistan, del Sud Sudan…”. In queste parole c’è il sogno che il legame tra nonno e nipote possa divenire il paradigma dei rapporti tra le persone e c’è l’idea che questa generazione abbia un compito preciso: quello di custodire e proteggere”.
Preghiera: un’arte da apprendere
Infine, la preghiera. Il Papa la definisce “come lo strumento “più appropriato alla nostra età” ed è l’unico di cui non può essere privato nemmeno chi vive una fragilità estrema. Ma pregare – specialmente per la generazione che oggi vive il tempo della vecchiaia e che è cresciuta in anni segnati dalla secolarizzazione – è un’arte che bisogna apprendere e che non può più essere data per scontata. È necessario nutrirla con la Parola di Dio e la partecipazione alla vita della Chiesa”.
“Il messaggio del Papa per la prossima Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani è l’alternativa alla cultura dello scarto” ha concluso Farrell. “Aiuta tutti noi, e gli anziani stessi, a comprendere che – lungi dall’essere materiale da gettar via – hanno una precisa vocazione all’interno delle nostre comunità. In questo tempo che brama la pace, la Chiesa ha un grande bisogno di anziani, che abbiano il “dono” della tenerezza, che siano capaci di custodire e d’intercedere”.
Il logo
Scelzo ha invece presentato il logo della Giornata. “Papa Francesco, nell’Angelus in cui ha annunciato l’indizione della Giornata, l’ha descritta come una “festa dell’incontro” e, per questo motivo, abbiamo scelto come logo dell’evento un abbraccio” ha spiegato. Un abbraccio che sintetizza molti legami: tra nonni e nipoti; tra due sposi invecchiati negli anni ma cresciuti nell’amore reciproco; tra due anziane che scelgono di vivere insieme per supportarsi reciprocamente; o anche un giovane che va incontro ad un anziano solo per festeggiare la Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani.
Gli anziani e gli strascichi della pandemia
“Il logo – ha aggiunto – cela anche la nostalgia di quando ci si poteva abbracciare con libertà e manifesta il desiderio che si possa riprendere presto a farlo anche nei luoghi nei quali ciò non è ancora possibile” come le residenze, dove la pandemia è ancora pericolosa.
La solitudine uccide
Scelzo ha sottolineato come “la vecchiaia è la stagione della vita in cui è più evidente il valore dei legami e nella quale si comprende come la solitudine sia sempre un male. Spesso, l’abbiamo visto durante la pandemia, la solitudine uccide. Per questo l’abbraccio della Chiesa, anche attraverso la celebrazione della Giornata, vuole essere più forte di ogni solitudine e l’auspicio che formuliamo è che ogni comunità trovi il modo di raggiungere tutti. Come afferma il Papa, “la visita agli anziani soli è un’opera di misericordia del nostro tempo!”. Sarà anche, accanto alla celebrazione di una Messa dedicata agli anziani il 24 luglio, il cuore della celebrazione della Giornata”.
“Di fronte ad un mondo nel quale le parole si fanno sempre più dure ed i muri tra le persone continuano ad alzarsi, emerge la proposta della mitezza come modo di essere. Nel messaggio si parla della necessità di “smilitarizzare i cuori” quasi a purificare un’aria inquinata dalla retorica del nemico e da atteggiamenti contrapposti” ha concluso Scelzo.
Le testimonianze
Durante la conferenza stampa ci sono state anche due testimonianze, una dall’India, con una missionaria che ha assistito il suo nonno ultranovantenne dopo la morte della nonna, e quella di Giancarla Panizza, presidente di Auser Associazione per l’invecchiamento attivo, di Sartirana, che ha raccontato la commovente storia di una bambina ucraina nata nel paese del Pavese e della sua famiglia.
Le condizioni del Papa
Rispondendo a una domanda, infine, il cardinale Farrell ha parlato del modo in cui vive questa stagione della sua vita Papa Francesco: “Accetta i suoi limiti con grande spirito, è un esempio per tutti noi. Con l’età avanzata avviene una diminuzione delle capacità ma lui svolge un ruolo importantissimo. Ci mostra che malgrado le limitazioni non si fermerà, manda un messaggio a tutti: dobbiamo andare avanti, continuare a fare del nostro meglio. È davvero un grande esempio per tutti gli anziani, perché nonostante abbia dei limiti, non per questo smette di fare quello che deve. Continua a incontrare persone, la vita continua e questo è quello che dice agli anziani: avete un messaggio da trasmettere al mondo e avete più esperienza degli altri, dovete uscire e rivolgervi ai giovani”.
Sui social la Giornata sarà contrassegnata dall’hashtag #nonnieanziani e ce saranno pubblicate e inviate a tutte le Conferenze Episcopali entro la fine di maggio una serie di indicazioni pastorali.