“Giuseppe continua a proteggere la Chiesa”

La catechesi del Pontefice sul santo Patriarca. In San Pietro il saluto alla Famiglia Vincenziana

Giuseppe
(C) Vatican Media

Udienza generale divisa in due parti questa mattina per Papa Francesco. Nella prima ha salutato nella Basilica di San Pietro i partecipanti al Pellegrinaggio della Madonna della Medaglia Miracolosa promosso dalla Famiglia Vincenziana d’Italia, i pellegrini dell’Associazione Giovanni Paolo II di Bisceglie e i rappresentanti dell’Associazione Italiana Vittime della violenza. Poi, come di consueto, ha tenuto la sua catechesi nell’Aula Paolo VI, continuando il ciclo di riflessioni su San Giuseppe. Questa volta il titolo era “San Giuseppe nella storia della salvezza”. Ecco le parole del S. Padre:

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Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Mercoledì scorso abbiamo iniziato il ciclo di catechesi sulla figura di San Giuseppe – sta finendo l’anno a lui dedicato – Oggi proseguiamo questo percorso soffermandoci sul suo ruolo nella storia della salvezza. Gesù nei Vangeli è indicato come «figlio di Giuseppe» e «figlio del carpentiere». Gli evangelisti Matteo e Luca, narrando l’infanzia di Gesù, danno spazio al ruolo di Giuseppe.

Entrambi compongono una “genealogia”, per evidenziare la storicità di Gesù. Matteo, rivolgendosi soprattutto ai giudeo-cristiani, parte da Abramo per arrivare a Giuseppe, definito «lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù detto il Cristo». Luca, invece, risale fino ad Adamo, iniziando direttamente da Gesù, che «era figlio di Giuseppe», ma precisa: «come si riteneva» tale. Dunque, ambedue gli Evangelisti presentano Giuseppe non come padre biologico, ma comunque come padre di Gesù a pieno titolo. Tramite lui, Gesù realizza il compimento della storia dell’alleanza e della salvezza intercorsa tra Dio e l’uomo. Per Matteo questa storia ha inizio con Abramo, per Luca con l’origine stessa dell’umanità, cioè con Adamo.

Giuseppe protagonista inosservato

L’evangelista Matteo ci aiuta a comprendere che la figura di Giuseppe, seppur apparentemente marginale, discreta, in seconda linea, rappresenta invece un tassello centrale nella storia della salvezza. Giuseppe vive il suo protagonismo senza mai volersi impadronire della scena. Se ci pensiamo, «le nostre vite sono tessute e sostenute da persone comuni – solitamente dimenticate – che non compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste […]. Quanti padri, madri, nonni e nonne, insegnanti mostrano ai nostri bambini, con gesti piccoli, con gesti quotidiani, come affrontare e attraversare una crisi riadattando abitudini, alzando gli sguardi e stimolando la preghiera. Quante persone pregano, offrono e intercedono per il bene di tutti».

Così, tutti possono trovare in San Giuseppe, l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, della presenza discreta e nascosta, un intercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltà. Egli ci ricorda che tutti coloro che stanno apparentemente nascosti o in “seconda linea” hanno un protagonismo senza pari nella storia della salvezza. Il mondo ha bisogno di questi uomini e di queste donne: uomini e donne in seconda linea, ma che sostengono lo sviluppo della nostra vita, di ognuno di noi, e che con la preghiera, con l’esempio, con l’insegnamento ci sostengono sulla strada della vita.

Custode della Chiesa

Nel Vangelo di Luca, Giuseppe appare come il custode di Gesù e di Maria. E per questo egli è anche «il Custode della Chiesa”: ma, se è stato il custode di Gesù e di Maria, lavora, adesso che sei nei cieli, e continua a fare il custode, in questo caso della Chiesa; perché la Chiesa è il prolungamento del Corpo di Cristo nella storia, e nello stesso tempo nella maternità della Chiesa è adombrata la maternità di Maria.

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Giuseppe, continuando a proteggere la Chiesa – per favore, non dimenticatevi di questo: oggi, Giuseppe protegge la Chiesa – e continuando a proteggere la Chiesa, continua a proteggere il Bambino e sua madre. Questo aspetto della custodia di Giuseppe è la grande risposta al racconto della Genesi. Quando Dio chiede conto a Caino della vita di Abele, egli risponde: «Sono forse io il custode di mio fratello?». Giuseppe, con la sua vita, sembra volerci dire che siamo chiamati sempre a sentirci custodi dei nostri fratelli, custodi di chi ci è messo accanto, di chi il Signore ci affida attraverso tante circostanze della vita.

I legami nella società “gassosa”

Una società come la nostra, che è stata definita “liquida”, perché sembra non avere consistenza. Io correggerò quel filosofo che ha coniato questa definizione e dirò: più che liquida, gassosa, una società propriamente gassosa. Questa società liquida, gassosa trova nella storia di Giuseppe un’indicazione ben precisa sull’importanza dei legami umani. Infatti, il Vangelo ci racconta la genealogia di Gesù, oltre che per una ragione teologica, per ricordare a ognuno di noi che la nostra vita è fatta di legami che ci precedono e ci accompagnano. Il Figlio di Dio, per venire al mondo, ha scelto la via dei legami, la via della storia: non è sceso nel mondo magicamente, no. Ha fatto la strada storica che facciamo tutti noi.


Cari fratelli e sorelle, penso a tante persone che fanno fatica a ritrovare dei legami significativi nella loro vita, e proprio per questo arrancano, si sentono soli, non hanno la forza e il coraggio per andare avanti. Vorrei concludere con una preghiera che aiuti loro e tutti noi a trovare in San Giuseppe un alleato, un amico e un sostegno.

Preghiera a San Giuseppe

San Giuseppe, tu che hai custodito il legame con Maria e con Gesù, aiutaci ad avere cura delle relazioni nella nostra vita. Nessuno sperimenti quel senso di abbandono che viene dalla solitudine. Ognuno si riconcili con la propria storia, con chi lo ha preceduto, e riconosca anche negli errori commessi un modo attraverso cui la Provvidenza si è fatta strada, e il male non ha avuto l’ultima parola. Mostrati amico per chi fa più fatica, e come hai sorretto Maria e Gesù nei momenti difficili, così sostieni anche noi nel nostro cammino. Amen

I saluti nella Basilica

Come detto, il Papa prima dell’udienza è sceso nella Basilica di San Pietro. Queste le sue parole ai pellegrini presenti:

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I saluti del Papa ai fedeli in Basilica (C) Vatican Media

Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Sono lieto di accogliervi in questa Basilica e di rivolgere a ciascuno di voi il mio cordiale benvenuto. Saluto la Famiglia Vincenziana di tutt’Italia che ha promosso il pellegrinaggio della Madonna della Medaglia Miracolosa in tutte le Regioni italiane, unitamente alle diocesi e alle parrocchie. In questi mesi di pandemia, la vostra missione ha portato speranza, facendo sperimentare a molti la misericordia di Dio.

Penso, in particolare alle persone sole, agli ammalati negli ospedali, a quanti vivono nelle carceri, nei centri di accoglienza e nelle periferie esistenziali. Grazie, perché avete testimoniato lo stile della “Chiesa in uscita” che raggiunge tutti, a partire dagli esclusi e dagli emarginati. Continuate su questa strada e apritevi sempre più all’azione dello Spirito Santo, che infonde la forza per annunciare con audacia la novità del Vangelo.

Saluto i pellegrini dell’Associazione Giovanni Paolo II di Bisceglie. Cari amici, imitate l’esempio di questo Santo Pontefice e sforzatevi di comprendere e accogliere l’amore di Dio, sorgente e motivo della nostra vera gioia. In comunione con i vostri Pastori, annunciate Cristo con la vostra vita, in famiglia e in ogni ambiente.

Proteggere le vittime della violenza

Il mio saluto va infine all’Associazione Italiana Vittime della violenza. Cari fratelli e sorelle, vi ringrazio per l’opera di assistenza e di supporto a coloro che hanno subito maltrattamenti e vivono in situazione di angoscia e di disagio. È brutta la violenza, è brutta; è molto brutto l’atteggiamento violento. Con la vostra importante attività, voi contribuite a costruire una società più giusta e solidale. Il vostro esempio susciti in tutti un rinnovato impegno, affinché le vittime della violenza vengano protette e le loro sofferenze prese in considerazione e ascoltate. E grazie a tutti voi per questa visita! Proprio in Basilica: questo è bello … Di cuore imparto a ciascuno la mia Benedizione, che estendo alle vostre famiglie e alle vostre comunità. Adesso vi invito a pregare insieme la Madonna, che è qui presente.