Domenica prossima Papa Francesco presiederà la Messa con la cerimonia di beatificazione di Giovanni Paolo I. Piazza san Pietro è ormai pronta per la cerimonia, con il dipinto, ancora velato, opera dell’artista cinese Yan Zhang, appeso alla loggia della Basilica. Oggi l’evento è stato presentato dal cardinale Beniamino Stella, prefetto emerito della Congregazione del clero, postulatore della causa, che ha conosciuto Luciani da seminarista e sacerdote. Presentata anche la reliquia che sarà portata al Pontefice durante la celebrazione, uno scritto autografo di Albino Luciani.
Un processo in salita
Stella ha ripercorso la storia della causa di beatificazione di Luciani. Nonostante la richiesta di apertura del processo da parte di 226 vescovi della Conferenza Episcopale del Brasile, il 1. giugno 1990, a dimostrazione della fama di santità diffusa e cresciuta nel tempo, la Congregazione per le cause dei santi negò l’autorizzazione, “essendo già in corso le cause riguardanti altri Papi”. La svolta nel 2002, quando il vescovo salesiano di Belluno-Feltre, mons. Vincenzo Savio, ottenne il permesso di iniziare il processo a Belluno, diocesi natale di Luciani, e non a Roma.
L’inchiesta iniziò il 22 novembre 2003 e si chiuse il 10 novembre 2006. Il processo diocesano si articolò in 203 sessioni, durante le quali – nelle sedi episcopali di Belluno, Vittorio Veneto, Venezia e Roma – vennero escussi 167 testimoni. Fondamentale fu anche la fase suppletiva a partire dal 2007, condotta dalla vicepostulatrice, Stefania Falasca, presso la sede patriarcale di Venezia, per integrare l’investigazione delle fonti con l’acquisizione di ulteriore documentazione, in particolare le carte dell’Archivio Privato di Albino Luciani.
Benedetto XVI testimone
Tra i testimoni del processo, anche Papa Benedetto XVI, un fatto eccezionale “per il suo finora unicum storico, in quanto è la prima volta che un papa emette una testimonianza de visu su un altro Papa, e quella di suor Margherita Marin, che visse con Giovanni Paolo I per un mese insieme alle altre tre consorelle che si occupavano dell’appartamento papale”.
“Diciannove anni di lavoro: la causa di Papa Luciani, anche se si è aperta a 25 anni dalla morte, non è stata né più lunga di altre, né più breve e agevolata di altre, per essere lui un Pontefice della Chiesa. È stata una ricerca senza sconti: accurata, coscienziosa, scrupolosa, condotta con metodo storico-critico” ha sottolineato Stella.
Il ricordo del cardinale Stella
Che ha conosciuto Luciani “personalmente da seminarista e poi da sacerdote. Era il mio vescovo e di lui conservo il migliore ricordo: uomo di preghiera assidua e profonda, di attento ascolto e capace di sostegno umano e spirituale, come pastore di sacerdoti e di popolo di Dio, dotto e preparato come maestro della fede e buon comunicatore della Parola di Dio, amico e fratello dei sacerdoti, visitatore dei malati e catechista impareggiabile. Di Luciani metterei in evidenza tre caratteristiche: sacerdote che pregava, che viveva poveramente e che si sentiva bene con la gente”.
Proprio sulla povertà, ha raccontato che “mia madre soleva citare, talvolta, monsignor Luciani, per dire che il sacerdote non doveva avere conti in banca e libretto di assegni. Penso che lo avesse sentito da lui stesso nelle periodiche visite ed incontri dei genitori in seminario. La santità di vita cristiana di Giovanni Paolo I è quella che si vive nella umiltà e nella dedizione quotidiana alla Chiesa e al prossimo, ispirate dalle virtù teologali”. “La santità di Papa Luciani è importante per la Chiesa e per il mondo di oggi perché attraverso il suo esempio siamo richiamati al cuore della vita cristiana: all’umiltà e alla bontà di chi sa riconoscersi peccatore bisognoso di misericordia, di chi vuole servire con dedizione generosa e con opere di bene gli altri, annunciando la gioia del Vangelo”.
“Luciani ci ha insegnato, attraverso la sua testimonianza di vescovo, che ha a cuore la dimensione universale della Chiesa, l’importanza dell’amore generoso e dell’obbedienza incondizionata al Successore di Pietro, così come il grande valore dell’unità e della comunione episcopale” ha concluso Stella.
La reliquia di Giovanni Paolo I
Stefania Falasca, vicepresidente della Fondazione Giovanni Paolo I, si è soffermata sulle carte di Luciani, su cui ha svolto un lavoro enorme. Grazie al quale è stata ricostruita la vita di Luciani. Proprio per l’importanza di questa documentazione la reliquia sarà uno scritto autografo, di contenuto spirituale. “Ci è stato chiesto dalla Congregazione, un po’ a sorpresa, e tra le nostre carte di Luciani abbiamo rinvenuto uno schema, un piccolo foglio ingiallito di una decina di centimetri, con una riflessione spirituale sulle tre virtù teologali che richiama poi il magistero delle udienze generali del Pontefice. È anche un emblema della sua spiritualità, che ha come programma del pontificato. L’ appunto è del ’56 ma ci sono aggiunte a matita che dimostrano come fosse un work in progress”.
Il reliquiario di Giovanni Paolo I andrà a Belluno
Don Davide Fiocco, sacerdote di Belluno-Feltre, ha spiegato l’importanza della beatificazione per la diocesi e ha parlato del reliquiario, “ideato e realizzato dallo scultore Franco Murer, un artista di Falcade, conterraneo di Albino Luciani”. “Altamente simbolica” la scelta dei materiali: una pietra raccolta nel fondovalle di Canale d’Agordo per basamento, sormontato dalla rappresentazione di una croce scolpita in un ciocco di legno, ricavato dagli schianti della tempesta Vaia (ottobre 2018). “La semplicità della realizzazione dà il dovuto risalto allo scritto autografo del futuro Beato, incastonato nel simbolo cristiano per eccellenza, la Croce. Dopo la beatificazione la reliquia e il reliquiario saranno conservati nella Cattedrale di Belluno”
Domenica sarà “il vescovo Renato Marangoni a formulare la petizione per la beatificazione, a nome della diocesi che è stata attrice della Causa”. Domenica 11 settembre si terrà la celebrazione di ringraziamento sulla piazza del paese natale, Canale d’Agordo. Sarà presieduta dal Patriarca di Venezia con al fianco i vescovi di Belluno-Feltre e di Vittorio Veneto.
La miracolata
Domenica in piazza S. Pietro non potrà esserci la ragazza miracolata per intercessione di Giovanni Paolo I. Si è infatti rotta un piede in palestra e non è in condizioni di viaggiare. Candida, che all’epoca della guarigione aveva 11 anni, e la mamma Roxana Sosa hanno inviato un videomessaggio di saluti alla conferenza stampa.