Questa mattina, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza la Delegazione di Fratelli Oblati Diocesani (Milano).
Pubblichiamo di seguito il testo del saluto che il Papa ha consegnato nel corso dell’incontro:
Discorso del Santo Padre consegnato
Cari fratelli, buongiorno e benvenuti!
Ringrazio per il suo saluto il Superiore e sono contento di accogliere un gruppo di fratelli consacrati. Per me sono preziose le occasioni in cui posso incontrare fratelli consacrati: è una testimonianza del valore di questa presenza nella Chiesa, che merita di essere riscoperta. Per questo vi ringrazio e vi incoraggio perché siete un segno, piccolo ma importante, direi indispensabile, nel mosaico delle vocazioni nella Chiesa.
Anzitutto, voi siete segno della fraternità secondo il Vangelo. E lo siete proprio col vostro essere fratelli: non con le cose che fate, con l’organizzazione, le attività… Tutte queste cose sono buone e ci vogliono, ma la fraternità si costruisce con una forma concreta di vita. Una forma stabile, che ciascuno di voi naturalmente vive in modo diverso, con la propria personalità e i propri doni e anche i propri limiti; ma la caratteristica comune e qualificante è questa fraternità. E penso – e spero – che ciò sia per voi motivo di gioia interiore, perché è il vostro modo di assomigliare a Gesù, che ha vissuto questa dimensione dell’essere fratello di ogni uomo, fratello universale. È un aspetto proprio del mistero dell’Incarnazione. Questa è la prima cosa che vi auguro: la gioia di essere fratelli.
Voi siete fratelli oblati. Questo è il secondo aspetto: l’oblazione, il dono di sé nel servizio. Gesù, dalla forma di Dio, ha assunto la forma di servo; ma attenzione: non un servizio di quelli che tutti dicono: che bravo!, un servizio da applaudire, “che fa notizia”. No. Un servizio nascosto, umile, a volte anche umiliante. Questa – lo sappiamo – è la strada da seguire per ogni cristiano. Voi però l’avete per carisma: l’oblazione. E anche qui, a chi vive così, lo Spirito Santo dona una gioia interiore. Ne parlava spesso Madre Teresa: la gioia di servire. Quando Maria è andata ad aiutare Elisabetta, non c’erano fotografi ad aspettarla, non c’erano giornalisti. Nessuno l’ha saputo. E proprio qui sta la gioia: che lo sa solo il Signore! La beatitudine del servizio. Questo è il mio secondo augurio.
E l’ultimo è legato al fatto che siete diocesani. Fratelli Oblati Diocesani. Anche questa è una dimensione dell’Incarnazione: essere fedeli a una terra, a un popolo, a una diocesi. A volte vorremmo salvare il mondo! Ma Dio ti dice: sii fedele a quel servizio, a quelle persone, a quell’opera… Gesù ha salvato il mondo dando la vita per le pecore perdute della casa d’Israele, e così ha compiuto la fedeltà del Padre; ha amato fino alla fine quelli che il Padre gli aveva dato, ha versato il suo sangue per loro, e così lo ha versato per tutti. Questa è la legge dell’amore: non si può amare l’umanità in astratto, si ama quella persona, quelle persone. La fedeltà è un bene raro! Già un salmo lo diceva: «È scomparsa la fedeltà tra i figli dell’uomo» (Sal 12,2). Il servizio diocesano è una scuola di fedeltà. E voi lo fate con il vostro essere fratelli oblati.
Fraternità, oblazione, diocesanità. Un bel programma di vita! Il Signore vi accompagni sempre su questa strada e la Madonna vi custodisca nella gioia e nella fedeltà. Vi benedico di cuore e vi chiedo per favore di pregare per me. Grazie!