Dopo l’Angelus il Papa ha ricordato il suo viaggio a Cipro e in Grecia, ringraziando ancora una volta per l’accoglienza ricevuta. Ha anche fatto riferimento alla conclusione, oggi, dell’Anno di San Giuseppe e del Giubileo Lauretano che terminerà il 10. Ecco le parole del S. Padre:
Cari fratelli e sorelle, due giorni fa sono rientrato dal viaggio a Cipro e in Grecia. Ringrazio il Signore per questo pellegrinaggio; ringrazio tutti voi per la preghiera che mi ha accompagnato, e le popolazioni di quei due cari Paesi, con le loro autorità civili e religiose, per l’affetto e la gentilezza con cui mi hanno accolto. A tutti ripeto: grazie! Cipro è una perla nel Mediterraneo, una perla di rara bellezza, che però porta impressa la ferita del filo spinato, il dolore per un muro che la divide.
A Cipro come in famiglia
A Cipro mi sono sentito in famiglia; ho trovato in tutti dei fratelli e delle sorelle. Conservo nel cuore ogni incontro, in particolare la Messa allo stadio di Nicosia. Mi ha commosso il caro Fratello ortodosso Chrysostomos, quando mi ha parlato della Chiesa Madre: da cristiani percorriamo vie diverse, ma siamo figli della Chiesa di Gesù, che è Madre e ci accompagna, ci custodisce, ci fa andare avanti, tutti fratelli. Il mio augurio per Cipro è che sia sempre un laboratorio di fraternità, dove l’incontro prevalga sullo scontro, dove si accoglie il fratello, soprattutto quando è povero, scartato, emigrato. Ripeto che davanti alla storia, davanti ai volti di chi emigra, non possiamo tacere, non possiamo girarci dall’altra parte.
Guardiamo negli occhi gli scartati
A Cipro, come a Lesbo, ho potuto guardare negli occhi questa sofferenza: per favore, guardiamo negli occhi gli scartati che incontriamo, lasciamoci provocare dai visi dei bambini, figli di migranti disperati. Lasciamoci scavare dentro dalla loro sofferenza per reagire alla nostra indifferenza; guardiamo i loro volti, per risvegliarci dal sonno dell’abitudine!
Ad Atene la “mistica dell’insieme”
Penso poi con gratitudine alla Grecia. Anche lì ho ricevuto un’accoglienza fraterna. Ad Atene ho sentito di essere immerso nella grandezza della storia, in quella memoria dell’Europa: umanesimo, democrazia, sapienza, fede. Anche lì ho provato la mistica dell’insieme: nell’incontro con i fratelli Vescovi e la comunità cattolica, nella Messa festosa, celebrata nel giorno del Signore, e poi con i giovani, venuti da tante parti, alcuni da molto lontano per vivere e condividere la gioia del Vangelo.
E ancora, ho vissuto il dono di abbracciare il caro Arcivescovo ortodosso Ieronymos: prima mi ha accolto a casa sua e il giorno seguente è venuto a trovarmi. Custodisco nel cuore questa fraternità. Affido alla Santa Madre di Dio i tanti semi di incontro e di speranza che il Signore ha sparso in questo pellegrinaggio. Vi chiedo di continuare a pregare perché germoglino nella pazienza e fioriscano nella fiducia.
L’Anno di San Giuseppe e il Giubileo Lauretano
Oggi si conclude l’Anno dedicato a San Giuseppe, Patrono della Chiesa universale. E dopodomani, 10 dicembre, si chiuderà a Loreto il Giubileo Lauretano. Che la grazia di questi eventi continui a operare nella vita nostra e delle nostre comunità. La Vergine Maria e San Giuseppe ci guidino nel cammino della santità!
I saluti
E saluto tutti voi, romani e pellegrini! Un augurio speciale all’Azione Cattolica Italiana: che nelle diocesi e nelle parrocchie sia una palestra di sinodalità. Saluto i bambini del Coro “Milleunavoce”, i fedeli di Zaragoza e i giovani di Valdemoro, diocesi di Getafe, Spagna – si fanno sentire gli spagnoli, va bene! – Come pure la delegazione del Comune di Rocca di Papa, con la fiaccola che accenderà la Stella di Natale sulla Fortezza della cittadina. Saluto il gruppo di messicani dello Stato di Puebla. E a tutti auguro buona festa, specialmente a voi ragazzi dell’Immacolata, è la vostra festa! Per favore, non dimenticatevi di pregare per me, io lo faccio per voi. Buon pranzo e arrivederci.