La vocazione dei francescani secolari “nasce dalla chiamata universale alla santità”. Stare in mezzo al mondo con lo spirito francescano aprendo il cuore a Cristo e senza dimenticarsi dei poveri. Con queste idee Papa Francesco si è rivolto questa mattina ai francescani secolari che stanno partecipando al capitolo dell’Ordine. Ecco il suo discorso:
Cari fratelli e sorelle dell’Ordine Francescano Secolare, buongiorno! Vi saluto con le parole che San Francesco rivolgeva a quelli che incontrava lungo la strada: “Il Signore vi dia pace!”. Sono lieto di accogliervi in occasione del vostro Capitolo Generale. In questo contesto vorrei ricordare alcuni elementi propri della vostra vocazione e missione.
La vostra vocazione nasce dalla chiamata universale alla santità. Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci ricorda che «i laici partecipano al sacerdozio di Cristo: sempre più uniti a lui, dispiegano la grazia del Battesimo e della Confermazione in tutte le dimensioni della vita personale, familiare, sociale ed ecclesiale, e realizzano così la chiamata alla santità rivolta a tutti i battezzati». Questa santità, a cui siete chiamati in quanto Francescani secolari, come vi chiedono le Costituzioni generali e la Regola approvata da San Paolo VI, comporta la conversione del cuore, attratto, conquistato e trasformato da Colui che è il solo Santo, che è «il bene, ogni bene, il sommo bene». Questo è ciò che fa di voi dei veri “penitenti”.
Fare penitenza
San Francesco, nella sua Lettera a tutti i fedeli, presenta il “fare penitenza” come cammino di conversione, cammino di vita cristiana, impegno per fare la volontà e le opere del Padre celeste. Nel Testamento, poi, egli descrive il suo stesso processo di conversione con queste parole, che voi ben conoscete: «Il Signore dette a me, frate Francesco, d’incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati, mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi; il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’animo e di corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo».
Il processo di conversione è così: Dio prende l’iniziativa: “Il Signore dette a me d’incominciare a fare penitenza”. Dio conduce il penitente in luoghi dove mai avrebbe voluto andare: “Dio mi condusse tra loro, i lebbrosi”. Il penitente risponde accettando di porsi al servizio degli altri e usando con loro misericordia. E il risultato è la felicità: “Ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’animo e di corpo”. Proprio il percorso di conversione di Francesco.
Aprire il cuore a Dio
Questo, cari fratelli e sorelle, è ciò che vi esorto a realizzare nella vostra vita e nella vostra missione. E, per favore, non confondiamo “fare penitenza” con le “opere di penitenza”. Queste – digiuno, elemosina, mortificazione – sono conseguenze della decisione di aprire il cuore a Dio. Aprire il cuore a Dio! Aprire il cuore a Cristo, vivendo in mezzo alla gente comune, nello stile di San Francesco. Come Francesco fu “specchio di Cristo”, così possiate anche voi diventare “specchi di Cristo”.
Voi siete uomini e donne impegnati a vivere nel mondo secondo il carisma francescano. Un carisma che consiste essenzialmente nell’osservare il santo Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo. La vocazione del francescano secolare è vivere nel mondo il Vangelo nello stile del Poverello, sine glossa; assumere il Vangelo come “forma e regola” di vita. Vi esorto ad abbracciare il Vangelo come abbracciando Gesù. Che sia il Vangelo, ossia Gesù stesso, a plasmare la vostra vita. Così assumerete la povertà, la minorità, la semplicità come vostri segni distintivi davanti a tutti.
Stare in mezzo alla gente
Con questa vostra identità francescana e secolare, siete parte della Chiesa in uscita. Vostro luogo preferito è stare in mezzo alla gente, e lì, in quanto laici – celibi o sposati –, sacerdoti e vescovi, ciascuno secondo la propria vocazione specifica, dare testimonianza di Gesù con una vita semplice, senza pretese, sempre contenti di seguire Cristo povero e crocifisso, come fece San Francesco e tanti uomini e donne del vostro Ordine.
Non dimenticare i poveri
Incoraggio anche voi a uscire verso le periferie, le periferie esistenziali di oggi, e lì a far risuonare la parola del Vangelo. Non dimenticate i poveri, che sono la carne di Cristo: ad essi siete chiamati ad annunciare la Buona Notizia, come fece tra gli altri Santa Elisabetta di Ungheria, vostra Patrona.
La nuova missione dei francescani secolari
E come ieri le “fraternità dei penitenti” si caratterizzarono fondando ospedali, dispensari, mense dei poveri e altre opere di concreta carità sociale, così oggi lo Spirito vi manda a esercitare la stessa carità con la creatività richiesta delle nuove forme di povertà. La vostra secolarità sia piena di vicinanza, di compassione, di tenerezza. E possiate essere uomini e donne di speranza, impegnati a viverla e anche a “organizzarla”, traducendola nelle situazioni concrete di ogni giorno, nelle relazioni umane, nell’impegno sociale e politico; alimentando la speranza nel domani alleviando il dolore di oggi. E tutto questo, cari fratelli e sorelle, siete chiamati a viverlo in fraternità, sentendovi parte della grande famiglia francescana.
Una famiglia unita
In tal senso vi ricordo il desiderio di Francesco che tutta la famiglia si mantenga unita, nel rispetto certamente della diversità e dell’autonomia delle varie componenti e anche di ogni membro. Ma sempre in una comunione vitale reciproca, per sognare insieme un mondo in cui tutti siano e si sentano fratelli, e faticando insieme per costruirlo: uomini e donne che lottano per la giustizia, e che lavorano per un’ecologia integrale, collaborando a progetti missionari e facendovi artigiani di pace e testimoni delle Beatitudini.
Così abbiamo cominciato con la via della conversione, e poi tutte queste proposte di fecondità, che vengono dal cuore unito al Signore e amante della povertà. San Francesco e tutti i Santi e le Sante della famiglia francescana vi accompagnino nel vostro cammino. Il Signore vi benedica e la Madonna, “Vergine fatta Chiesa”, vi custodisca. E per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Grazie.