Oggi pomeriggio, nel Giorno della Memoria, a Casa Santa Marta, Papa Francesco ha avuto una lunga e affettuosa conversazione, di circa un’ora, con la signora Edith Bruck. Meno di un anno fa il S. Padre si era recato in visita nell’abitazione della scrittrice a Roma. In particolare, entrambi hanno sottolineato il valore inestimabile della trasmissione ai più giovani della memoria del passato, anche nei suoi aspetti più dolorosi, per non ricadere nelle stesse tragedie.
Reduce da Auschwitz
Edith Bruck è un’ebrea originaria di un villaggio ungherese, ai confini con la Slovacchia. Nella primavera del 1944, quando aveva tredici anni, fu deportata ad Auschwitz. Fu poi spostata in altri campi di concentramento tedeschi, fino all’ultimo, Bergen-Belsen, dove venne liberata, con la sorella, nell’aprile 1945. Altri suoi familiari, compresi i genitori e un fratello, ugualmente deportati, non fecero più ritorno. Dopo un periodo trascorso in Israele, Bruck si stabilì in Italia nel 1954. Qui ha sposato il poeta Nelo Risi, fratello del noto regista Dino, scomparso nel 2015.
Il primo incontro
Il 20 febbraio dello scorso anno il Papa, a sorpresa, si recò a visitarla nella sua casa. “Sono venuto qui da lei per ringraziarla della sua testimonianza e rendere omaggio al popolo martire della pazzia del populismo nazista e con sincerità le ripeto le parole che ho pronunciato dal cuore allo Yad Vashem e che ripeto davanti ad ogni persona che come lei ha sofferto tanto a causa di questo: perdono, Signore, a nome dell’umanità”.
Il Santo Padre era venuto a conoscenza della storia della scrittrice attraverso una lunga intervista pubblicata su L’Osservatore Romano alla vigilia della Giornata della Memoria dello scorso anno. Francesco rimase molto colpito dalla sua vicenda umana e chiese di poterla incontrare. Oggi la scrittrice di origine ungherese ha restituito la visita al Papa, con il quale, come dimostrano le foto, è entrato in particolare sintonia.