Il Papa ha ricevuto i membri dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani in occasione del 70° Congresso sul tema “Gli ultimi. La tutela giuridica dei soggetti deboli”. Il Congresso si svolge a Roma, presso l’Istituto Patristico Augustinianum e la Libera Università Maria Santissima Assunta (LUMSA), fino a domani. “I diritti dei lavoratori, dei migranti, dei malati, dei bambini non nati, delle persone in fin di vita e dei più poveri sono sempre più spesso trascurati e o negati” ha detto tra l’altro il Pontefice, facendo l’esempio dei braccianti “usati” nei campi. Per questo “i giuristi cattolici non chiedono favori a nome dei poveri, ma proclamano con fermezza quei diritti che derivano dal riconoscimento della dignità umana”. Ecco il discorso del Papa:
Vi accolgo, in occasione del vostro 70° Congresso nazionale di studio, che ha al centro un tema che mi sta molto a cuore: “Gli ultimi. La tutela giuridica dei soggetti deboli”. Ringrazio il Presidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani per le parole di saluto. Ho ancora negli occhi e nel cuore le esperienze vissute nel recente Viaggio Apostolico a Cipro e in Grecia. Domenica scorsa, visitando i rifugiati del Campo di Mytilene, sull’isola di Lesbo, ho ricordato tra l’altro che «il rispetto delle persone e dei diritti umani, specialmente nel continente che non manca di promuoverli nel mondo, dovrebbe essere sempre salvaguardato, e la dignità di ciascuno dovrebbe essere anteposta a tutto».
Contribuite a invertire la rotta
Eppure, quanto siamo distanti da questo rispetto! Soprusi, violenze, negligenze, omissioni non fanno altro che aumentare la cultura dello scarto. E chi non ha tutele verrà sempre messo ai margini. A voi, come giuristi cattolici, è chiesto di contribuire a “invertire la rotta”, favorendo, secondo le vostre competenze, la presa di coscienza e il senso di responsabilità. Perché anche gli ultimi, gli indifesi, i soggetti deboli hanno diritti che vanno rispettati e non calpestati.
E questo è un richiamo intrinseco alla nostra fede. Non è una “moralina” di passaggio: è un richiamo intrinseco alla nostra fede. Ricordiamo – specialmente in questo tempo di Avvento – le parole del profeta Isaia, riferite al Servo del Signore: «Proclamerà il diritto con verità. Non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra». Il Messia annunciato dai profeti ha a cuore il diritto e la giustizia. E Gesù Cristo, nella sua missione terrena, si è rivolto con tutto sé stesso agli ultimi, per guarirli annunciare loro la buona novella del Regno di Dio.
Tutelare i diritti dei più deboli
Mai come in questi giorni, in questi tempi, i giuristi cattolici sono chiamati ad affermare e tutelare i diritti dei più deboli, all’interno di un sistema economico e sociale che finge di includere le diversità ma che di fatto esclude sistematicamente chi non ha voce. I diritti dei lavoratori, dei migranti, dei malati, dei bambini non nati, delle persone in fin di vita e dei più poveri sono sempre più spesso trascurati e o negati in questa cultura dello scarto. Chi non ha capacità di spendere e di consumare sembra non valere nulla.
I braccianti “usati”
Ma negare i diritti fondamentali, negare il diritto a una vita dignitosa, a cure fisiche, psicologiche e spirituali, a un salario giusto significa negare la dignità umana. Lo stiamo vedendo: quanti braccianti sono – scusatemi la parola – “usati” per la raccolta dei frutti o delle verdure, e poi pagati miserabilmente e cacciati via, senza alcuna protezione sociale. Riconoscere in linea di principio e garantire in concreto i diritti, tutelando i più deboli, è ciò che ci rende essere umani. Altrimenti ci lasciamo dominare dalla legge del più forte e diamo campo libero alla sopraffazione.
Per questo motivo, il riconoscimento dei diritti delle persone più deboli non deriva da una concessione governativa. No. E i giuristi cattolici non chiedono favori a nome dei poveri, ma proclamano con fermezza quei diritti che derivano dal riconoscimento della dignità umana.
Il compito del giurista cattolico
Il ruolo del giurista cattolico, in qualsiasi ruolo operi, come consulente, avvocato o giudice, è quindi quello di contribuire alla tutela della dignità umana dei deboli affermando i loro diritti. In questa maniera egli o ella contribuisce all’affermarsi della fraternità umana e a non deturpare l’immagine di Dio impressa in ogni persona. Il Cardinale Dionigi Tettamanzi amava ripetere che “i diritti dei deboli non sono diritti deboli”. A voi, in maniera particolare, il compito di affermarli con fermezza e di tutelarli con sapienza, cooperando a costruire una società più umana e più giusta.
La Madonna, che oggi veneriamo come la Vergine del silenzio e dell’ascolto nella Santa Casa di Loreto, e San Giuseppe, uomo giusto, vi sostengano in questo vostro impegno. Come pure vi sia di ispirazione la testimonianza del Beato Rosario Livatino. Anch’io vi accompagno con la mia preghiera e la mia benedizione. E per favore, vi chiedo di pregare per me. Grazie.