Questa mattina, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i partecipanti alla Conferenza della Pontificia Accademia delle Scienze sul tema “Crisi alimentari e umanitarie: scienza e politiche per la loro prevenzione e mitigazione” e ha rivolto loro il saluto che pubblichiamo di seguito:
Eminenza,
Signor Presidente,
Cari fratelli e sorelle tutti!
Rivolgo a tutti voi un cordiale benvenuto in occasione della Conferenza sul tema “Crisi alimentari e umanitarie: scienza e politiche per la prevenzione e la mitigazione”, e ringrazio il Presidente von Braun per il suo gentile saluto.
Il tema da voi scelto è più che mai opportuno, non solo per il dibattito accademico, ma anche perché fa appello ad autorità lungimiranti e pratiche politiche, al fine di alleviare le sofferenze di tanti nostri fratelli e sorelle che non hanno un’alimentazione salutare e l’accesso a cibo sufficiente. Mi diceva uno studioso alcuni mesi fa: “Se durante un anno non si facessero le armi, finirebbe la fame nel mondo”.
Si tratta di una sfida urgente, perché troppo spesso situazioni segnate da calamità naturali, ma anche conflitti armati – penso specialmente alla guerra in Ucraina –, corruzione politica o economica e sfruttamento della terra, nostra casa comune, ostacolano la produzione alimentare, minano la tenuta dei sistemi agricoli e minacciano pericolosamente l’approvvigionamento nutrizionale di intere popolazioni. Allo stesso tempo, queste varie crisi sono state aggravate dagli effetti di lunga durata della pandemia di Covid-19, mentre si assiste, inoltre, al declino della solidarietà fraterna – questo è un dato di fatto: le guerre e le miserie portano al declino della solidarietà fraterna -, e questo declino è determinato, tra l’altro, dalle pretese egoistiche insite in alcuni attuali modelli economici.
In questa prospettiva, occorre prendere sempre più coscienza che tutto è strettamente correlato: «i problemi di oggi richiedono una visione capace di tenere conto di ogni aspetto della crisi globale» (Fratelli tutti, 137). Un elemento importante di questa visione è la comprensione che una crisi può anche diventare un’opportunità, un’occasione propizia per riconoscere e imparare dagli errori del passato.
In questo senso, auspico che la vostra Conferenza ci aiuti tutti ad uscire meglio dalle crisi che stiamo attraversando, non solo concentrandoci sulle soluzioni tecniche, ma soprattutto ricordando quanto sia essenziale sviluppare un atteggiamento di solidarietà universale fondato sulla fraternità, sull’amore e sulla comprensione reciproca. A questo proposito, la Chiesa sostiene e incoraggia con tutto il cuore i vostri sforzi, insieme a quelli di tutti coloro che lavorano non solo per nutrire gli altri o rispondere alle crisi, ma anche per promuovere uno sviluppo umano integrale, la giustizia tra i popoli e la solidarietà internazionale, rafforzando così il bene comune della società.
Cari amici, esprimo ancora una volta la mia gratitudine per il vostro prezioso servizio in collaborazione con la Pontificia Accademia delle Scienze e vi assicuro la mia preghiera, affinché il vostro lavoro porti frutto nell’aiutare ad affrontare i numerosi problemi che derivano dalle crisi alimentari e da altre crisi umanitarie. Le crisi sono un’altra cosa rispetto ai conflitti. I conflitti sono chiusi in sé stessi, da un conflitto è difficile uscire costruttivamente. Invece dalle crisi si può uscire, si deve uscire, ma a due condizioni: da una crisi non si può uscire da soli, o usciamo insieme o non possiamo uscire. Questo è importante, non si può uscire da soli, ci vuole la comunità, il gruppo per uscire. E, dall’altra parte, da una crisi si esce per migliorare, sempre per andare avanti, per progredire. Per questo vi ringrazio di questo vostro atteggiamento davanti a questa crisi, per uscire insieme e per uscire meglio. Su tutti voi invoco l’abbondante benedizione di Dio Onnipotente e vi chiedo per favore di pregare per me. Grazie!