Chi vuole essere il primo, sia il servitore di tutti: Commento P. Jorge Miró

Domenica 22 settembre 2024

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Padre Jorge Miró condivide con i lettori di Exaudi il suo commento al Vangelo di questa domenica, 22 settembre 2024, intitolato “Chi vuole essere il primo, si faccia servo di tutti”

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Nel Vangelo contempliamo Gesù che attraversa la Galilea con i suoi discepoli, che non comprendevano appieno le sue parole.

E a Cafarnao chiede loro: Di cosa discutevate per strada? Rimasero in silenzio, perché lungo la strada avevano discusso su chi fosse il più importante.

Nel cammino della tua vita, anche oggi Gesù ti pone la stessa domanda: di cosa discuti lungo il cammino? Quali sono i desideri del tuo cuore? Quali sono i tuoi centri di interesse nelle conversazioni con la tua famiglia, con i tuoi amici?

E la Parola attira la nostra attenzione su alcune questioni preoccupanti, che possono occupare il nostro cuore e distrarci dalla sequela di Gesù Cristo.

Dove c’è invidia e rivalità, c’è turbolenza e ogni genere di azioni malvagie.

L’invidia può prendere posto in un cuore che dubita dell’amore di Dio; in un cuore incapace di scoprire l’amore di Dio nella vita di ogni giorno e, quindi, sfocia facilmente nel risentimento e nell’amarezza, ed è fonte di conflitto.

Da dove vengono i conflitti e le lotte che si verificano tra voi? Dal desiderio di piacere, dall’invidia, dall’ambizione.


La sapienza che viene dall’alto è, prima di tutto, irreprensibile, ed è anche mite, comprensiva, conciliatrice, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera.

È il dono della sapienza, che viene dallo Spirito Santo e ci rende capaci di vedere Dio in mezzo alla vita quotidiana; e così, la vita ha sapore, ha senso, al di là delle circostanze concrete, perché lo Spirito Santo sta facendo tutto nuovo, e allora si vive l’esperienza che non c’è niente e nessuno che possa separarmi dall’amore di Dio, e tutto Posso farlo in Colui che mi consola (cfr Rm 8,38; Fil 4,13).

Chi vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti. Gesù Cristo ci mette in guardia dal pericolo di cercare la vanità, il plauso degli uomini, di fare bella figura con gli altri e non di servirli, ma di usarli. Siamo chiamati a servire gli altri, non a servirci di loro. Come ha fatto Gesù che, da ricco, si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà. Si sale al cielo, si scende.

Il segreto della vera grandezza è diventare piccoli, come un bambino. Questa è la vera umiltà, senza la quale non si può essere discepolo: chi accoglie un bambino così nel mio nome, accoglie me.

I bambini simboleggiano gli autentici discepoli. Dobbiamo accogliere il Regno come un bambino, riceverlo con semplicità come dono del Padre, invece di pretenderlo come un diritto.

Per questo Gesù dirà a Nicodemo che per entrare nel Regno di Dio bisogna nascere di nuovo: nascere da acqua e da Spirito (cfr Gv 3,5).

 

Vieni, Spirito Santo!