“Cari anziani, non siete soli! La Chiesa vi è vicina! La distanza non avrà l’ultima parola!”. Sono queste le parole forti che, intervistata da Exaudi, ha usato Gabriella Gambino, sottosegretaria del Dicastero vaticano per Laici, famiglia e vita, riflettendo sulla prossima Giornata mondiale degli anziani e dei nonni, domenica 25 luglio 2021, istituita da Papa Francesco, sul tema appena annunciato, per quest’anno, “Io sono con voi tutti i giorni”.
La sottosegretaria Gambino non solo spiega perché Francesco abbia scelto questo tema e perché il Papa pare abbia una particolare sensibilità personale verso la terza età e i nonni, ma parla anche di come la pandemia abbia colpito soprattutto la terza età e perché gli anziani son quelli che più meritano e hanno bisogno di vicinanza.
Gabriella Gambino, moglie e madre di cinque figli, lancia un appello a tutta la Chiesa, per quel giorno, a “uscire fuori”: “Siamo consapevoli che moltissimi anziani quest’estate non potranno ancora andare in Chiesa e per questo chiederemo a tutti i cristiani, in particolare ai più giovani, di andare loro incontro. Vogliamo che diventi un’espressione della ‘Chiesa in uscita’: tanti ragazzi che vanno visitare i nonni o gli anziani più soli del proprio quartiere con un dono, un fiore e promettendo loro: “Io sono con te tutti i giorni”.”
Infine Gambino sottolinea che la terza età non sarà più scartata “quando le nostre società impareranno a riconoscerne i valori, la spiritualità ed il carisma”. Di seguito la conversazione con Exaudi:
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Il tema scelto da Francesco per la prima giornata mondiale degli anziani e dei nonni, il 25 luglio, evoca il tema della solitudine degli anziani. Perché questa scelta?
Il tema scelto evoca soprattutto una scelta precisa: quella della prossimità. La Chiesa vuole essere vicina ad ogni donna ed ogni uomo ed in particolare agli anziani. Si tratta di una promessa che il Signore rivolge a tutti i suoi discepoli, ma che in un tempo particolare come quello che viviamo, acquista un significato particolare per gli anziani: il distanziamento – pur necessario – non è l’ultima parola. La Chiesa ti è vicina! Non sei solo! Del resto, papa Francesco domenica scorsa all’Angelus lo ha detto: “Non esiste un cristianesimo a distanza. L’amore chiede la vicinanza, il contatto”.
Abbiamo immaginato la giornata, che sarà il 25 luglio, nel cuore dell’Anno Famiglia Amoris Laetitia, come un invito “ad uscire”. Siamo consapevoli che moltissimi anziani quest’estate non potranno ancora andare in Chiesa e per questo chiederemo a tutti i cristiani, in particolare ai più giovani, di andare loro incontro. Vogliamo che diventi un’espressione della “Chiesa in uscita”: tanti ragazzi che vanno visitare i nonni o gli anziani più soli del proprio quartiere con un dono, un fiore e promettendo loro: “Io sono con te tutti i giorni”.
La solitudine degli anziani si è aggravata, in molti casi, in tempo di pandemia. Che messaggio vuole lanciare questo tema?
È vero, la solitudine degli anziani si è aggravata e, durante la pandemia, ne abbiamo percepito con chiarezza tutta la violenza. La solitudine – in alcuni casi l’abbandono – sono stati terribili alleati del virus e sono stati responsabili della perdita di tante vite. Anche per questo, papa Francesco declina il tema della difesa della vita in maniera nuova e lo fa allargandolo, ad esempio, alla difesa della casa comune ed includendo il contrasto alla cultura dello scarto di chi è più avanti negli anni.
Allo stesso tempo ci sono giunte tante notizie di manifestazioni di solidarietà nei confronti di chi è stato più solo in questi mesi. Le risposte all’appello che il Santo Padre ha lanciato il 26 luglio dell’anno scorso, “Ogni anziano solo è tuo nonno”, sono state commoventi.
Ma la crisi sanitaria ha solo accelerato un processo di scarto del quale il Papa parla da tempo. Non possiamo immaginare di affrontare la questione solo come un’emergenza sociale. C’è una radice spirituale da cogliere. Gli anziani non saranno più scartati quando le nostre società impareranno a riconoscerne i valori, la spiritualità ed il carisma.
L’istituzione della Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, che non è legata solo alla pandemia, nasce dal desiderio di porre al centro delle comunità civili ed ecclesiali il valore degli anziani e il dono della vecchiaia.
Dove nasce secondo lei questa spiccata sensibilità di papa Francesco per la realtà della vecchiaia, di questa fase difficile, a volte, della vita?
Come per tanti altri aspetti del suo pontificato, l’attenzione per la vecchiaia scaturisce da incontri concreti. Bergoglio, da arcivescovo di Buenos Aires, era solito visitare gli istituti per anziani. Lo ha raccontato molte volte e da questa esperienza nasce la sua attenzione nei confronti degli anziani soli negli istituti.
Ma, credo, che ci sia qualcosa che nasce anche dai pellegrinaggi che guidava al Santuario della Vergine di Lujan e dalla sua esperienza della fede vissuta dal santo Popolo fedele di Dio. Per noi del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, è significativo ricordare come fu proprio il card. Pironio – a cui Francesco è legato –, già presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, a portare il tema della religiosità popolare al sinodo sull’evangelizzazione del ’74. Quelle intuizioni, poi riprese in Evangelii Nuntiandi, confluiscono quasi identiche nella Evangelii Gaudium. Papa Francesco ha forse una considerazione così alta degli anziani perché dà valore al loro modo popolare di vivere ed esprimere la fede. Come dicevo, l’alternativa alla cultura dello scarto è uno sguardo che sappia cogliere i carismi della vecchiaia.