Cardinale Arizmendi: Violazioni della dignità umana

Rispettiamoci e aiutiamoci a vicenda a valorizzarci per quello che siamo: immagine e somiglianza di Dio

Il cardinale Felipe Arizmendi, vescovo emerito di San Cristóbal de Las Casas e responsabile della Dottrina della Fede presso la Conferenza dell’Episcopato Messicano (CEM), offre ai lettori di Exaudi il suo articolo settimanale intitolato “Non tutti i diritti sono diritti”.

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ASPETTO

In Messico, secondo il censimento del 2020, con oltre 120 milioni di abitanti, ci sono 23,2 milioni di persone di età pari o superiore a tre anni che si identificano come indigene, il che equivale al 19,4% della popolazione totale in quella fascia di età. Di questi 23,2 milioni, solo 7,1 milioni (30,8%) parlano una lingua indigena e 16,1 milioni (69,2%) no. Le entità con il maggior numero di indigeni sono: Oaxaca (31,2%), Chiapas (28,2%), Yucatán (23,7%) e Guerrero (15,5%). Queste quattro entità accumulano il 50,5% del totale dei madrelingua. Si parlano 68 lingue indigene; i più frequenti sono Nahuatl (22,4%), Maya (10,5%) e Tseltal (8,0%). Su 100 persone dai tre anni in su che parlano una lingua indigena, 12 non parlano spagnolo.

Perché diverse lingue native sono andate perdute? A causa del persistente e diffuso razzismo nei loro confronti; Vengono sminuiti, come se fossero ignoranti e chiusi nella mente e nei costumi, anche se sono molto intelligenti; la maggior parte parla almeno due lingue; molti di noi parlano a malapena spagnolo. Dovendo affrontare un mondo avverso alla loro cultura, si sono sviluppati maggiormente e sono molto capaci; ma abbiamo fatto loro sentire che non valgono molto, ed è per questo che si disprezzano e non vogliono più apparire o parlare come indigeni.

Quando esercitai il mio ministero pastorale nella formazione dei candidati al sacerdozio, nella mia diocesi di origine, dieci anni come direttore spirituale e dieci come rettore (1971-91), c’erano seminaristi provenienti da alcune di quelle culture originarie, ma quasi tutti di si vergognavano della loro cultura e non si valorizzavano. Abbiamo offerto loro dei laboratori per scrivere e parlare meglio la loro lingua, dato che la parlavano, ma molti non sapevano scrivere e preferivano l’inglese o altre opzioni. A oggi alcuni non promuovono la loro lingua, che non è un dialetto, né fanno quanto necessario per evitare che la loro cultura scompaia; C’è anche chi non vuole lavorare pastoralmente nelle comunità della propria etnia. Tutto questo a causa del razzismo che hanno subito.

Ho approfondito questo punto, ma dovremmo tenere conto anche di tante persone disprezzate nella loro dignità, come i migranti, i contadini, gli operai, i collaboratori domestici, i diversamente abili, i carcerati, gli anziani, e anche gli alcolizzati e gli i tossicodipendenti, coloro che hanno preferenze sessuali diverse, i nuovi concepiti, i senza speranza, ecc.

DISCERNERE

Il Dicastero per la Dottrina della Fede, nella Dichiarazione Dignitas Infinite, prima di analizzare in particolare diverse violazioni della dignità umana, riafferma questo principio fondamentale ed elenca alcune situazioni ben precise:


“Ogni essere umano ha il diritto di vivere con dignità e di svilupparsi pienamente, e questo diritto fondamentale non può essere negato da nessun Paese. Ce l’ha, anche se è inefficiente, anche se è nato o cresciuto con limitazioni. Perché ciò non sminuisce la sua immensa dignità di persona umana, che non si fonda sulle circostanze ma sul valore del suo essere. Quando questo principio elementare non è sicuro, non c’è futuro per la fratellanza o per la sopravvivenza dell’umanità. D’altra parte, non manca di segnalare a tutti le violazioni concrete della dignità umana nel nostro tempo, chiamando ciascuno e ciascuno a uno slancio di responsabilità e a un impegno fattivo” (33).

«Volendo evidenziare alcune delle tante violazioni della dignità umana nel mondo contemporaneo, possiamo ricordare quanto ha insegnato al riguardo il Concilio Vaticano II. Bisogna riconoscere che “tutto ciò che minaccia la vita – omicidi di qualsiasi tipo, genocidio, aborto, eutanasia e lo stesso suicidio deliberato” è contrario alla dignità umana. Essa attenta anche alla nostra dignità “ogni volta che viola l’integrità della persona umana, come, ad esempio, mutilazioni, torture morali o fisiche, tentativi sistematici di dominare le menti altrui”. E infine “tutto ciò che offende la dignità umana, come condizioni di vita subumane, detenzioni arbitrarie, deportazioni, schiavitù, prostituzione, tratta di donne e giovani bianchi; o condizioni di lavoro degradanti, che riducono l’operatore al rango di mero strumento di profitto, senza rispetto della libertà e della responsabilità della persona umana. Sarà necessario menzionare qui anche la questione della pena di morte: anche quest’ultima viola la dignità inalienabile di ogni persona umana, a prescindere da qualsiasi circostanza. Al contrario, bisogna riconoscere che “il fermo rifiuto della pena di morte mostra fino a che punto sia possibile riconoscere la dignità inalienabile di ogni essere umano e accettare che abbia un posto in questo universo. Perché, se non lo nego al peggiore dei criminali, non lo negherò a nessuno, darò a tutti la possibilità di condividere con me questo pianeta nonostante ciò che potrà separarci.’ Appare inoltre opportuno ribadire la dignità delle persone detenute, che spesso sono costrette a vivere in condizioni poco dignitose, e che la pratica della tortura viola oltre ogni limite la dignità di ogni essere umano, anche se taluno si è macchiato di gravi delitti” (34).

ATTO

Non disprezzare nessuno a causa del suo aspetto esteriore, o perché proviene da una cultura diversa dalla tua, o perché non sa quanto te. Siamo figlie e figli di Dio, anche se non sempre diamo valore alla nostra dignità. Rispettiamoci e aiutiamoci a vicenda a valorizzarci per quello che siamo: immagine e somiglianza di Dio. Né più né meno!