Cardinale Arizmendi: spari, niente abbracci?

Violenza e fede nella lotta alla criminalità organizzata

Balazos
Pexels . David Peinado

Il cardinale Felipe Arizmendi, vescovo emerito di San Cristóbal de Las Casas e responsabile della Dottrina della fede presso la Conferenza episcopale messicana (CEM), offre ai lettori di Exaudi il suo articolo settimanale.

FATTI

Ho insistito per parlare personalmente con il leader locale di un gruppo armato dedito all’estorsione, con il quale avevo già scambiato qualche parola di sfuggita, quando l’ho incontrato per strada; Fu solo alla mia terza insistenza che mi ricevette, con delle guardie del corpo che si prendevano cura di lui in modo permanente accanto alla sua casa. L’ho invitato a cambiare vita, ma non mi ha ascoltato. Non vive più tra noi, da quando di recente si è verificata la presenza nelle vicinanze dell’esercito, della Guardia Nazionale e della polizia statale, che hanno allestito un distaccamento a quindici minuti di distanza. Di tanto in tanto ritorna, quando i suoi falchi lo avvertono che non c’è nessun esercito nelle vicinanze, come per ricordarci chi è al comando qui. Queste persone non capiscono i buoni consigli dei loro genitori e delle loro nonne, e tanto meno la Parola di Dio; Ciò che li fa indietreggiare un po’ è l’azione militare contro di loro. Siamo favorevoli all’uso dei proiettili? No. Vorremmo che i criminali seguissero i consigli e smettessero di danneggiare la popolazione; Ma solo un’azione forte da parte del governo può proteggere la comunità.

I vescovi dello Stato (Provincia, Dipartimento) di Guerrero hanno incontrato i leader di due gruppi armati che operano nella regione, per invitarli a deporre le armi e a non causare ulteriori danni ai poveri. Non accettarono; Si sono solo impegnati a rispettare i rispettivi territori, applicando una tassa di protezione a diverse fasce della popolazione: un gruppo a coloro che hanno una bancarella al mercato comunale e un altro ai trasportatori. Con un buon consiglio non cambiano la loro azione criminale; Solo la presenza e l’azione militare li contengono. Vogliamo forse sostenere, ripeto, l’uso dei proiettili? No. Ma se l’esercito non interviene per contenerli, non c’è nessuno che possa fermarli. La popolazione è indifesa contro le potenti armi di questi gruppi e solo un’azione più decisa da parte dello Stato può reprimerli. Si sta già assistendo a un cambiamento di strategia dell’attuale governo federale, che si spera avrà risultati migliori, poiché la strategia del precedente mandato di sei anni si è rivelata controproducente.

Ho chiesto di parlare con i responsabili della cura delle nostre foreste vicino a Nevado de Toluca, per vedere come avrebbero potuto fermare l’abbattimento illegale di alberi, perché i gruppi criminali costringono gli agricoltori a vendere un buon numero di pini, ad esempio, per tre milioni di pesos; Di questa vendita, effettuata senza autorizzazione ufficiale, un terzo deve essere consegnato al gruppo armato. I contadini non possono fare nulla contro le potenti armi dei boscaioli; Chi controlla tutto questo e impedisce questa criminalità? Come possono essere fermati se non con le forze militari e di polizia del governo? Dobbiamo sostenere, insisto, l’uso dei proiettili? No, non vogliamo più morti, ma qualcuno deve domare i criminali e difendere i villaggi e le loro montagne.

FULMINE

Papa Francesco, in occasione del Giubileo delle Forze Armate, delle Forze di Polizia e delle Guardie di Sicurezza di tutto il mondo, riunite nella sua Messa in Piazza San Pietro, ha detto loro:


“Vi è stata affidata una grande missione, che abbraccia molteplici dimensioni della vita sociale e politica: la difesa dei nostri Paesi, l’impegno per la sicurezza, la tutela della legalità e della giustizia, la presenza nei penitenziari, la lotta contro il crimine e le diverse forme di violenza che minacciano di turbare la pace sociale.

Sono chiamati ad avere uno sguardo attento, capace di cogliere le minacce al bene comune; i pericoli che incombono sulla vita dei cittadini; i rischi ambientali, sociali e politici a cui siamo esposti.Le loro uniformi, la disciplina che li ha forgiati, il coraggio che li contraddistingue, il giuramento che hanno prestato, sono tutte cose che ricordano loro quanto sia importante non solo vedere il male per denunciarlo, ma anche salire sulla barca durante la tempesta e impegnarsi perché non ci sia naufragio, con una missione al servizio del bene, della libertà e della giustizia. Stare sempre dalla parte della legge e dei più deboli è una lezione per tutti noi. Questo ci insegna che il bene può trionfare nonostante tutto; Ci insegna che la giustizia, la lealtà e la passione civile sono valori necessari ancora oggi; Ci insegna che possiamo creare un mondo più umano, più giusto e più fraterno, nonostante le forze contrarie del male.

Siamo grati per tutto quello che fanno, a volte mettendo a rischio la propria vita. Grazie per averci offerto la tua protezione e per averci incoraggiato a continuare il nostro viaggio. Ma vorrei anche esortarvi a non perdere di vista lo scopo del vostro servizio e delle vostre azioni: promuovere la vita, salvare la vita e difendere sempre la vita. Vi chiedo, per favore, di essere vigili. Attenti alla tentazione di coltivare uno spirito bellicoso; fate attenzione a non lasciarvi sedurre dal mito della forza e dal rumore delle armi; fate attenzione a non farvi contaminare dal veleno della propaganda d’odio, che divide il mondo in amici da difendere e nemici da combattere. Siate invece coraggiosi testimoni dell’amore di Dio Padre, che ci vuole tutti fratelli. E insieme camminiamo per costruire una nuova era di pace, giustizia e fraternità.

Estendo il mio saluto a tutto il personale militare del mondo e desidero ricordare l’insegnamento della Chiesa a tale riguardo. Il Concilio Vaticano II afferma: «Coloro che sono al servizio della patria, si considerino strumenti della sicurezza e della libertà del popolo» (GS 79). Questo servizio armato deve essere esercitato solo per legittima difesa, mai per imporre il predominio su altre nazioni, sempre nel rispetto delle convenzioni internazionali sui conflitti e, soprattutto, nel sacro rispetto della vita e del creato.”

AZIONI

Preghiamo per le nostre autorità, affinché trovino il modo di controllare e prevenire questi danni alla popolazione indifesa. E, se possibile, parliamo di questo con le autorità competenti, affinché si assumano il dovere di prendersi cura delle persone.