Cammino di fede: riflessione di mons. Enrique Díaz

Epifania del Signore

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Mons. Enrique Díaz Díaz condivide con i lettori di Exaudi la sua riflessione sul Vangelo di questa domenica, 5 gennaio 2025, dal titolo: “Cammino di fede”.

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Isaia 60,1-6: “La gloria del Signore risplende su di te

Salmo 71. “Tutti gli uomini ti adorino, Signore

Efesini 3, 2-3. 5-6: “Anche i pagani hanno la nostra stessa eredità

San Matteo 2,1-12: “Siamo venuti dall’oriente per adorare il re dei Giudei


Oggi celebriamo la festa popolare dei Santi Re che a stento sostiene i nostri luoghi di fronte all’invasione dei superflui e grassi Babbo Natale, estranei alle nostre usanze. La nostra città di Irapuato si riempie di colori, musica e canti con la colorata e tradizionale “Cabalgata de Reyes”, gioia di grandi e piccini. La festa dell’Epifania racchiude un ricco contenuto teologico che non dobbiamo perdere. Non invano è la festa più importante di molte chiese orientali. Epifania significa “manifestazione”. In questo giorno riviviamo il momento in cui Dio si manifesta alle genti, cioè quando il Signore apre le porte del suo Regno agli uomini di tutti i popoli, siano essi ebrei o meno. Fino alla nascita di Cristo, coloro che non erano discendenti di Abramo non potevano entrare nel Regno di Dio secondo il pensiero ebraico. Erano “pagani”, una razza impura, la cui vicinanza li macchiava a tal punto che non si poteva entrare nelle loro case senza essere impuri davanti a Dio. Tutto questo scompare con la presenza della vera luce. Il Signore distrugge questi confini. Con la nascita di Cristo, una nuova stella si accende alta nel cielo, la sua luce risplende con chiarezza e forza, è segno visibile dell’amore di Dio, del suo invito insistente e persuasivo rivolto a ciascuno di noi a seguire il cammino segnato cammino alla luce della fede in Cristo, un cammino diverso per ciascuno, ma aperto a tutti, poiché Dio chiama tutti a lasciarci illuminare dalla sua luce e dal suo amore.

San Matteo ce lo mostra in modo eccezionale nell’emozionante racconto dei Magi d’Oriente. È una storia vera o è una storia per bambini? Direi che è una storia del Dio Bambino ai figli del Regno. Matteo fa teologia alla maniera orientale, insegnando che il Bambino davanti al quale si prostrano uomini provenienti da terre lontane è lo stesso di cui parla Isaia. E allo stesso tempo ci svela il grande mistero che san Giovanni manifesta nel prologo del suo vangelo: «Venne tra i suoi (i Giudei) e non lo accolsero». Nessuna autorità religiosa o civile si prostra davanti al Dio Bambino, solo quei Magi che vengono dall’Oriente. San Matteo, più che storia, fa teologia, quella “scienza dei bambini”, delle persone semplici e umili, dei piccoli ai quali il Padre rivela gli infiniti misteri del Regno. Per comprendere ed entrare nel Regno dei cieli dobbiamo diventare come bambini, non può entrare nessuno che non rinasce ricominciando ad essere bambino. La teologia non vive in libri grossi e difficili, si studia in ginocchio, prostrati, come i Magi nell’adorazione del Divin Bambino. San Matteo ci presenta nel suo racconto l’intero cammino della fede: ricerca inquieta, apertura, accoglienza, camminare con perseveranza in mezzo alle difficoltà e ai problemi, discernimento e infine adorazione profonda e umile davanti al mistero del Bambino. Il racconto di Matteo può aiutarci a vivere pienamente l’Anno Santo, anno di speranza.

Certamente l’Epifania è una manifestazione del Signore, ma non rimane nel passato. Ogni giorno il Signore si manifesta a noi, ogni giorno Dio appare nella nostra vita. L’importante è che riusciamo a vederlo, che lo vediamo nei poveri che soffrono e nei ricchi che condividono i loro beni, nei nostri successi e nei nostri fallimenti. Il discepolo sa scoprire Dio in mezzo agli avvenimenti di ogni giorno. Molte volte avremo bisogno di una stella che ci guidi, perché la luce di Dio diventi più visibile attraverso segni particolari. Dio è sempre albeggiante nella nostra vita, l’importante è che abbiamo occhi e cuore puliti, per saper vedere Dio attraverso gli eventi esterni. Dobbiamo anche pensare che Dio vuole servirsi, a volte, di ciascuno di noi perché possiamo essere una luce e una stella che guida il cammino degli altri. Con grande umiltà e grande generosità, offrendo, non imponendo, vivendo, piuttosto che parlare. La luce di Dio, la sua stella, quando è veramente presente nella nostra vita, ci riempie di gioia profonda e interiore. Sapere che la luce della nostra vita guida altre persone sulla retta via ci dà fiducia e gioia.

Oggi è il giorno delle stelle. Giorno dell’illusione di chi crede nel meraviglioso, di chi comprende lo stupore che c’è nel battito di una stella, di chi si avventura nel cammino alla ricerca del Bambino appena nato, di chi non disprezza la luce vacillante della stella della Speranza e sa scoprire nel volto del Piccolo Bambino “Dio con noi” e con gioia si prostra davanti a Lui e gli dona tutto ciò che ha. E dopo averlo contemplato e adorato, non percorre le stesse strade di Erode, del potere, della sicurezza, dell’invidia, ma piuttosto «percorre le strade nuove» che le due stelle che lo guardavano con amore gli hanno insegnato. Nel giorno dell’Epifania nascono tante sfide che dobbiamo assumere con responsabilità e coraggio: ho un ideale per cui vale la pena lottare? Come apro il mio cuore a tutti gli uomini? Come riusciremo a superare le divisioni e gli individualismi in cui ci ha rinchiuso questo mondo neoliberista? Come sto seguendo il cammino della Speranza?

Signore, nostro Dio, che per mezzo di una stella hai fatto conoscere in questo giorno a tutti i popoli la nascita del tuo Figlio, concedi a noi che già ti conosciamo per fede, di scoprire in ogni volto di uomo, donna o bambino, il volto di Gesù fatto nostro fratello. Amen.