Non servirebbe a niente se in un giardino ci fossero tante bellissime rose se non ci fosse nemmeno una goccia di poesia nella persona che va a vederle. Allo stesso modo, per comprendere i tempi liturgici dell’Avvento e del Natale, occorre possedere almeno un pizzico di poesia, con cui poterne vedere la bellezza e spiccare il volo sulle ali dell’illusione.
Questi tempi liturgici ci presentano ogni giorno l’importanza di arrivare al Natale con tanto amore e con grande entusiasmo per ricevere il Signore, soprattutto nella Santa Comunione.
Questo tempo, così prezioso, suscita soprattutto la speranza, l’anelito, il desiderio e la gioia che Gesù si incarni, nasca e cresca nei nostri cuori.
Ciò è certamente molto grande, poiché, come è evidente, è molto più prezioso ricevere il Signore con le braccia della fede e dell’amore, avendolo strettamente unito al nostro cuore, che averlo ricevuto con le braccia fisiche durante il momento della sua vita mortale. È molto più bello ricevere il Signore nella Santa Comunione che vederlo bambino a Betlemme.
Santa Elisabetta della Santissima Trinità diceva: “Pacifica la mia anima. Rendilo il tuo paradiso, la tua amata dimora e il luogo del tuo riposo. Che io non ti lasci mai solo, ma che sia lì completamente, completamente sveglio nella mia fede, completamente adorante, completamente dedito alla tua azione creativa. (…) Oh, mia amata Stella, affascinami, affinché non possa più abbandonare il tuo splendore. Oh, Fuoco Consumatore, Spirito d’Amore! Vieni a me affinché diventi nella mia anima come un’incarnazione del Verbo; Sia un’umanità in crescita, nella quale Egli possa rinnovare tutto il suo mistero”.
Molte persone danno molta importanza all’estetica, a ciò che è bello, all’essere belli. In italiano truccarsi si dice “truccarsi”. Quando una persona si trucca, quello che fa è nascondere i suoi piccoli difetti e migliorare le sue qualità. In una parola, tradisce! C’è un trucco! Questa può essere una soluzione molto lodevole.
Già il frate medievale San Tommaso d’Aquino, detto anche il Dottore Angelico, difendeva che è naturale e cosa buona per una giovane vestirsi per essere più bella. Le spose si preparano a vedere i loro fidanzati.
Ebbene, tanto tempo fa, un sacerdote portò il Santissimo Sacramento ad una signora, che fisicamente era molto vecchia, ma che era molto, molto vecchia, ma che nell’anima era così giovane che passò un’ora preparandosi affinché il Signore fosse molto felice quando sarebbe venuto nella sua anima.
Una donna, già piuttosto anziana, chiese ad un sacerdote di aspettare un po’ per darle la Santa Comunione, poiché per ricevere il Signore voleva indossare i suoi piccoli gioielli, i suoi orecchini. È chiaro che voleva essere bella per il suo Signore!
È dentro questa dinamica di poesia, di giovinezza, di bellezza, di illusione, di amore, che prepariamo la festa di Natale, sistemando la nostra anima, abbellendola, rendendola più bella.
Ricevere il sacramento della confessione serve ottimamente a questo buon fine. Questo santo sacramento non si riduce a cambiare le apparenze, come avviene con i cosmetici, ma fa molto di più, cancella le macchie del peccato, che sono proprio le più brutte. Inoltre, ci adorna molto. L’abbraccio che ci dona questo sacramento, che è Bellezza, e Bellezza infinita, è qualcosa che veste di bellezza la nostra anima. L’anima poi, dopo essersi confessata, è molto, molto, bella, molto, più bella di prima. C’è molta più differenza in questo che tra un corvo molto nero, compresi i suoi gracchi un po’ disgustosi, e una splendente colomba bianca.
Così, naturalmente, dopo aver purificato l’anima e averla adornata meravigliosamente, il Natale rivela la sua magnifica verità, la sua benevolenza, la sua bella poesia, la sua emozionante bellezza. In una parola, il Natale è un canto gioioso e meraviglioso!