Al termine dell’udienza generale, dopo aver sottolineato l’impotenza dell’Onu, il S. Padre è tornato a parlare dell’Ucraina e in particolare del massacro di Bucha. Francesco ha rinnovato il suo appello per la fine della guerra e ha fatto salire accanto a sé alcuni bambini ucraini giunti in Italia, ai quali ha donato delle uova di Pasqua. Ha anche mostrato una bandiera giunta proprio da Bucha, con scritte in ucraino.
“Le recenti notizie sulla guerra in Ucraina – ha detto il Pontefice – anziché portare sollievo e speranza, attestano invece nuove atrocità, come il massacro di Bucha: crudeltà sempre più orrende, compiute anche contro civili, donne e bambini inermi. Sono vittime il cui sangue innocente grida fino al Cielo e implora: si metta fine a questa guerra! Si facciano tacere le armi! Si smetta di seminare morte e distruzione! Preghiamo insieme per questo…
La bandiera da Bucha
E ieri, proprio da Bucha, mi hanno portato questa bandiera. Questa bandiera viene dalla guerra, proprio da quella città martoriata, Bucha. E anche, ci sono qui alcuni bambini ucraini che ci accompagnano. Salutiamoli e preghiamo insieme con loro. Questi bambini sono dovuti fuggire e arrivare a una terra straniera: questo è uno dei frutti della guerra. Non dimentichiamoli, e non dimentichiamo il popolo ucraino. È duro essere sradicati dalla propria terra per una guerra”.
L’accoglienza dei polacchi
In precedenza, salutando i pellegrini polacchi, il Papa aveva detto: “Durante questo tempo di Quaresima, che ci prepara alla celebrazione della Resurrezione del Signore, avete dimostrato una generosità straordinaria ed esemplare verso i nostri fratelli ucraini, per i quali avete aperto i cuori e le porte delle vostre case. Il Signore benedica la vostra patria per questa vostra solidarietà e vi mostri il Suo Volto”.
Lo sport per la pace
Un riferimento indiretto alla pace il Papa lo ha fatto anche ricordando la Giornata Mondiale dello Sport per la Pace e lo Sviluppo, indetta dalle Nazioni Unite, che ricorre oggi. “Mi rivolgo agli uomini e alle donne di sport, perché attraverso la loro attività possano essere testimoni operosi di fraternità e di pace. Lo sport, con i suoi valori, può svolgere un ruolo importante nel mondo, aprendo strade di concordia tra i popoli, a patto che mai perda la sua capacità di gratuità: lo sport per lo sport, e non diventi commerciale. Quella amatorialità propria del vero sport”.