Questo venerdì 26 gennaio 2024, nel palazzo apostolico del Vaticano, nella sala dei papi, il Santo Padre Francesco ricevette al pubblico una delegazione dalla rete mondiale di preghiera per il papa e si rivolse alle seguenti parole di saluto:
Saluti del Santo Padre
Vi ringrazio molto per la visita. Apprezzo il lavoro che svolgete, che è ecclesiale ed è nato in seno alla Compagnia di Gesù. Nel lavoro apostolico di un fedele, di un diacono, di un sacerdote, di un consacrato, di una consacrata, di un vescovo, se lo si porta avanti in modo corretto, si sente fortemente il bisogno della preghiera e dell’intercessione. L’azione, anche se apostolica, senza preghiera, è solo imprenditoriale. Ciò che dà senso all’apostolato è la preghiera. Mi ha sempre colpito molto quello che Pietro disse agli apostoli dopo aver istituito i diaconi. Disse loro: “e a noi” — cioè ai vescovi — resta “dedicarci alla preghiera e all’annuncio della Parola” (cfr. At 6, 4). Ossia, il primo dovere di un vescovo è pregare. Primo dovere di un cristiano è pregare, la preghiera. Altrimenti corriamo il rischio di diventare un’istituzione puramente naturale, mondana, con un lavoro di tipo politico.
Per questo vi ringrazio per quello che fate per sostenere nella Chiesa — nei laici e anche nelle persone consacrate od ordinate —, questa mistica di preghiera. Grazie allora per quello che fate.
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L’Osservatore Romano, Anno CLXIV n. 21, venerdì 26 gennaio 2024, p. 6.