Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza il Comitato Cattolico per la Collaborazione Culturale con le Chiese Ortodosse e le Chiese Ortodosse Orientali in occasione del 60° anniversario dell’istituzione.
Nel suo discorso, il Papa sottolinea che in questo cammino educativo e spirituale, vogliamo evidenziare l’importanza della collaborazione tra le diverse tradizioni ecclesiali. Durante questo percorso gli studenti non solo acquisiscono conoscenze accademiche, ma si immergono anche nella ricchezza spirituale e liturgica, condividendo esperienze di vita comunitaria nei collegi ecclesiastici. Questo contatto diretto con comunità specifiche diventa un ponte verso la comprensione reciproca, abbattendo i pregiudizi e costruendo solidi ponti di dialogo e amicizia.
Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolge ai presenti nel corso dell’Incontro:
Discorso del Santo Padre
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Saluto il Cardinale Koch, il Segretario del Dicastero, e tutti voi, dandovi il benvenuto! È bello incontrarvi nell’imminenza della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani e all’inizio di quest’anno, in cui ricorre il 60° anniversario dell’istituzione del Comitato Cattolico per la Collaborazione Culturale.
Con il continuo e generoso sostegno dei benefattori, ai quali desidero esprimere viva gratitudine, il vostro Comitato offre a studenti provenienti dalle Chiese ortodosse e ortodosse orientali l’opportunità di perfezionare la formazione presso istituti accademici cattolici, per poi ritornare nelle proprie comunità e mettere a disposizione le competenze acquisite. In questo modo svolgete, a nome di tutta la Chiesa cattolica, un servizio concreto e disinteressato a favore delle Chiese sorelle di Oriente, contribuendo alla preparazione di chierici e di laici che, grazie ai loro studi, potranno servire la missione dell’unico Corpo di Cristo.
Vorrei perciò esprimere riconoscenza a quanti sono coinvolti in questo percorso di amore per la Chiesa, in modo speciale ai responsabili del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, sotto la cui direzione il Comitato realizza la sua attività, e ai Rettori dei Collegi ecclesiastici che ospitano gli studenti borsisti, per lo spirito di apertura e per la cura con la quale li accolgono e li seguono.
In tal modo, accanto al percorso accademico, è possibile conoscere personalmente l’itinerario formativo, spirituale e liturgico di giovani studenti cattolici e soprattutto condividere con loro l’esperienza della vita comunitaria nei collegi ecclesiastici. Questo contatto vivo e diretto con comunità concrete, nelle quali si sperimenta lo stesso desiderio di seguire l’unico Maestro, il Signore Gesù Cristo, e di servire la sua Chiesa, aiuta non solo gli studenti ortodossi e ortodossi orientali, ma anche quelli cattolici, a superare pregiudizi, ad abbattere barriere e a costruire ponti di dialogo e di amicizia.
È tanto importante questo e mi fa pensare alla comunità delle origini, a quei primi discepoli diventati poi apostoli, e ai quali si rifanno le nostre tradizioni. Se guardiamo a loro, vediamo che erano davvero molto diversi: c’era chi era stato discepolo del Battista e chi zelota, chi pescatore e chi pubblicano; quante differenze di provenienza, carattere, affinità! Eppure è difficile pensare a un gruppo più unito. Hanno trovato la loro coesione in Gesù: camminando dietro a Lui hanno camminato insieme fra di loro. E a cementare questa unità nella carità è stato lo Spirito Santo, che li ha inviati ovunque, legandoli ancora di più tra loro.
Carissimi, anche per voi la via è questa: camminare insieme dietro a Gesù, animati dallo stesso Spirito. Ed è una grande opportunità che qui a Roma, mentre studiate, possiate condividere tra voi chi è Cristo per voi: dove l’avete incontrato, in che modo ha conquistato i vostri cuori, come ha afferrato le vostre vite, secondo quali tradizioni lo lodate e lo riconoscete vostro Signore. Se alla base c’è la condivisione fraterna di quest’esperienza, credo che le nostre storie passate, viziate da sbagli e incomprensioni, da peccati e stereotipi, possano essere gradualmente risanate, in quanto ricomprese all’interno di una storia molto più grande, quella della fedeltà di Cristo che «ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei» (Ef 5,25). Questo è il mio auspicio: che a lode e gloria del Signore, questi anni siano, attraverso l’accoglienza e il rispetto fraterno, l’ascolto e la condivisione, profezia di carità e germi di unità, per il bene di tutti i cristiani nel mondo, e del mondo stesso, che ha bisogno di veder sbocciare nuovi semi di pace e di comunione.
Vi ringrazio per la vostra visita e vi auguro di proseguire fruttuosamente gli studi, senza mai trascurare la dimensione spirituale e quella pastorale, essenziali per la formazione. Vi benedico di cuore, vi assicuro la mia preghiera e chiedo la vostra per me. E vi invito, tutti insieme, a pregare, ognuno nella propria lingua, la preghiera che il Signore ci ha insegnato. “Padre Nostro…”.