Pubblichiamo di seguito il Discorso che il Santo Padre Francesco ha rivolto questa mattina in Udienza alla Delegazione del Centro di ricerca e formazione per la protezione dei minori (CEPROME Latinoamérica):
Discorso del Santo Padre
Sono felice di darvi il benvenuto nella coincidenza di esservi riuniti a Roma da tante parti diverse dell’America Latina. È anche curioso che questo incontro abbia luogo il 25 settembre, data in cui, secondo un’antica tradizione, si celebra la memoria di un bambino martirizzato in un piccolo santuario in Spagna. A prescindere dal fatto in questione, ciò che è interessante nella storia è che la tragedia di quel bambino è stata identificata con quella di Gesù stesso, e nelle sue rappresentazioni appare vestito come il Signore, già in cammino verso il Calvario, già sofferente della sua stessa Passione.
Questo fatto, che può sembrare aneddotico, mi ha fatto venire in mente il racconto evangelico del Giudizio Universale in cui ascoltiamo le parole sconvolgenti del grande Re: “In verità vi dico, come avete fatto al più piccolo di questi miei fratelli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40). Come cambierebbe il mondo se fossimo interiormente convinti che ogni piccolo che incontriamo è un riflesso del volto di Dio. Se vedessimo nella sofferenza di ogni bambino, di ogni persona vulnerabile, una traccia del velo con cui Veronica asciugò il volto di Cristo.
Voi, lo so bene, state cercando di lavorare e di applicare metodi sempre più adeguati per sradicare la piaga degli abusi, sia nella Chiesa che nel mondo. E non dobbiamo dimenticarlo: gli abusi che hanno colpito la Chiesa non sono che un pallido riflesso di una triste realtà che abbraccia l’intera umanità, e alla quale non si presta la necessaria attenzione. Qualcuno potrebbe dire: “Ah, non sono poi così tanti”. Se fosse uno solo, sarebbe già scandaloso, uno solo, mentre ce ne sono più di uno.
Credo di poter dire che la Chiesa ha fatto molti progressi su questa strada, e non smetterà di farli, grazie a pastori profetici, a un cardinale che ha saputo prendere una “patata bollente” come Boston in quel momento, e andare avanti, senza occuparsi dei soldi, ma piuttosto delle persone e dei bambini feriti. Ed è per questo che voglio ringraziarla pubblicamente, Eminenza, per quello che ha fatto. Credo di poter dire che la Chiesa ha fatto molti progressi in questo senso e non smetterà di farli. È anche necessario che questo sia un lavoro significativo per la società, in modo che i passi e i risultati della Chiesa su questa strada possano essere un incentivo per altre istituzioni a promuovere questa cultura della cura.
Inoltre, oggi vorrei proporre, sulla base di questa immagine che identifica ciascuno dei piccoli con Cristo stesso, che i nostri sforzi non si limitino alla mera applicazione di protocolli, ma che li affidiamo a Gesù nella preghiera. In umiltà e verità, sappiamo riconoscerci tra questi “piccoli”. E stando davanti al Redentore, contempliamo in quel volto oltraggiato anche le sofferenze che abbiamo ricevuto e causato, per non sentirci lontani dalle persone che accogliamo, ma fratelli e sorelle, anche nel dolore. Dialoghiamo con Gesù, ascoltiamo quella Parola che ci perdona, che ci guarisce, che ci redime, tutti. Egli non ha assunto il peccato del mondo per condannarlo, ma per salvarlo, e ci ha insegnato che non c’è amore più grande di quello che dà la vita, di quello che la lascia in una traccia del suo Volto Santo.
Amiamoci, ci dice Gesù, come amiamo noi stessi, cioè consapevoli delle nostre ferite, della nostra piccolezza, del nostro bisogno di perdono e di consolazione. E preghiamo, con la fiducia che ci insegna Santa Teresa di Gesù Bambino, in questi giorni che precedono la sua festa, per i peccatori più infelici e disperati, per la loro conversione, affinché vedano negli altri gli occhi di Gesù che li chiamano. Non voglio passare senza richiamare l’attenzione su un problema molto grave in questa materia di abusi, le riprese di materiale pedopornografico, che purtroppo, per un piccolo compenso, si possono già trovare sul telefono. Dove viene realizzata questa pedopornografia? In quale Paese viene realizzata? Nessuno lo sa. Ma è criminalità messa al servizio di tutti attraverso i loro telefonini. Per favore, parliamo anche di questo. Perché questi bambini che vengono filmati sono vittime, vittime sofisticate di questa società dei consumi. Non dimenticate questo punto, che mi preoccupa molto.
Che Dio vi benedica, che la Vergine si prenda cura di voi e continuate a lottare così, continuate a lottare. Grazie.
[Testo originale: spagnolo]