Questa mattina il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i partecipanti al VI Colloquio tra il Dicastero per il Dialogo Interreligioso e il Royal Institute for Inter-Faith Studies sul tema “Creative Commonalities between Christianity and Islam”.
Riportiamo di seguito il saluto che il Papa ha rivolto ai presenti nel corso dell’incontro:
Eminenza, grazie per le sue parole.
Sua Altezza Reale il Principe El Hassan bin Talal, cari fratelli e sorelle!
Accogliervi in occasione del vostro Colloquio è per me motivo di gioia. Il fatto che vi incontriate per la sesta volta dimostra perseveranza nel cammino del dialogo interreligioso e interculturale, ed è anche dimostrazione di un’amicizia fedele che continua nonostante l’avvicendamento di persone e di responsabilità. Infatti, ognuno di noi è come l’anello di una lunga catena: tante persone ci hanno preceduto sulla bella e impegnativa strada dell’incontro e dell’amicizia, altri ci seguiranno, come speriamo e preghiamo, a conferma di quel sentimento di fratellanza che è fondamento delle relazioni tra i popoli.
Desidero esprimere apprezzamento e gratitudine a Sua Maestà il Re Abdullah II di Giordania, per la sua attenzione alle comunità cristiane non solo del suo Paese, ma anche a quelle del Medio Oriente, in particolare in tempi segnati da conflitti e violenze. Sua Maestà non si stanca di ripetere che i cristiani di quelle terre benedette sono autoctoni, quindi vivono dove hanno vissuto i loro antenati da lunghi secoli.
Il Regio Istituto per gli Studi Interreligiosi, sotto la guida illuminata del Principe El Hassan bin Talal, ha tra i suoi principali obiettivi la conservazione e la valorizzazione del patrimonio arabo cristiano. Al riguardo, non posso che manifestare ulteriore riconoscenza, perché ciò, oltre che andare a beneficio dei cittadini cristiani di ieri e di oggi, tutela e consolida tale patrimonio in tutto il Medio Oriente, così variegato e ricco in etnie, religioni, culture, lingue e tradizioni. Si tratta, in effetti, di conservare gelosamente ogni tassello di questo bel mosaico. Sarebbe inoltre auspicabile, ove possibile, una stretta collaborazione con istituti cristiani che hanno lo stesso nobile obiettivo.
Il dialogo che praticate e promuovete, per essere fruttuoso, richiede uno stile di sincerità e rispetto reciproco, nella consapevolezza sia delle convergenze sia delle divergenze. È sulle prime che bisogna soprattutto puntare, ossia su ciò che ci unisce, a livello religioso-spirituale come a livello etico-morale. In questo senso, voi vi proponete di dare risalto a numerosi valori comuni, quali l’adorazione del Dio unico, la preghiera, il digiuno, il pellegrinaggio, la compassione, la condivisione, la cura per le persone svantaggiate e sofferenti: l’orfano, la vedova, l’ammalato, l’anziano, l’immigrato, il rifugiato. Crediamo anche che non tutto finisce con la morte, ma che c’è un’altra vita, eterna, dove renderemo conto a Dio delle nostre azioni e riceveremo ricompensa o punizione. Pertanto il nostro comune impegno è per una vita buona, che dia gloria a Dio e gioia a quanti incontriamo nel nostro pellegrinaggio terreno.
E non voglio lasciarvi senza dire un’ultima parola. Ho incontrato l’Ambasciatore, mi ha ricordato quello che è il dramma della Turchia e del nord della Siria. Il nostro cuore è vicino anche a tanta gente che ha sofferto questo terremoto così brutto. Preghiamo per loro e facciamo il possibile per aiutarli. Ci sono musulmani, cristiani, fratelli e sorelle nostri.
Cari amici, vi ringrazio per questo incontro. Che Dio vi benedica e sostenga i vostri sforzi per far crescere un mondo dove tutti possano vivere da fratelli e sorelle, in pace, sicurezza e dignità. Per favore, pregate anche per me. Grazie.