Questa mattina il Santo Padre Francesco riceve in Udienza nel Palazzo Apostolico i Membri dell’ “Amitié Judéo-Chrétienne de France” in occasione del 75° anniversario della fondazione.
Pubblichiamo di seguito le parole di saluto che il Papa rivolge ai presenti all’incontro:
Saluto del Santo Padre
Cari amici!
Do il mio benvenuto a voi, membri dell’Amitié Judéo-Chrétienne de France, che celebrate il 75° anniversario della sua nascita.
Desidero anzitutto evocare la figura di uno dei vostri fondatori, Jules Isaac, che ha svolto un ruolo di primo piano nel riavvicinamento tra ebrei e cristiani, dopo la tragedia della seconda guerra mondiale. Egli partecipò, in particolare, alla celebre Conferenza di Seelisberg, che concluse i suoi lavori con i famosi “dieci punti di Seelisberg”, alcuni dei quali sono stati ripresi dalla Dichiarazione conciliare Nostra Aetate. Ricevuto in udienza dai Papi Pio XII e Giovanni XXIII, Jules Isaac aveva auspicato la stesura di quel testo profetico. Un testo che conserva tutta la sua attualità e che richiama il «grande patrimonio spirituale comune ai cristiani e agli ebrei», volendo «incoraggiare e raccomandare la conoscenza e la stima reciproca, che nascono dagli studi biblici e teologici, come pure dal dialogo fraterno» (n. 4).
L’Amitié Judéo-Chrétienne de France si è decisamente e attivamente impegnata su questa strada dello studio e del dialogo per aiutare ebrei e cristiani a crescere nella mutua conoscenza, nella comprensione, nel rispetto e nell’amicizia. Vi ringrazio per questo lavoro che svolgete instancabilmente da settant’anni. Esso ha ampiamente contribuito ad aiutare gli ebrei e i cristiani a riscoprirsi fratelli, figli di uno stesso Padre, che «aspettano il giorno, noto a Dio solo, in cui tutti i popoli invocheranno il Signore con una sola voce e “lo serviranno sotto lo stesso giogo” (cfr Sof 3,9)» (ibid.).
Il cammino percorso insieme è dunque considerevole – dobbiamo renderne grazie a Dio –, dato il peso dei pregiudizi reciproci e della storia, talvolta dolorosa, che occorre assumere. Ma il compito non è finito, e vi incoraggio a perseverare in questa via del dialogo, della fraternità e delle iniziative comuni. Perché questa bella opera, che consiste nel creare legami, è fragile, sempre da riprendere e consolidare, soprattutto in questi tempi ostili in cui gli atteggiamenti di chiusura e di rifiuto dell’altro si fanno più numerosi, anche con la preoccupante ricomparsa dell’antisemitismo, in particolare in Europa, come delle violenze contro i cristiani.
Assicuro pertanto il mio sostegno alle vostre iniziative, come a quelle di tutti coloro, ebrei e cristiani insieme, che si adoperano per una sempre maggiore fraternità. Prego affinché i vostri lavori e il vostro impegno portino frutti abbondanti e duraturi. Invoco per voi la benedizione del Signore e vi chiedo per favore di pregare per me. Grazie!