Oggi, il Santo Padre Francesco riceve nel Palazzo Apostolico Vaticano i Membri della “Comunità Frontiera” e rivolge loro il discorso che pubblichiamo di seguito:
Discorso del Santo Padre
Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti!
Ringrazio il Ministro Provinciale e ringrazio voi giovani per le vostre testimonianze. Saluto i Vescovi e i presbiteri presenti, e in particolare fra Giuseppe, che, insieme ad alcuni giovani, ha dato vita alla Comunità Frontiera.
In questa comunità si vede l’impronta di due carismi: quello di San Francesco d’Assisi e quello del Beato Giuseppe Puglisi. Un carisma antico e noto a tutti, quello francescano, che nella Chiesa è diventato un grande albero con tanti rami; e un carisma recentissimo, quello del prete martire Don Pino, che ha dato la vita per amore del suo popolo e specialmente dei suoi ragazzi.
Sia Francesco che Don Puglisi hanno vissuto il Vangelo in “frontiera”. Ma facciamo attenzione: questa parola può diventare uno slogan, magari di moda. No, non vogliamo che sia questo. “Frontiera” è lo stile di Gesù Cristo, che pur essendo Dio, è venuto incontro a noi, pecore smarrite, perduti e senza speranza.
Frontiera è lo stile di Francesco che, come Gesù, si spoglia delle sue ricchezze e si fa mendicante per abbandonarsi completamente alla Provvidenza del Padre che è nei cieli, e così condividere la condizione dei piccoli, degli ultimi, di chi è medicante di pane, ma anche e soprattutto di amore.
Frontiera è lo stile di Don Pino Puglisi, che si fa padre dei ragazzi della sua parrocchia a Brancaccio, va loro incontro sulla strada per toglierli dalla strada, li educa a servire Dio e il prossimo e non a servire i propri interessi e quelli dei mafiosi.
Frontiera non è uno slogan, cari fratelli e sorelle, è uno stile di vita. E lo dimostrano le vostre storie: la vostra, Francesca, Luciana e Antonella; la tua, Gaetano; la tua, Nicoletta; la tua, Vincenzo; la tua, Francesco. Storie diverse, perché ognuno di voi è unico e irripetibile. Ma in tutte c’è un filo d’oro che le lega e le accomuna: il filo dell’amore che vince il male e genera vita. Amore che è accoglienza e ascolto; amore che è vicinanza, tenerezza, compassione; amore che è rispetto, dignità e promozione.
Cari amici, ho citato due carismi ispiratori: quello di Francesco d’Assisi e quello di Don Pino Puglisi. Ma devo dirvi che il nome “Città dei Ragazzi” mi fa pensare anche a un altro carisma: quello di Don Bosco, il carisma salesiano, che spinge a dedicarsi ai ragazzi e ai giovani perché diventino buoni cristiani e onesti cittadini. Mi pare che la Provvidenza, chiamandovi a Mola di Bari per animare la Città dei Ragazzi, abbia voluto farvi anche questo dono.
E infine voglio sottolineare, della vostra esperienza, quello che in realtà è l’elemento più importante, il cardine: al centro c’è Cristo Risorto, il Signore. Se non sbaglio sta proprio nel vostro stemma, Gesù Risorto, perché è al centro della vita dei membri della Comunità. Voi vi consacrate a Lui per trasmettere la sua luce, perché i ragazzi e le ragazze che sono nel buio possano “venire alla luce”, rinascere a una vita nuova.
Vi ringrazio e vi dico: andate avanti, con la forza del Signore e del suo Spirito. Mi raccomando: non perdete mai il suo stile, lo stile di Dio: vicinanza, tenerezza, compassione. Questo è lo stile di Dio. Così spargerete semi di Vangelo sulla vera frontiera del mondo, che è il cuore umano: la vera frontiera. La Madonna vi accompagni, e anche la mia benedizione, che di cuore do a voi e a tutti i membri della Comunità. E per favore, vi chiedo di pregare per me. Grazie.