Cari fratelli e sorelle,
saluto di cuore tutti voi, che vi siete riuniti a Stoccarda in occasione del 102° Katholikentag per rendere onore a Dio e testimoniare insieme la gioia del Vangelo.
“Condividere la vita”. È il motto di queste giornate. Dio è il Creatore e l’Artefice di tutta la vita. Ha insufflato nell’uomo il suo alito di vita. Spesso e in molti modi condivide la sua vita divina con l’uomo, e nel Figlio Gesù Cristo questo “condividere la vita” di Dio raggiunge il suo culmine insuperabile: Egli condivide la nostra vita terrena per consentirci di partecipare alla sua vita divina.
Per questo scende nel più profondo della nostra umanità. Ai poveri e ai sofferenti è rivolto il suo amore particolare, addirittura si identifica con loro (cfr. Mt 25). Così, in questi giorni con il nostro pensiero siamo vicini alle persone in Ucraina e preghiamo per tutti gli uomini, la cui vita è minacciata e condizionata, per tutti coloro che anelano alla pienezza di vita che solo il Signore può dare. Imploriamo la sua pace!
Gesù non solo condivide qualcosa con noi uomini, ma ci dona tutto: se stesso. Egli dà la propria vita per noi. “Dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine” (Gv 13, 1). In modo analogo ci viene rivolto il suo mandato di non vivere solo per noi stessi, ma di dedicare la nostra vita a Dio e al prossimo. Questo dono della propria vita può assumere molteplici forme. Penso per esempio alle madri o ai padri che si dedicano totalmente ai figli, alle molte persone che nel servizio ecclesiale o nelle professioni sociali o caritative mettono la propria vita all’ultimo posto per servire e assistere gli altri. Anche nelle crisi attuali, ringraziando Dio, possiamo constatare quanto è grande la disponibilità di tanti a fare sacrifici anche per gli altri. Nessuno può salvarsi da solo. Siamo tutti seduti nella stessa barca. Per questo è imprescindibile che sviluppiamo la consapevolezza che siamo tutti figli dell’unico Padre, fratelli e sorelle; che abitiamo tutti la stessa casa, che è affidata a tutti noi insieme; che una cosa vive dell’altra e che non possiamo fare a meno di condividere la nostra vita. Solo insieme andiamo avanti. Se ognuno dà ciò che ha da offrire, la vita di tutti diventerà più ricca e bella! Quello che Dio ci dona, ce lo dona anche e sempre perché lo dividiamo con gli altri e lo rendiamo fecondo per gli altri.
San Martino, patrono della diocesi di Rottenburg-Stuttgart, da questo punto di vista è per noi uno fulgido esempio. Dividendo il suo mantello non donò al mendicante che aveva freddo solo il calore capace di salvare la vita, ma anche riconoscimento e apprezzamento umani. Tutti coloro che portano il nome di Gesù Cristo sono chiamati a seguire l’esempio del santo e a rendere partecipi dei nostri mezzi e delle nostre possibilità quanti hanno bisogno di aiuto. Siamo vigili mentre percorriamo la vita e vedremo molto presto dove c’è bisogno di noi.
Infine vorrei ricordare un altro aspetto del condividere con gli altri: di fatto, non solo tutti – anche il più povero – hanno qualcosa che possono donare agli altri. È vero anche il contrario, cioè che tutti – anche il più ricco – mancano di qualcosa e quindi hanno bisogno dei doni delle altre persone. Accettare qualcosa dagli altri a volte è più difficile che donare qualcosa, poiché ciò implica l’ammissione della propria imperfezione. Pietro dovette imparare con fatica ad accettare il servizio del suo Maestro durante la lavanda dei piedi. Imploriamo anche noi l’umiltà di riuscire ad accettare qualcosa dagli altri.
La Beata Vergine Maria è un esempio di questo atteggiamento umile verso Dio, che spera tutto da lui e che è il presupposto perché egli possa offrirci i suoi doni. Ella implora e attende in mezzo agli apostoli lo Spirito Santo, e ancora oggi implora al nostro fianco e con noi questo dono tra i doni.
In tal senso, in questi giorni vi includo in modo particolare nella mia preghiera. Per favore, non dimenticatevi di pregare anche per me! Di cuore auguro a tutti voi un bel Katholikentag!
Dal Vaticano, 20 maggio 2022
FRANCESCO