Dal prossimo 13 dicembre il Palazzo Lateranense aprirà le sue porte ai visitatori. Quasi tremila metri quadri, dieci sale, l’appartamento papale, la cappella privata, lo scalone monumentale che porta direttamente nella basilica di San Giovanni in Laterano. E il tavolo della firma dei Patti Lateranensi. Sorprenderà il visitatore il “Palazzo Lateranense – La Casa del Vescovo di Roma”. Un allestimento completamente nuovo, un percorso in sicurezza – accessibile a tutti – che attraversa il primo piano del Palazzo Apostolico. L’ingresso sarà da piazza di Porta San Giovanni, proprio accanto alla cattedrale di Roma. Sarà possibile accedere al sito solo con visite guidate, in gruppi di massimo 30 persone. Li accompagneranno le Suore Missionarie della Divina Rivelazione, che da anni a Roma propongono itinerari di arte e fede.
Il suggerimento del Papa
È stato Papa Francesco a suggerire di rivitalizzare il Palazzo Lateranense, che per secoli è stato la residenza dei Papi, prima del Vaticano. In una lettera dello scorso 20 febbraio, indirizzata al cardinale vicario Angelo De Donatis, il Santo Padre scriveva: «La Chiesa nel corso dei secoli ha sempre operato per promuovere quanto frutto del genio e della maestria degli artisti, spesso testimonianza di esperienze di fede e quali strumenti per dare onore a Dio. Questo non solo per amore dell’arte, ma anche per salvaguardare il patrimonio culturale di fronte a sfide e a pericoli che l’avrebbero privato della sua funzione e del suo pregio.
Tale speciale responsabilità, accompagnata dall’attenta sollecitudine nel considerare luoghi, edifici e opere espressioni dello spirito umano e parte integrante della cultura dell’umanità, ha consentito ai miei Predecessori di tramandarli alle diverse generazioni e di adoperarsi per conservarli e renderli disponibili a visitatori e studiosi. Un compito che anche oggi impegna il Vescovo di Roma nel rendere fruibile la bellezza e il rilievo dei Beni e del patrimonio artistico affidato alla sua tutela».
De Donatis: Condividere un bene così grande
«Conosciamo bene il significato profondo di questo luogo – sottolinea il cardinale De Donatis – e sarebbe stato davvero un peccato non aprirlo al pubblico. Un bene così grande va condiviso, va offerto agli altri. Chi era attaccatissimo a questo luogo, e addirittura voleva venire a viverci, era Giovanni XXIII. Papa Francesco, da un po’ di tempo a questa parte, firma tutti i suoi documenti dal Laterano per mettere in evidenza il legame con il luogo che custodisce la cattedra del vescovo di Roma».
Evangelizzare con l’arte
Ad accompagnare i visitatori saranno le Missionarie della Divina Rivelazione. «È un grande privilegio e un grande onore per noi svolgere questo servizio di evangelizzazione attraverso l’arte – commentano – Quello all’interno del Palazzo Lateranense sarà un viaggio entusiasmante tra le pagine della storia della Chiesa. Qui arte e fede si intrecciano in una fecondità luminosa che riesce a trasmettere stupore, sapienza e bellezza alle diverse generazioni».
Una storia che risale al IV secolo
La storia del Palazzo Lateranense risale al 28 ottobre 312, quando le truppe di Costantino sconfissero Massenzio a Ponte Milvio. Sul soglio di Pietro c’era Papa Milziade I, al quale Costantino donò l’area e le costruzioni un tempo appartenute all’antica famiglia dei Laterani.
«Costantino – dice suor Rebecca Nazzaro, superiora delle Missionarie della Divina Rivelazione – concesse la libertà di culto con l’Editto di Milano del 313 e si fece promotore della costruzione dei luoghi di culto per i cristiani che, fino a quel tempo, avevano professato la loro fede tra intolleranze e persecuzioni.
La basilica del Santissimo Salvatore, che in seguito sarà dedicata anche ai santi Giovanni Battista ed Evangelista, sarà l’unica non costruita sulla sepoltura di un martire, bensì come ex voto suscepto (per grazia ricevuta), sui resti dei Castra Nova Equitum singularium, caserma dei pretoriani del rivale di Costantino, Massenzio. La basilica fu consacrata il 9 novembre del 318 e venne dedicata al Santissimo Salvatore da Papa Silvestro I. Ad essa, oltre che il Battistero, venne poi annesso il Patriarchium, noto come La Casa del Vescovo di Roma».
Residenza dei Papi per mille anni
Nel corso dei secoli questi luoghi conobbero danneggiamenti, traversie e saccheggi. Il massimo splendore risale al periodo medioevale, sotto Innocenzo III e Bonifacio VIII. Il Palazzo ricoprì la funzione di residenza dei Papi per circa mille anni, tranne il breve periodo viterbese. Al ritorno dopo la “cattività Avignonese” (1309-1377), i Pontefici preferirono altre residenze (Quirinale e Vaticano). Tuttavia, il Palazzo continuerà a mantenere intatta la prerogativa di Patriarchium: tutti i Papi, difatti, una volta eletti al soglio pontificio, faranno la loro presa di possesso nel Laterano.
La riqualificazione urbanistica di tutto il complesso avvenne per volontà di Papa Sisto V (1585-1590). In soli cinque anni di pontificato avviò una serie di operazioni di ristrutturazione e di edificazione nell’area circostante e in tutta la città. Alla fine, però, Sisto V riuscì a stare al Laterano soltanto un anno e tutti i suoi successori scelsero come dimora il Vaticano.