Nel Video del Papa del mese di luglio l’intenzione di preghiera diffusa attraverso la Rete Mondiale di Preghiera del Papa riguarda “L’amicizia sociale, via proposta per un mondo malato nell’enciclica Fratelli Tutti”. “Preghiamo affinché, nelle situazioni sociali, economiche e politiche conflittuali, siamo coraggiosi e appassionati artefici del dialogo e dell’amicizia”.
Nel suo breve messaggio, il S. Padre afferma: “La Bibbia dice che chi trova un amico trova un tesoro. Vorrei proporre a tutti di andare oltre i gruppi di amici e di costruire l’amicizia sociale tanto necessaria per la buona convivenza. Ritrovarci soprattutto con i più poveri e vulnerabili. Quelli che vivono nelle periferie. Allontanarci dai populismi che sfruttano l’angoscia del popolo senza dare soluzioni, proponendo una mistica che non risolve nulla.
Fuggire dalla polarizzazione
Fuggire dall’inimicizia sociale, che distrugge soltanto, e uscire dalla “polarizzazione”. E questo non è sempre facile, soprattutto oggi, quando una parte della politica, della società e dei media si impegna a creare nemici per poi sconfiggerli in un gioco di potere. Il dialogo è il cammino per guardare la realtà in modo nuovo, per vivere con passione le sfide nella costruzione del bene comune. Preghiamo affinché, nelle situazioni sociali, economiche e politiche conflittuali, siamo coraggiosi e appassionati artefici del dialogo e dell’amicizia, uomini e donne che tendono sempre la mano, e perché non ci sia più spazio per l’inimicizia e la guerra”.
Papa Francesco chiede dunque di pregare per costruire il bene comune con uomini e donne che si tendono la mano a vicenda, restando sempre al fianco dei più poveri e vulnerabili. Anche se in generale si può dire che a livello mondiale il numero di morti nelle guerre sia diminuito dal 1946, i conflitti e la violenza all’interno delle società sono più presenti che mai. E per quanto tutto ciò non degeneri sempre in scontri fisici, si può comunque constatare una polarizzazione crescente che finisce per contaminare molti rapporti.
Il Papa lo diceva già nel 2016: “Vediamo, ad esempio, come rapidamente chi sta accanto a noi non solo possiede lo status di sconosciuto o di immigrante o di rifugiato, ma diventa una minaccia, acquista lo status di nemico”. Fin da allora vedeva con preoccupazione come la polarizzazione e l’inimicizia fossero un “virus” che invadeva il nostro modo di pensare, di sentire e di agire.
E contro questo pericoloso modo di fare politica, occorre un’amicizia che può servirci come ponte per continuare a creare una cultura dell’incontro e che ci avvicina, soprattutto, a chi è nelle periferie, ai più poveri e vulnerabili.
Dialogare per costruire il bene comune
Nell’enciclica, Fratelli tutti, il Papa ha dedicato il sesto capitolo al tema “Dialogo e amicizia sociale”: “L’autentico dialogo sociale presuppone la capacità di rispettare il punto di vista dell’altro, accettando la possibilità che contenga delle convinzioni o degli interessi legittimi”. Nella sua intenzione di preghiera di luglio, il Pontefice rafforza questa idea rivendicando il dialogo come grande opportunità “per guardare la realtà in modo nuovo, per vivere con passione le sfide nella costruzione del bene comune”.
Tendere al dialogo significa rompere con la logica della polarizzazione per fare spazio al rispetto, senza voler distruggere l’altro. Nelle differenze può esserci ricchezza, ma se non c’è dialogo si corre il rischio che queste stesse differenze si trasformino in ostilità, minaccia e violenza. “Proveniamo da terre lontane, abbiamo usanze, colore della pelle, lingue e condizioni sociali diversi; pensiamo in modo diverso e celebriamo anche la fede con riti diversi. E niente di tutto questo ci rende nemici, al contrario, è una delle nostre più grandi ricchezze”, ha detto il Papa qualche anno fa.
Uomini e donne artefici di dialogo e di amicizia
Il gesuita Frédéric Fornos, direttore internazionale della Rete Mondiale di Preghiera del Papa, ha osservato che questa intenzione “evidenzia il desiderio del Santo Padre di riuscire a ‘far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità’. Il dialogo – quello autentico, non i monologhi paralleli – deve essere il nostro primo strumento di risoluzione dei conflitti sociali, economici e politici. Tutti gli studi accademici internazionali mostrano che la polarizzazione è aumentata molto negli ultimi anni, anche nelle democrazie più solide.
Per questo la richiesta di Francesco di essere artefici di amicizia e di riconciliazione è ancora più urgente nel mondo di oggi, in cui – come ha ricordato Benedetto XVI nella sua enciclica Caritas in veritate – la società sempre più globalizzata ci rende più vicini, ma non più fratelli. Dipende tutto da noi, e per questo bisogna pregare per questa intenzione. Chiediamo a Gesù di aiutarci in questo cammino: è Lui la via per la vera amicizia sociale”.