16 Aprile, 2025

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Speranza cristiana

Sabato Santo: quando la speranza è l'unica luce

Speranza cristiana
Pexels . Alem Sánche

Quarto giorno (di 5) dei “Colloqui di Quaresima” 2025, nella parrocchia di San Cosme e San Damián, Burgos. Commento agli eventi del Sabato Santo: Venuta la sera, poiché era la Preparazione, la vigilia del sabato, venne Giuseppe d’Arimatea, membro illustre del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio. Si presentò risolutamente a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto; e, chiamato il centurione, gli chiese se fosse morto da molto tempo. Informato dal centurione, concesse il corpo a Giuseppe. Egli comprò un lenzuolo, calò Gesù dalla croce, lo avvolse nel lenzuolo e lo depose in una tomba scavata nella roccia. Fece rotolare una pietra contro l’entrata della tomba. Maria Maddalena e Maria, madre di Ioses, osservavano dove lo deponevano. Dopo il sabato, Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungere Gesù. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, al levar del sole, vennero al sepolcro (Mc 15,38-16,2)

Arriviamo al Sabato Santo dopo aver percorso il doloroso cammino del Triduo pasquale. Il Giovedì Santo, Gesù si consegna nel Cenacolo; Il Venerdì Santo porta la croce e muore. E sabato… Sabato è il giorno del silenzio. Gesù è sepolto. Dio sembra assente.

I Vangeli menzionano appena quel giorno. Marco racconta che, dopo la sepoltura da parte di Giuseppe d’Arimatea, «dopo il sabato, Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono aromi per ungere Gesù». Nient’altro. È il giorno di riposo ebraico, in cui non si fa nulla. Ma è soprattutto il giorno della desolazione.

Quel silenzio risuona forte oggi. Viviamo in un nuovo “Sabato Santo”: un tempo senza Dio. Non si tratta più del tragico grido di Nietzsche: “Dio è morto”, ma di un’indifferenza banale e superficiale che nega persino la possibilità che qualcosa abbia valore.

Il sociologo francese Emmanuel Todd, per nulla sospettato di misticismo, descrive il passaggio dalla fede attiva al cristianesimo “zombie” (dove permangono resti della tradizione) e infine alla “religione zero”, dove Dio è scomparso dall’orizzonte. Ci siamo. Nel vuoto. Eppure, come allora, c’è una fiamma che arde: quella di Maria.

Solo Maria, in quel primo Sabato Santo, mantiene viva la fede. Ha sentito Gesù dire che risorgerà. E lui ci crede. Questa certezza si chiama speranza. Non è ottimismo. Non significa “andrà tutto bene”. Significa confidare in ciò che Dio ha promesso: sollievo, misericordia e vita eterna.

Gesù promette sollievo, non soluzioni magiche. “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò riposo.” Alleviare significa dare senso, rafforzare, accompagnare. Serve a curare la solitudine.

Gesù promette misericordia. Perdona tutti i peccati. Ci chiede solo un passo: avvicinarci al confessionale. E Lui, come il padre del figliol prodigo, ci corre incontro, ci abbraccia, ci copre di baci.

Gesù promette la vita eterna. Una prova, sì, ma davanti al suo sguardo amorevole, dove tutto diventerà chiaro. Benedetto XVI parla di tre destini: coloro che si aprono completamente all’amore, coloro che lo rifiutano completamente e coloro che hanno bisogno di purificarsi. Per questi ultimi, le nostre croci quotidiane sono opportunità.

Maria, quel sabato di più di duemila anni fa, non si disperò. Non resta con le mani in mano, ma attende attivamente, perché sa che Gesù ritornerà. Questa è la speranza cristiana. Vivi sapendo che Dio mantiene le sue promesse. Che la sofferenza abbia un significato. Che l’amore abbia l’ultima parola.

Oggi, mentre il mondo barcolla nel suo sorridente nichilismo e molti vivono senza uno scopo, Maria ci insegna ad aspettare. Avere fiducia. Per vivere diversamente.

Maria, nostra speranza, prega per noi.

Giorno Uno: Pasqua o niente: il cuore della fede cristiana

Secondo giorno: Morire a se stessi, Nascere per amare

Terzo giorno: Il sacrificio cristiano

Quarto giorno: Speranza cristiana

Luis Herrera Campo

Nací en Burgos, donde vivo. Soy sacerdote del Opus Dei.