13 Aprile, 2025

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“Il cristianesimo, potente motore di trasformazione sociale”

Intervista a Rafael Domingo Oslé, autore di Il significato del cristianesimo

“Il cristianesimo, potente motore di trasformazione sociale”

La sfera dei libri ha appena pubblicato il saggio intitolato “Il significato del cristianesimo“, scritto da Rafael Domingo Oslé, professore di diritto e titolare della cattedra Álvaro d’Ors presso l’Università di Navarra. In quest’opera, l’autore esplora la rilevanza del cristianesimo nel contesto attuale, invitando i lettori a riconsiderare il suo ruolo e a promuovere un dialogo che colleghi la tradizione culturale con le trasformazioni del mondo moderno.

Rafael Domingo Oslé rivela come un cristianesimo vissuto pienamente possa guarire la società e aprire la strada al dialogo, al perdono e alla trascendenza.

Qual è la tesi centrale che sostieni nel tuo libro?

La tesi centrale del mio libro è che il cristianesimo, se vissuto al massimo delle sue potenzialità, ha molto da offrire alla nostra epoca secolarizzata. Saldamente radicato nella società, il cristianesimo illumina la nostra comunità politica, arricchisce la nostra identità e promuove valori essenziali quali il rispetto, la tolleranza, il perdono, la solidarietà e la misericordia. In un contesto di crescente polarizzazione, il cristianesimo offre un modello di dialogo e riconciliazione, nonché una visione olistica che integra diverse dimensioni della realtà, dalla politica alla spiritualità.

Perché ritieni essenziale aprirsi alla trascendenza?

Aprirsi alla trascendenza permette alle persone di trovare un significato più profondo nella propria vita e di scoprire che non esiste un sé senza un noi, né un noi senza un sé. Non esiste un essere umano senza un Dio creatore. Questo approccio è essenziale per costruire comunità politiche coese e solidali che non deifichino o assolutizzino il potere dello Stato laico.

Nel suo libro menziona il concetto di “Dio-Amore”. Cosa significa questo nel contesto del cristianesimo?

Il concetto di “Dio-Amore” è centrale nel Cristianesimo. Ci ricorda che Dio non è solo un essere supremo, distante e onnipotente, ma è Amore in essenza, la fonte dell’amore incondizionato che nutre le nostre vite. Questa comprensione implica che il nostro rapporto con Dio non si basa sulla paura o sull’obbligo, ma su un rapporto filiale, amorevole e trasformativo, fino al punto di divinizzarci. Quando una società si apre a questa visione di Dio, diventa un luogo sacro, più dignitoso e abitabile.

Perché definisci il cristianesimo la religione del perdono?

Perché sicuramente lo è. Sebbene tutte le principali religioni parlino di perdono, nessuna lo fa con la stessa radicalità di Gesù Cristo, che ci invita ad amare (perdonare) anche i nostri nemici, e a farlo incondizionatamente e sempre. In un mondo in cui spesso prevalgono risentimento e vendetta, il cristianesimo offre un modello di perdono radicale che può spezzare questo ciclo distruttivo.

Potresti spiegare meglio cosa offre il cristianesimo oggi?

Ovviamente. Il cristianesimo fornisce valori e principi che possono guidare la società nel suo insieme. Ad esempio, il rispetto e la dignità umana sono pilastri del cristianesimo che possono aiutare a contrastare la disumanizzazione spesso riscontrabile nel discorso pubblico. Inoltre, il cristianesimo fornisce un solido quadro etico per affrontare problemi sociali quali povertà, ingiustizia e disuguaglianza. L’insegnamento di Gesù Cristo sull’amore per il prossimo ci spinge ad agire a favore di coloro che soffrono. Questo non è solo un invito all’azione individuale, ma anche alla responsabilità collettiva per creare sistemi che promuovano la giustizia e il bene comune.

Qual è l’importanza della contemplazione nella vita moderna e come può trasformare il nostro rapporto con il mondo?

In un mondo che privilegia velocità ed efficienza, la contemplazione si rivela una necessità vitale. Questa pratica ci consente di immergerci nella realtà senza i limiti dell’analisi mentale e ci offre una comprensione più profonda e spirituale di ciò che ci circonda. Attraverso la contemplazione scopriamo la bellezza insita nella quotidianità e sviluppiamo una connessione con il trascendente. In questo senso, la contemplazione agisce come antidoto alla superficialità imposta dal sottoprodotto del risveglio.

Cosa intende nel suo libro con l’espressione “cristianesimo consapevole”?

Mi riferisco a un cristianesimo attraente e rinnovato, capace di trasformare la società, proprio come fecero i primi cristiani. Questo approccio si concentra sulla necessità di promuovere un dialogo arricchente tra credenti e non credenti, nonché di promuovere una società che abbracci la trascendenza e l’amore divino. In un mondo segnato dalla frammentazione e dalla polarizzazione, questo modo di vivere il cristianesimo diventa un potente anello di integrazione sociale, con il potenziale sufficiente per ripristinare l’armonia perduta.

Exaudi Redazione