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Felipe Arizmendi

Voci

05 Marzo, 2025

4 min

Cardinale Arizmendi: Quaresima per la speranza

Sei una speranza o un ostacolo al suo raggiungimento?

Cardinale Arizmendi: Quaresima per la speranza

Il cardinale Felipe Arizmendi, vescovo emerito di San Cristóbal de Las Casas e responsabile della Dottrina della fede presso la Conferenza episcopale messicana (CEM), offre ai lettori di Exaudi il suo articolo settimanale.

FATTI

Questo mercoledì iniziamo la Quaresima, quaranta giorni di preparazione alla celebrazione centrale del cristianesimo: la morte e la resurrezione di Gesù. Il suo scopo è purificarci da tutto ciò che ci impedisce di risorgere con il Signore a una vita nuova. Ciò implica morire ai difetti e ai peccati che ognuno di noi può avere. Vogliamo tutti una primavera di pace, giustizia, verità e amore nelle nostre famiglie e comunità, così come in tutto il mondo; Ma da chi dipende tutto questo? Dai governanti e da altre istanze, certamente; ma anche di noi. Tu e io dobbiamo fare la nostra parte, essere seminatori di speranza e non lasciare tutto al governo, né dare la colpa solo agli altri, ma assumerci la responsabilità dei cambiamenti che desideriamo ardentemente.

Il nuovo Presidente degli Stati Uniti si sente padrone del mondo e, con i suoi sfoghi, cerca di influenzare tutto, avendo in mente e a cuore soprattutto il maggiore benessere economico del suo Paese. Impone tariffe senza un dialogo preventivo con gli interessati; minaccia e umilia coloro che non si inginocchiano davanti a lui; espellere quanti più migranti possibile; C’è qualche speranza di controllarlo? Chiediamo tutti la fine dell’invasione russa dell’Ucraina, accordi di pace in Medio Oriente, rispetto e armonia sociale ad Haiti, Nicaragua e Venezuela; Chi è responsabile della realizzazione di questi sogni? Abbiamo denunciato le estorsioni e l’insicurezza subite dal nostro popolo; Abbiamo segnalato tutto questo ai responsabili del controllo dei diritti dei cittadini; ma i problemi rimangono; non c’è speranza?

Mi sono preso cura di persone malate di cancro e di altri malati; Ho sentito parlare di mogli che soffrono di machismo persistente; Mi è stato chiesto di intervenire nei conflitti tra studenti di un istituto scolastico; Ho condiviso il dolore di chi ha subito abusi durante l’infanzia, di chi non riesce a trovare lavoro, di chi ha problemi di vario tipo. C’è speranza? Chi è responsabile di cambiare queste situazioni?

FULMINE

Papa Francesco, con il quale condividiamo la preoccupazione per la sua salute, ha scritto il suo tradizionale messaggio per questa Quaresima, intitolato Camminiamo insieme nella speranza, proprio per incoraggiarci in questa virtù; ma ci dice che questo dipende anche da noi.

“Il motto del Giubileo, ‘Pellegrini della speranza’, evoca il lungo cammino del popolo d’Israele verso la terra promessa. Non possiamo ricordare l’esodo biblico senza pensare a tanti fratelli e sorelle che oggi fuggono da situazioni di miseria e violenza, cercando una vita migliore per sé e per i propri cari. Qui sorge un invito alla conversione. Ognuno può chiedersi: come posso lasciarmi sfidare da questa condizione? Sono davvero sulla strada giusta o sono un po’ paralizzato, statico, spaventato e senza speranza; o soddisfatto nella mia zona di comfort? Cerco vie di liberazione da situazioni di peccato e di mancanza di dignità? Sarebbe un buon esercizio quaresimale confrontarci con la realtà concreta di qualche immigrato o pellegrino, lasciando che ci interroghi, per scoprire ciò che Dio ci chiede, per essere migliori camminatori verso la casa del Padre. Questo è un buon test.

I cristiani sono chiamati a camminare insieme, mai come viaggiatori solitari. Lo Spirito Santo ci incoraggia a uscire da noi stessi per andare verso Dio e verso i fratelli, e a non chiuderci mai in noi stessi. Camminare insieme significa essere artigiani di unità, a partire dalla comune dignità di figli di Dio; Significa camminare fianco a fianco, senza calpestare o sopraffare gli altri, senza covare invidia o ipocrisia, senza lasciare che nessuno resti indietro o si senta escluso. Stiamo andando nella stessa direzione, verso lo stesso obiettivo, ascoltandoci a vicenda con amore e pazienza. Chiediamoci davanti al Signore se abbiamo un atteggiamento di accoglienza, con gesti concreti, verso le persone che vengono da noi e verso quelle che sono lontane; se facciamo sentire le persone parte della comunità o se le emarginiamo.

Dobbiamo chiederci: ho la convinzione che Dio perdona i miei peccati oppure mi comporto come se potessi salvarmi da solo? Desidero ardentemente la salvezza e invoco l’aiuto di Dio per riceverla? Vivo concretamente la speranza che mi aiuta a leggere gli eventi della storia e mi spinge a impegnarmi per la giustizia, la fraternità e la cura della casa comune, agendo in modo che nessuno rimanga indietro?

AZIONI

Cosa puoi fare per far sì che questa Quaresima sia un viaggio primaverile per te, la tua famiglia e la tua comunità? È molto bene che tu offra qualche sacrificio corporale, che ti astenga da certi cibi o bevande, ma anche che tu decida cosa fare affinché alcune situazioni personali, familiari o comunitarie siano trasformate e che tu diventi costruttore di pace, di giustizia e di fraternità. Si potrebbe dire che non c’è nulla che si possa fare per invertire la tendenza dei problemi nazionali e internazionali; ma la speranza familiare e sociale dipende anche da te. Sei una speranza o un ostacolo al suo raggiungimento?