Cardinale Arizmendi: Insieme costruiamo la Pace

Un appello alla fraternità e all’azione sociale in questo Natale

Paz
Unsplash. Sunguk Kim

Il cardinale Felipe Arizmendi, vescovo emerito di San Cristóbal de Las Casas e responsabile della Dottrina della Fede presso la Conferenza dell’Episcopato Messicano (CEM), offre ai lettori di Exaudi il suo articolo settimanale.

ASPETTO

Siamo vicini al Natale, che è la presenza visibile e sensibile di Dio in mezzo a noi, con il suo messaggio iniziale a Betlemme che ci porta la pace. È la pace che cerchiamo di costruire insieme.

La Presidente del nostro Paese, Dott.ssa Claudia Sheinbaum, ha organizzato un incontro con tutti i governatori del Paese, di diversi partiti politici, per chiedere loro di lavorare insieme per la sicurezza nazionale, che è uno dei problemi più delicati che abbiamo. Quando era con noi vescovi, nella nostra assemblea dello scorso novembre, ha espresso la sua disponibilità a collaborare insieme sulle questioni che richiedono attenzione nel Paese, ciascuno per le proprie competenze. Da parte sua, il Segretario degli Interni, Lic. Rosa Icela Rodríguez, ha invitato le diverse forze politiche a unirsi di fronte alle minacce economiche e migratorie del prossimo Presidente degli Stati Uniti.

Durante la recente campagna elettorale, la nostra Conferenza Episcopale ha invitato i candidati alle cariche pubbliche, così come gli imprenditori e le altre forze sociali, a unirsi per cercare vie verso la pace sociale. L’attuale Presidente ha presentato alcune riserve alla nostra visione della realtà, ma queste prevalgono nella sua revisione della strategia contro la criminalità organizzata, che alcuni chiamano criminalità autorizzata. La strategia del suo predecessore ha concesso molta libertà d’azione a questi gruppi, e si tratta di invertire questa realtà.

Dal 1992, gli allora vescovi del Chiapas, insieme a leader di altre confessioni cristiane, organizzarono il Consiglio interreligioso, non per discutere questioni dottrinali, ma per lavorare insieme per il bene della comunità. I suoi statuti dicono che ci proponiamo, tra le altre cose: “Collaborare al processo di pacificazione del Chiapas e contribuire con azioni di solidarietà alla soluzione dei problemi del Chiapas e della Nazione”.

DISCERNERE

Papa Francesco, in un incontro mondiale sulla fraternità umana, ha espresso: “Il sentimento di fraternità che ci unisce è più forte dell’odio e della violenza; In effetti, ci unisce tutti nello stesso dolore. È da qui che si parte e si riparte, dal significato del sentirsi insieme, scintilla che può riaccendere la luce per fermare la notte dei conflitti. Quando gli uomini e le società scelgono la fratellanza, cambiano anche le politiche: la persona torna a prevalere sul profitto. La pace ha bisogno di fraternità e la fraternità ha bisogno di incontro” (10 giugno 2023).


In un discorso agli imprenditori latinoamericani, ha detto: “Per poter affrontare il mare del mondo e le tempeste che si presentano, è necessario unirsi, creare reti, aiutarsi a vicenda. Il servizio che svolgono non è astratto, ma a ciascuna persona e a ciascun popolo, e per questo è necessario agire insieme, senza trascurare nessuno e senza lasciare indietro nessuno. Una sfida piuttosto complessa” (VI-1-2023).

In un altro messaggio affermava: “Ritengo importante che il nostro sguardo non si concentri tanto su ciò che ognuno di noi, con le migliori intenzioni, potrebbe proporre, quanto piuttosto sull’assoluta necessità di sedersi e ascoltare gli altri. È urgente costruire ponti che possano aiutarci a trovare insieme soluzioni praticabili che non escludano nessuno. Il tutto nel dialogo e con l’orizzonte ampio della fraternità universale. È insieme, nella fraternità e nella solidarietà, che possiamo costruire la pace, garantire la giustizia e superare gli eventi più dolorosi. Questa è la chiave per ritrovare l’equilibrio, perché solo insieme possiamo affrontare le diverse crisi morali, sociali, politiche ed economiche che soffriamo e che sono tutte interconnesse” (I-20-2023).

Riguardo a questa costruzione comune della pace, i vescovi messicani affermano: “L’urgenza di costruire una pace salda e duratura nel nostro Paese esige che la Chiesa sappia sedersi al tavolo con tanti altri invitati: organizzazioni cittadine, confessioni religiose, autorità civili , enti educativi, settori politici e media, tra gli altri, affinché insieme, e apportando ciò che è unico per ciascuno, possiamo ricostruire il tessuto sociale del nostro Paese. Crediamo che sia urgente lavorare per la pace del nostro popolo e raggiungere impegni concreti. Come società messicana, è necessario combattere tutte le situazioni di corruzione, impunità e illegalità che generano violenza e ripristinare le condizioni di giustizia, uguaglianza e solidarietà che costruiscono la pace” (PGP 175). A tal fine ci siamo impegnati a “dialogare e collaborare con la società civile e con le organizzazioni nazionali e internazionali per costruire la pace” (PGP 176 c).

ATTO

Vogliamo che ci sia il vero Natale, nelle famiglie, nelle nostre città e nelle campagne? Ognuno di noi può apportare non solo buone idee, né solo critiche al sistema, ma soprattutto alcune azioni che aiutano a ricostruire l’armonia sociale. È l’annuncio dell’Angelo ai pastori: Gloria a Dio nei cieli e pace sulla terra. Con l’aiuto di Dio e della Vergine Maria è possibile avere un Paese nella pace sociale. Facciamo tutto quello che possiamo. La festa di Natale dipende anche da noi.