Il Papa inizia la catechesi legata al Giubileo: “Gesù Cristo, nostra speranza”

Con l’apertura della Porta Santa a meno di sei giorni di distanza, Papa Francesco tiene l’udienza generale settimanale e inizia il ciclo di catechesi che caratterizzerà tutto l’Anno Giubilare, focalizzandosi su “Gesù Cristo, nostra speranza”

Con il conto alla rovescia per il Giubileo che si avvicina, Papa Francesco ha iniziato un nuovo ciclo di catechesi ispirato specificamente dall’Anno Santo. Questo nuovo ciclo, che si svolgerà durante tutto il Giubileo, si concentra sul tema “Gesù Cristo, nostra speranza”.

Due Vangeli, una Storia

Alla luce di questo nuovo focus per le catechesi delle Udienze Generali, il Papa ha descritto Gesù come “l’obiettivo del nostro pellegrinaggio, e Lui stesso è la via, il cammino da seguire”. Questo ciclo sarà suddiviso in diverse parti, a cominciare dall’infanzia di Gesù, ispirata dai Vangeli di Matteo e Luca.

Riflettendo su questi Vangeli, il Papa ha spiegato che essi “richiamano le profezie messianiche” che si sono realizzate con la nascita di Gesù e la sua discendenza attraverso l’Antico Testamento. Sebbene entrambi gli evangelisti presentino l’infanzia e la giovinezza di Gesù, c’è una differenza unica.

“Luca racconta gli eventi dalla prospettiva di Maria”, ha descritto Papa Francesco. “Matteo lo fa dalla prospettiva di Giuseppe, enfatizzando una paternità così unica.”

Un Antico Test del DNA

Il Vangelo di Matteo inizia tracciando la genealogia di Gesù da Abramo a Giuseppe e Maria. Diventa un elenco di nomi che “vuole mostrare la verità della storia e la verità della vita umana.”

Il culmine della discendenza di Gesù è la sua nascita, in quanto “tutto si conclude e fiorisce in Maria e Cristo”. Elencare tutti i nomi dimostra la “verità della vita umana che passa da una generazione all’altra.”

Ogni nome rappresenta un nuovo capitolo. Ogni nome “racchiude un’identità e una missione unica; appartenenza a una famiglia e a un popolo; e, infine, l’adesione alla fede nel Dio di Israele.”

Una Genealogia Speciale

Tra i vari generi letterari presenti nei Vangeli, la genealogia trasmette un messaggio essenziale: “Nessuno dà la vita a se stesso, ma la riceve come un dono da altri.”

L’albero genealogico di Gesù segue il popolo e le famiglie che compongono il popolo scelto di Dio e tramandano la fede dei padri alla generazione successiva.

Eppure, la genealogia nel Nuovo Testamento ha una differenza sorprendente rispetto a quelle dell’Antico Testamento. Vengono elencati i nomi di cinque donne: Tamar, Rahab, Ruth, Betsabea e Maria di Nazareth. Papa Francesco ha spiegato che le prime quattro sono unite “non dal fatto che siano peccatrici… ma dal fatto che sono straniere al popolo di Israele.”


Come scriveva Papa Benedetto XVI, il Vangelo di Matteo evidenzia che attraverso i Gentili, Gesù entra nel mondo. “La sua missione sia verso i Giudei che verso i Gentili diventa visibile.”

Maria: La Donna che Si Distacca

L’ultima donna menzionata nella genealogia è Maria, la madre di Gesù. A differenza delle quattro precedenti, lei non è elencata “insieme all’uomo nato da loro o a colui che li ha generati.”

Il Papa ha chiarito che questo dimostra che “Maria segna un nuovo inizio” perché la sua storia illustra che “la creatura umana non è più colei che genera, ma Dio stesso.”

Una Nascita per Tutti

Quando viene elencato Gesù, viene utilizzato il termine “è nato”. Papa Francesco ha riflettuto su questo termine, dicendo che la sua nascita era destinata sia agli ebrei che ai non ebrei.

Poiché Gesù è figlio di Re David, è “innestato da Giuseppe in quella dinastia e destinato a essere il Messia di Israele.” Tuttavia, essendo anche figlio di stranieri, è “destinato a essere la ‘Luce per i Gentili.'”

Il Papa ha concluso invitando tutti a “risvegliare in noi una memoria grata verso i nostri antenati” e a ringraziare Dio, “che, attraverso la Madre Chiesa, ci ha generati alla vita eterna, la vita di Gesù, nostra speranza.”

Fiori davanti al Reliquiario d’Oro di Santa Teresa di Lisieux

All’inizio dell’Udienza, Papa Francesco ha venerato le reliquie di Santa Teresa di Lisieux offrendo un mazzo di fiori.

Conservate in un reliquiario d’oro, rimarranno a Roma nella Chiesa della Trinità dei Monti, vicino alla Scalinata di Spagna, per tutto l’Anno Giubilare.