Il rispetto per la Natura, non c’è dubbio, è molto apprezzato nei tempi in cui viviamo. Tempi di postmodernità, nel senso che, dopo aver sperimentato gli effetti indesiderati imprevisti della modernità, si tratta di modificarli. Tra le idee di modernità che si delineano con maggiore definizione, grazie ad autori come Cartesio (1596-1650), c’è quella della libertà intesa come liberazione.
L’intera realtà, sulla quale la saggezza incessantemente si interroga, intravedendo risposte da tempo immemorabile; La modernità la intende come composta da tre componenti: il principio supremo e assoluto, il soggetto umano osservante e ciò che viene direttamente osservato: la natura.
Sappiamo che la nascita della filosofia greca, durante l’era cosiddetta presocratica: tra il VII e il VI secolo prima dell’era cristiana; È caratterizzato dalla ricerca del principio supremo dai fenomeni naturali.
Secondo Giovanni Reale (1931-2014), eminente studioso di filosofia antica; Sono i Pitagorici a concepire il mondo che osserviamo come un cosmo, un tutto ordinato, predisposto da un principio supremo. Infatti, cosmo, in greco classico, è un sostantivo del verbo kosmeō il cui significato è: ordino, adeguo secondo una certa regola. Quindi il cosmetico è ciò che consente la cura personale.
La saggezza pitagorica riconosce, per esperienza ordinaria, che i principi del cosmo sono i principi dei numeri. Il pitagorismo è apprezzato dai saggi dei tempi moderni come Galileo. È riconosciuto che la natura può essere compresa attraverso la matematica, ponendo così le basi della fisica moderna.
Insieme a questo già citato riconoscimento di un ordine interno, di uno statuto proprio della natura; Nella modernità si presenta il desiderio di liberazione umana: liberarsi dalle limitazioni offerte dagli altri nostri compagni nell’insieme che è la realtà. Come visto prima, questi compagni sono: il principio supremo e la natura. Cartesio ci mostra questo desiderio nel suo “Discorso sul metodo”, cercando la via (odos in greco classico) verso la meta, quindi: met(a)odo(s). Percorso verso l’obiettivo della liberazione dalle limitazioni che ci vengono imposte sia dal principio supremo, al di sopra dell’essere umano, sia dalla natura, con le sue leggi che esigono rispetto.
Pertanto, la scienza perfetta, che mira a creare la modernità, è quella del dominio della natura per renderci sempre più liberi. Al contrario, la scienza concepita dalla filosofia greca classica, dall’aristotelismo in particolare, è la conoscenza certa (sicura, ferma) della realtà per cause: principi reali. Conoscenza certa voluta dalla radicata convinzione che avvicinarsi a essa porta grande gioia. Si riconosce che la felicità consiste nel contemplare (theorein) il principio supremo (arché) attraverso la natura (physis). Ecco perché il filologo svedese Ingemar Dühring (1903-1984), nella sua opera: Aristotele. Nell’esposizione e interpretazione del suo pensiero, evidenzia che il saggio di Stagira è il segretario della natura.
L’aristotelismo distingue la scienza (episteme) dalla tecnica (techné). La modernità, d’altro canto, ha generato, nei suoi sforzi liberatori, la cosiddetta tecnologia, dove scienza e tecnologia si sono pericolosamente intrecciate, risultando un’arma a doppio taglio rispetto al benessere o alla catastrofe.
La scienza si coltiva, secondo il paradigma moderno, per trasformare la natura, cercando di garantire che essa non tronca le aspirazioni umane verso una liberazione progressiva e indefinita. Pertanto, alcuni autori fanno riferimento al fatto che l’homo sapiens – l’essere umano conoscente – della premodernità è diventato l’homo faber – l’essere umano in trasformazione – della modernità.
Nella postmodernità dobbiamo vivere le conseguenze dell’atteggiamento dell’homo faber, fattore di squilibrio della società tecnologica, in cui le tecniche – supposte liberatorie – prevalgono sull’Etica. Tale prevalenza del “si può fare” delle tecniche rispetto al “dovrebbe essere” dell’Etica; ha causato e sta causando danni alla natura stessa, il cui status, che un adeguato sviluppo dell’Etica dovrebbe tutelare, è stato manipolato dal desiderio di autoaffermazione umana – liberazionismo -, portando all’accecamento dell’intelligenza, per essere sapersi avvicinare comprendendo con serenità e pazienza che l’autentica libertà è condizione necessaria, ma non sufficiente, per raggiungere il bene pieno e reale desiderato.