Nel volo verso la Corsica, Papa Francesco ha salutato i quasi 70 giornalisti, cameraman e fotografi che lo hanno accompagnato, ringraziandoli per la loro dedizione e il loro lavoro. «È un volo breve, ma volevo salutarvi e ringraziarvi per il vostro lavoro», ha detto il Pontefice. Tra i doni ricevuti spiccava la statua di un angelo danneggiata e infangata, proveniente da una parrocchia di Valencia devastata dalla tempesta Dana.
Un saluto ai ‘Compagni di Viaggio’
Poco dopo il decollo dall’aeroporto Roma-Fiumicino e prima di atterrare ad Ajaccio, capitale della Corsica, Papa Francesco si è fermato per salutare i giornalisti che hanno seguito il suo 47esimo viaggio apostolico. “Buongiorno e grazie per essere venuti!” sono state le sue parole d’apertura, seguite da un ringraziamento per il servizio reso dai giornalisti.
Il Pontefice, accompagnato dal cardinale George Koovakad, che organizza i viaggi papali, ha espresso la sua gratitudine: “Vi auguro un buon viaggio e vi ringrazio molto per il vostro servizio. Grazie mille…” Riconoscendo la brevità del volo, ha aggiunto: “Non possiamo avere la solita discussione, ma volevo venire a salutarvi e ringraziarvi per il vostro lavoro. Grazie!”
Regali per il Papa
A causa delle limitazioni di tempo e spazio a bordo dell’Airbus A320 Neo di Ita Airways, il Papa non ha effettuato il suo tradizionale giro tra i sedili per scambiarsi gli auguri e ricevere direttamente i doni. I doni però sono stati consegnati al Pontefice tramite il portavoce Matteo Bruni.
L’angelo di Valencia distrutto dalla tempesta Dana
Uno dei regali più significativi è stato consegnato da Eva Fernández, corrispondente di Radio Cope. Si trattava della statua di un angelo danneggiata e macchiata di fango, proveniente dalla parrocchia di Picanya, a Valencia, una delle zone più colpite dalla tempesta Dana nel 2024. La scultura, senza testa né ali, ma con le braccia intatte in un gesto di culto, simboleggia la sofferenza e la resilienza della comunità.
In memoria delle vittime, dei volontari e dei sacerdoti
Il vicario episcopale dell’area metropolitana di Valencia, Jesús Corbí, ha accompagnato la statua con una lettera indirizzata al Papa. In esso spiega che la scultura è un “ricordo di coloro che sono morti in questa alluvione, di tante famiglie che hanno perso tutto”, nonché una “dimostrazione di gratitudine per tutti i volontari che ci hanno aiutato” e per i sacerdoti che sono stati profondamente coinvolto con la comunità colpita.
La lettera sottolinea che “la sofferenza e il lavoro della nostra gente sono un segno di preghiera affinché, camminando insieme, possiamo essere pellegrini di speranza in questa drammatica situazione”. Inoltre, ha apprezzato la visita del cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, che ha portato la vicinanza e la carità del Papa a Valencia e dintorni dopo la tragedia.