La parola “compassione” è ben nota, ma raramente riflettiamo sul suo vero significato. Non è solo un gesto di simpatia o un semplice “oh, che peccato”. La radice di questa parola deriva dal latino cum pati, dove pati significa soffrire o godere, e cum indica “con”. Quindi simpatizzare significa letteralmente “soffrire con” un’altra persona.
E cosa significa soffrire con gli altri? Non è una reazione superficiale alla sofferenza degli altri, come dire “poverino, che tristezza”. La vera compassione è cercare di comprendere e condividere il dolore dell’altro, come se lo sperimentassimo noi stessi.
Immagina di vedere qualcuno sdraiato per strada, coperto da coperte, mentre cade su di lui la neve o la pioggia. La compassione non si limita a dire “quanto poveri”, ma deve indurci ad agire. Cosa possiamo fare per quella persona? Forse non abbiamo una soluzione definitiva, ma possiamo almeno offrirvi un gesto di solidarietà. Molte volte le persone non vogliono aiuto, ma la nostra responsabilità è offrirlo: offrire opzioni, mettere a disposizione ciò che possiamo.
La compassione si estende anche a chi ci è vicino: un amico che attraversa una crisi coniugale o un figlio che affronta difficoltà emotive. Non basta dispiacersi; Dobbiamo essere disponibili ad accompagnare, a offrire alternative, a “soffrire con” attivamente, anche se a volte l’aiuto non viene ricevuto immediatamente.
È facile guardare dall’altra parte di fronte a situazioni difficili. Quando qualcuno ci chiede aiuto per strada, spesso preferiamo ignorarlo, cercando di non farci coinvolgere. Tuttavia, un gesto semplice, come donare una moneta o un po’ di cibo, può offrire speranza. Non risolverà tutti i loro problemi, ma ricorderà loro che non sono soli.
La compassione è, in definitiva, un modo di amare. Se non possiamo aiutare in modo tangibile, possiamo sempre offrire la nostra preghiera, chiedendo a Dio di agire dove noi non possiamo. La preghiera è uno strumento potente per trasformare il nostro amore in azione, anche quando le nostre mani non hanno risorse materiali.
Quindi, cari amici, ricordiamoci che la vera compassione è più di una manifestazione di pietà; È una chiamata a soffrire con gli altri e a fare ciò che è in nostro potere per alleviare il loro dolore. Ognuno di noi si sforzi di fare tutto il bene che può, e Dio ci benedica sempre.
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