Cardinale Arizmendi: Valiamo tutti lo stesso

Il cardinale Felipe Arizmendi, vescovo emerito di San Cristóbal de Las Casas e responsabile della Dottrina della Fede presso la Conferenza dell’Episcopato Messicano (CEM), offre ai lettori di Exaudi il suo articolo settimanale dal titolo “Viamo tutti uguali”.

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ASPETTO

Quando ero parroco a San Andrés Cuexcontitlán (1967-70), una comunità Otomi indigena al 100%, ho visto con tristezza e preoccupazione come, quando si recavano nella vicina città di Temoaya, i non indigeni li disprezzavano e maltrattavano , li emarginavano e li sfruttavano, solo perché erano poveri e non parlavano bene lo spagnolo. In quel periodo cominciavo a scoprire che esiste un altro modo di essere persona, di essere famiglia, di essere popolo, di essere credente, e stavo anche cambiando il mio atteggiamento nei loro confronti. Che grande grazia di Dio è stata per me iniziare a vivere con gli indigeni! Ciò ha segnato molto la mia vita.

In tutti i tempi e in tutte le culture, coloro che hanno più potere, denaro e istruzione hanno sempre disprezzato coloro che non li hanno. Nei nostri ambienti sessisti, gli uomini credono che valiamo la pena e sappiamo più delle donne; In alcuni casi, è il contrario. Chi ha una casa migliore, un veicolo migliore e vestiti più eleganti è considerato valere di più e disprezza chi ne è privo. Questo accade anche tra paesi: molti europei hanno disprezzato noi latinoamericani e ancor più gli africani; Ma anche noi messicani non guardiamo ai paesi dell’America centrale e meridionale o dei Caraibi. Il peccato è ovunque.

Nelle nostre chiese, i chierici di diverso rango a volte credono che noi sappiamo e abbiamo molto più potere dei laici e delle religiose. Questo è clericalismo. Tanto che molti nostri collaboratori non parlano né propongono nulla, se non per eseguire le decisioni del parroco o del vescovo. Come cardinale, non mancano coloro che mi esaltano più del dovuto e mi tentano a credermi più di quello che sono, poiché valiamo tutti lo stesso, come persone e come battezzati.

DISCERNERE

Il Concilio Vaticano II (1962-65), nella sua Costituzione sulla Chiesa, afferma categoricamente qualcosa che molti chierici non hanno pienamente accettato: «Anche se alcuni, per volontà di Cristo, sono stati costituiti dottori, dispensatori dei misteri e pastori Del resto esiste un’autentica uguaglianza tra tutti quanto alla dignità e all’azione comune di tutti i fedeli per l’edificazione del Corpo di Cristo” (LG 32). Vale a dire: siamo tutti uguali. Come siamo uguali? In due cose. Innanzitutto nella dignità. Sì; Come cristiani, il Papa o un cardinale valgono quanto un battezzato povero e analfabeta. Attraverso il battesimo siamo fratelli, membra del Corpo di Cristo. In secondo luogo, siamo uguali riguardo all’azione comune di tutti i fedeli; Ci sono cioè azioni comuni a tutti i credenti, come la diffusione della Parola di Dio, la santificazione della famiglia, della scuola, della politica, dell’economia, dello sport, dell’educazione, della preghiera per sé e per gli altri, della partecipazione attiva alle celebrazioni liturgiche, ecc. . Siamo una Chiesa gerarchica e non democratica, per volontà di Gesù, e la gerarchia è responsabile di alcune azioni non comuni agli altri fedeli, come presiedere la comunità e decidere in alcuni casi, celebrare alcuni riti, discernere cos’è la rivelazione di Dio, ma tutto questo sempre con la collaborazione degli altri membri della comunità. La gerarchia non è proprietaria della Chiesa, ma serva degli altri, poiché insieme formiamo un solo corpo, una famiglia, una comunità.


Il 2 aprile il Dicastero per la Dottrina della Fede, organismo che aiuta il Papa soprattutto sulle questioni dottrinali, ha pubblicato la Dichiarazione Dignitas Infinita sulla dignità umana. Innanzitutto, ci ricorda che la Chiesa è profondamente convinta che la fede non può essere separata dalla difesa della dignità umana, l’evangelizzazione dalla promozione di una vita dignitosa, e la spiritualità dall’impegno per la dignità di tutti gli esseri umani. La dignità di ogni essere umano va oltre ogni apparenza esteriore o caratteristica della vita concreta delle persone. Siamo di fronte a una verità universale, che tutti siamo chiamati a riconoscere, come condizione fondamentale affinché le nostre società siano veramente giuste, pacifiche, sane e, in definitiva, autenticamente umane.

Ad ogni persona umana, al di là di ogni circostanza e in qualunque stato o situazione in cui si trova, corrisponde una dignità infinita, che trova fondamento inalienabile nel proprio essere. Questo principio, pienamente riconoscibile anche dalla sola ragione, fonda il primato della persona umana e la tutela dei suoi diritti. La Chiesa, alla luce della Rivelazione, riafferma e conferma in modo assoluto questa dignità ontologica della persona umana, creata a immagine e somiglianza di Dio e redenta in Cristo Gesù. Da questa verità trae le ragioni del suo impegno a favore dei più deboli e meno capaci, insistendo sempre sul primato della persona umana e sulla difesa della sua dignità al di là di ogni circostanza.

Creato da Dio e redento da Cristo, ogni essere umano deve essere riconosciuto e trattato con rispetto e amore, proprio a causa della sua inalienabile dignità. Solo riconoscendo la dignità di ogni persona umana possiamo risvegliare tra tutti un desiderio globale di fraternità. Secondo Papa Francesco, questa fonte della dignità umana e della fraternità è nel Vangelo di Gesù Cristo, ma è anche una convinzione a cui la ragione umana può attingere attraverso la riflessione e il dialogo. Che ogni essere umano abbia una dignità inalienabile è una verità che risponde alla natura umana al di là di ogni cambiamento culturale. L’essere umano ha la stessa inviolabile dignità in ogni momento della storia e nessuno può sentirsi autorizzato dalle circostanze a negare questa convinzione o a non agire di conseguenza.

Questo principio fondamentale viene ripetuto con forza in tutto il documento. E su questa base affronta temi molto discussi, come i diritti dei poveri e dei migranti, degli omosessuali e dei disabili, e altri di cui tratterò nei prossimi articoli.

ATTO

Valorizza la tua dignità e quella degli altri. Vali molto, anche se non hai tanti soldi né titoli universitari. Rispetta la dignità degli altri, anche se il loro aspetto ti disgusta o ti dà fastidio. Siamo tutti figli e figlie di Dio, creati a sua immagine e somiglianza, anche se a volte confondiamo quell’immagine!