Lettera ai nonni

Sfidare i pregiudizi: educare con amore e grandi aspettative

Foto da Pixabay

Cari Nonni,

Innanzitutto volevo congratularmi con te per la meravigliosa nipote che hai, non è solo una bellissima ragazza ma anche divertente e amichevole.

So che con tua nipote sorgono molti dubbi e incertezze sul suo sviluppo, sul suo futuro e sulle sue capacità. Di fronte a tutte queste domande non manca chi pensa che quel terzo cromosoma della tua mappa genetica abbia già scritto, in larga misura, quale sarà il tuo futuro, fin dove puoi arrivare, cosa puoi fare (soprattutto cosa NON PUOI fare) e quindi quello che puoi fare per lei è “essere felice”, come se la felicità fosse l’unico obiettivo vitale raggiungibile nelle persone con sindrome di Down e come se la felicità fosse in qualche modo incompatibile con la capacità di scrivere. , leggere e imparare in generale. Come se la fatica, la voglia di migliorarsi e l’acquisizione di conoscenze e competenze sempre maggiori che dovrebbero caratterizzare lo sviluppo di ogni bambino fossero limitate ai bambini “normali” e interferissero anche con la felicità.

Fortunatamente, è impossibile sapere chi sarà tua nipote quando sarà adulta, non possiamo nemmeno indovinare chi sarà quando avrà 10 anni o quando avrà cinque anni, e non le resta molto da raggiungere loro. Sappiamo, tuttavia, che chi diventerà e come si comporterà dipende ancora in gran parte da come la trattiamo in questi anni vitali della sua infanzia.

Sua nipote, come ogni altra bambina di tre anni, è un’esperta nel manipolare gli adulti, è un’implacabile seduttrice che sa pretendere, a volte in modo esplicito e a volte molto subdolo, quello che vuole, quando lo vuole e come lo vuole lo vuole.

Non è affatto male, ha tre anni e fa parte delle regole del gioco del crescere. Non appena i bambini scoprono che esistono delle regole nel mondo e soprattutto nelle loro case, cercheranno di imporre le proprie. Perché obbedire se posso comandare?

La disobbedienza dei bambini alle regole dei genitori e dei nonni e i loro tentativi di comandare in così tenera età sono i mezzi che la natura ha predisposto affinché imparino, da chi di noi li ama di più, che esiste una gerarchia di autorità , che le regole devono avere come obiettivo il bene personale e il bene comune, e non possono avere come unica giustificazione “perché voglio”, “perché ne ho voglia” o, cosa così comune nei bambini, “perché tu non dimenticate che qui comando io”.

Se i bambini non imparano tutto questo a casa, soffriranno la spiacevole esperienza di doverlo imparare da persone che, per quanto li amino, non lo faranno mai tanto e bene quanto la loro famiglia.

Pensare che a soli tre anni una bambina “non sa”, che è “troppo presto”, che “non succede nulla” e permetterle di fare quello che vuole, senza darle limiti e rispettando sempre la sua santa volontà, implica ignoranza delle fasi di sviluppo dei bambini e, soprattutto, dimostra una scarsa considerazione per le loro capacità intellettive.


Vi assicuro che qualunque bambino di tre anni, chiunque, possiede strumenti più che sufficienti per imporsi agli adulti, farsi ubbidire sotto la minaccia – cosa che attuano sempre – di punirci con uno scatto d’ira di proporzioni incredibili, ed esaurire la nostra pazienza con la sua testardaggine apparentemente infinita.

Quando un bambino “normale” riesce a sottomettere i suoi maggiori, riesce a dominare i suoi genitori o nonni e si fa obbedire, crescerà fino a diventare un bambino, e poi un adulto, piuttosto antipatico, imponente, con difficoltà a stabilire rapporti in su cui non esercita il controllo. Insomma, qualcuno che è meglio non avere intorno.

Se a questo tipo di personalità aggiungiamo non la condizione della trisomia 21, ma tutti i pregiudizi che la accompagnano, ci prepariamo a un clamoroso fallimento personale in tutti gli ambiti dello sviluppo.

Sfortunatamente, l’iperprotezione e la “pietà” che molti bambini con sindrome di Down provocano in molti adulti fa sì che alcuni bambini e giovani con sindrome di Down diventino persone poco istruite, difficili da trattare e persino sgradevoli. Questo tipo di personalità limita molto più del terzo cromosoma il loro accesso alla normale istruzione scolastica, l’apprendimento della lettura, della scrittura e della matematica e la capacità di relazionarsi con gli altri. In realtà, la mancanza di istruzione o un’educazione sbagliata è il vero freno alla loro felicità. Vivono sempre legati ai loro capricci, all’immediatezza dei loro desideri, il che li rende persone egoiste, insensibili ai bisogni degli altri, soprattutto a quelli dei loro genitori, che non smettono mai di renderli felici cedendo a tutte le loro assurde richieste.

Per questi motivi è fondamentale che capiscano che la loro nipote capisce tutto. A tre anni, vi assicuro, si sta già affermando con la piena consapevolezza di quali obiettivi si prefigge e di come raggiungerli. Comprende le regole, ne comprende le conseguenze e può e deve capire che ci sono momenti in cui non possiamo fare ciò che vogliamo o quando ne abbiamo voglia. Deve capire che siamo noi adulti a dettare le regole perché sono sempre basate sulla ricerca del meglio per lei.

Sono sicuro che altri, mamme di compagni di scuola, vicini di casa, anche insegnanti, non esiteranno a concedere qualsiasi capriccio alla loro nipotina per il solo fatto che ha caratteristiche che rivelano che ha un cromosoma in più e ostacoleranno notevolmente il lavoro educativo dei loro figli  genitori. Succede sempre. Per questo motivo è ancora più importante che a casa la sua famiglia abbia le più alte aspettative e si impegni a garantire che lei continui a essere la ragazza bella, amichevole e divertente che è oggi, ma che sia anche educata, conosca la gerarchia di autorità e sa, suo malgrado ma per il proprio bene, che i nonni non sono né quelli che obbediscono né quelli che viziano i nipoti.

Ricevi un abbraccio affettuoso,

Nacho Calderón