San Barnaba, 11 giugno

Apostolo

“La moltitudine dei credenti aveva un cuore solo e un’anima sola. Nessuno considerava i propri beni come propri, ma tutto era comune tra loro. Gli Apostoli testimoniavano con grande forza la risurrezione del Signore Gesù e godevano di grande stima. Nessuno era nel bisogno, perché tutti coloro che possedevano terreni o case li vendevano e mettevano il denaro a disposizione degli Apostoli, affinché fosse distribuito a ciascuno secondo le sue necessità. E così Giuseppe, chiamato dagli apostoli Barnaba – che significa figlio della consolazione –, un levita nato a Cipro che possedeva un campo, lo vendette e mise il denaro a disposizione degli apostoli.” (cfr At 4,32-37).

Nel testo precedente del libro degli Atti degli Apostoli viene menzionato Giuseppe o Barnaba, tra coloro che si radunarono attorno agli apostoli dopo la morte di Gesù a Gerusalemme. Era una comunità di credenti che viveva fraternamente, condividendo i propri beni. Un’altra tradizione – riportata da Eusebio di Cesarea, che si ispira a Clemente d’Alessandria – annovera Barnaba tra i 72 discepoli inviati da Gesù in missione per annunciare il Regno di Dio, inserendolo quindi già nel primo gruppo dei seguaci di Cristo. . Per quanto riguarda le sue origini, sappiamo dal libro degli Atti degli Apostoli che era nato nell’isola di Cipro, era ebreo e si chiamava Giuseppe. (cfr At 4,36).

Cristiano a Gerusalemme

Barnaba è uno dei discepoli più riconosciuti della prima comunità cristiana che, pur non facendo parte dei Dodici, fu anch’egli inviato come apostolo. Infatti, grazie a lui, Paolo, appena convertito sulla via di Damasco, fu accolto a Gerusalemme dagli apostoli e dalla comunità, poiché era chiaro che molti diffidavano di questo Saulo che aveva perseguitato i cristiani, (cfr At 9, 27) ma Barnaba lo accolse e lo introdusse nella comunità. Considerato “uomo virtuoso, pieno di Spirito Santo e di fede” (cfr At 11,24), fu inviato ad Antiochia di Siria, da dove erano giunte notizie di numerose conversioni. Quando si accorse che molti credevano veramente, Barnaba si rallegrò ed esortò tutti “a perseverare con cuore risoluto nel Signore”, e poi chiese a Paolo di aiutarlo a essere sostenuto nel suo servizio alla nuova comunità di credenti. Ancora una volta, quindi, Barnaba interviene nella vita di Paolo, spingendolo verso la sua missione di apostolo delle genti. I due rimasero ad Antiochia per un anno istruendo molti e fu qui che “per la prima volta i discepoli si chiamarono cristiani”. (cfr At 11,22-26).


In una lunga missione con Paolo

Dopo aver predicato ad Antiochia, Barnaba e Paolo partono per una nuova missione a Cipro. Con loro c’è anche Giovanni, detto Marco (l’evangelista), cugino di Barnaba. La tappa successiva è la Panfilia, ma qui l’inesperto Giovanni decide di ritornare a Gerusalemme (forse per paura). Barnaba e Paolo proseguono verso Antiochia di Pisidia, Iconio, Listra, Derbe e infine di nuovo ad Antiochia di Siria. Vanno anche a Perge e Atalia. Il crescente numero di conversioni dei gentili diede origine a controversie sulla necessità o meno della circoncisione, così, intorno al 49, Barnaba e Paolo tornarono a Gerusalemme per discuterne con gli apostoli. (cfr At 15,1-35). Poco dopo i due si prepararono per una nuova missione, ma Barnaba volle viaggiare nuovamente con Giovanni, mentre Paolo, (ancora risentito per il precedente abbandono), era contrario: non si fidava del giovane. Barnaba, invece, vedeva in lui un discepolo da recuperare. Non trovando un accordo, le loro strade si dividono: Barnaba si imbarca per Cipro con il cugino. Paolo, invece, va in Asia. (cfr At 15,36-40).
«Anche tra i santi ci sono contrasti, discordie, controversie. Ciò mi sembra molto consolante, poiché vediamo che i santi non sono caduti dal cielo”, ha affermato Benedetto XVI, ricordando il legame tra Barnaba e Paolo nella catechesi dell’udienza generale del 31 gennaio 2007, e ha aggiunto: “La santità non consistere nel non sbagliare mai e nel non peccare mai. La santità cresce con la capacità di conversione, di pentimento, di disponibilità a ricominciare, e soprattutto con la capacità di riconciliazione e di perdono. Infatti, più tardi, Paolo parlerà ancora di Marco come suo collaboratore, nella lettera a Filemone e nella seconda a Timoteo.

Dall’Italia al martirio di Salamina

Il Nuovo Testamento non ci dà più notizie certe su Barnaba, ma alcuni testi bizantini parlano di un viaggio con Pietro che lo porta a Roma. Da lì avrebbe proseguito verso il nord Italia. A Milano, in particolare, la sua predicazione avrebbe portato a diverse conversioni e alla prima comunità cristiana della città, che per questo lo considera il suo primo vescovo. Gli Atti di Barnaba, opera già del V secolo, racconta della sua morte a Salamina, dove sarebbe stato lapidato dai Giudei siriani nell’anno 61. Oggi a Salamina esiste ancora la tomba di Barnaba e si dice che egli sarebbe apparso in sogno al vescovo di Salamina, Antemio, alla fine del V secolo, il quale avrebbe trasferito le spoglie dell’apostolo nella basilica che avrebbe voluto dedicargli.