Delusioni e illusioni nella vita democratica

La politica è diventata uno spettacolo che richiede una nuova criticità da parte di tutti

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Dalle grandi illusioni nascono grandi delusioni. La parola “illusione” ha, come è evidente, un doppio significato: può significare un bellissimo ideale aspirazionale o un mero miraggio. Vivere all’interno di un miraggio sembra alquanto aberrante. Tuttavia, le scienze sociali ci danno costantemente motivo di sospettare che i miraggi siano molto più comuni di quanto pensiamo normalmente.

L’insieme delle certezze accettate acriticamente da una persona o da una società sono solitamente enormi. Quante convinzioni ardentemente difese emergono da certezze mai verificate dalla ragione! Non desidero invitare il gentile lettore allo scetticismo universale. Al contrario, consapevoli che la finzione e anche l’autoinganno sono fenomeni tendenzialmente comuni, è necessario compiere uno sforzo costante per calarsi nella realtà. Senza questo lavoro un po’ ascetico, tutto il nostro essere si adagia facilmente in illusioni che sono, in larga misura, evasione e conforto.

Perché la realtà non riesce a mantenere la nostra tensione e attenzione? Perché l’illusione e la semplificazione ci sembrano più gradite? In altri tempi, la risposta a queste domande richiedeva una lunga spiegazione. Oggi è più facile andare a fondo della questione: ci siamo abituati a vivere in mezzo a varie finzioni perché la realtà esige da noi impegni decisi e scomodi. Impegni che ci costringono a cambiare la nostra vita. La realtà attuale, piagata da violenza, ideologie e ipocrisie, invita a un tipo di risposta libera che implica non solo un certo coraggio, ma soprattutto accompagnamento, coinvolgimento e solidarietà perseverante e sincera con coloro che più soffrono.


I processi elettorali in Messico, in America Latina e in molte parti del mondo sono diventati teatro di promesse, “atti di fede” (laici) e illusioni. Non è strano che, durante il periodo elettorale, molti di noi cancellino il giudizio critico e si uniscano all’illusione democratica con la quale ci sentiamo più a nostro agio. L’importante è, una volta finita la fantasia, ritornare alla realtà e ripassare: cosa abbiamo imparato? Cosa ci ha insegnato la messa in scena? Dove sono la verità e il bene dopo tante parole e squalifiche? Chi sono coloro che mi invitano a radicalizzarmi, a restare nel mondo delle semplificazioni e dei massimalismi? Chi, invece, mi chiama ad abbracciare la complessità e chiede che la mia ragione e il mio cuore maturino nella loro criticità, nella loro libertà e nella loro responsabilità verso tutti, soprattutto verso gli ultimi?

Ritornare alla realtà non ci impedirà di tuffarci di tanto in tanto nel nuovissimo mondo delle illusioni, ma ci aiuterà a riconoscerle maggiormente nella loro verità: una narrazione abitata da slogan belligeranti, ideologie riduttive e vanterie. Per fare questo è necessario che io attui quel sano distanziamento critico che aiuta ad essere liberi, perseveranti e capaci di riscoprire le ragioni della Speranza e della Democrazia. Solo in questo modo possiamo evitare sia il facile scoraggiamento che la radicalizzazione fanatica e irresponsabile.