È un “bel evento annuale” che ciascuna Chiesa particolare è invitata a celebrare, nella comunione e nella reciprocità della preghiera, ci prepara a implorare dal Signore il dono di pastori santi, secondo il suo Cuore. Così viene definita la Giornata mondiale di preghiera per la santificazione dei sacerdoti nella lettera pubblicata dal Dicastero per il Clero questo venerdì 7 giugno 2024. La data è stata suggerita dall’organismo Vaticano (già Congregazione) e istituita il 25 marzo del 1995 da San Giovanni Paolo II, “affinché la preghiera offerta per la santificazione dei sacerdoti ottenga come riflesso il dono della santità dell’intero Popolo di Dio, al quale è ordinato il suo ministero”, scrivono.
La lettera, firmata dal cardinale Lazzaro You Heung sik, prefetto del Dicastero, e da monsignor Andrés Gabriel Ferrada Moreira, segretario, riprende l’invito di Papa Francesco ai sacerdoti a “prendersi cura particolare della nostra umanità”. La descrivono come “una sfida bella e urgente, per preservare la freschezza del nostro ministero ed essere sempre più ‘ponte e non ostacolo’ all’incontro con Cristo, trasparenza e riflesso della sua umanità salvifica”.
Nel testo riconoscono che “molto è stato detto e scritto sull’importanza della dimensione umana e della maturità emotiva nella vita del sacerdote; siamo anche consapevoli dei tanti segni di fragilità che si manifestano in questo ambito”. Affermano inoltre che “in tutti i contesti ecclesiali e sociali vi è una mancanza di educazione ai sentimenti e alle emozioni, così come la presenza di analfabetismo e di affettività affettiva; alcuni parlano di una globalizzazione dell’indifferenza, di un crescente cinismo, insieme a con narcisismo e autoreferenzialità”.
Allo stesso tempo, assicurano: “Tutti sappiamo per esperienza come sia fonte di vera gioia poter vivere pienamente la nostra umanità e le nostre relazioni, infondendole di amore, gratuità, bellezza, verità, bontà e autenticità, spiritualità, arte, musica e poesia, che sono tutti frutti dell’opera dello Spirito del Signore Risorto che soffia dove vuole e suscita sempre stupore, meraviglia e piacere, una carica di fiducia e di speranza.
Il cardinale Heung Sik e monsignor Ferrada si chiedono come possiamo prenderci cura dell’umanità “per aiutarla anche a portare frutto in questo modo, se non rivolgendoci ancora una volta a Gesù e al suo Vangelo”. “Sappiamo, affermano, come ci ricorda il Concilio Vaticano II, che Gesù ‘ha amato con cuore umano’ e che ‘chi segue Gesù Cristo, uomo perfetto, diventa anche più uomo’”. Parimenti, sostengono che “nel legame tra la Solennità del Sacro Cuore e questa Giornata vogliamo trovare le motivazioni per ravvivare il dono di Dio che è in noi, chiedendo la grazia di interiorizzarlo ancora di più in noi stessi e nel nostro stile di vita gli stessi sentimenti” del Cuore di Cristo”. “Questi infatti, aggiungono, come ci ha ricordato Papa Francesco, sono il contributo vero ed efficace a un nuovo umanesimo (cfr Congresso di Firenze, 2015), l’antidoto contro la disumanizzazione che può contagiare anche noi”.
Nel testo mostrano che ogni giorno sperimentano come il loro cuore soffre una divisione interiore, «per cui ciascuno può dire con Paolo: “Non faccio quello che voglio, ma quello che odio”» (Rm 7,15).
“Il nostro cuore è fragile e complicato, ma bello… . È un campo di battaglia, una “miscela” di fango e spirito, custode di desideri infiniti e icona di limitazione fino alla sclerocardia, ma allo stesso tempo luogo dove si sperimenta un amore immenso di cui si è inondati e di quale è capace, che ha come fonte ultima Dio stesso, la Trinità dell’amore. Sì, perché è Dio che ha modellato il nostro cuore, lo ha creato e ricreato, riversando in esso il suo amore mediante lo Spirito affinché sia a immagine del Cuore di suo Figlio, capace di amare secondo la stessa altezza, larghezza e profondità (Ef 3,18-19), fino a poter dire: non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive e ama in me (cfr Gal 2,20), con la stessa misura del suo amore: amare senza misura” (Sant’Agostino).
“Il nostro stesso cuore umano è, quindi, il luogo dove Cristo vuole continuare a venire, a dimorare, a palpitare fino a lasciarsi trafiggere dall’amore e dall’amore, a imitazione di Lui”, esprimono. A loro volta, considerano che «la solennità del Sacro Cuore di Cristo è un’occasione preziosa per ricordare allo stesso tempo la miseria e la piccolezza del nostro cuore, ma ancor più la misericordia infinita e rigeneratrice del Cuore di Dio, manifestata nella il Cuore di Gesù”.
Verso la fine del messaggio, chiariscono che “per prenderci cura della nostra umanità non possiamo, infine, non rivolgerci con fiducia anche al Cuore Immacolato della Madre: siamo certi di avere in Lei uno specchio purissimo in cui per soddisfare l’anelito di un cuore libero.” e disposti ad ascoltare e mettere in pratica il suo invito: ‘Fate quello che Egli vi dirà e diventeremo pastori secondo il Cuore di Cristo, immersi nel Padre e nelle persone”.
Il cardinale Heung Sik e monsignor Ferrada concludono le loro parole sottolineando di voler implorare “dal Signore di ogni bontà il dono di tante vocazioni al sacerdozio ministeriale e alla vita consacrata per il Regno, di vite donate che sappiano essere trasparenza della santità di Dio, testimoni esultanti dell’amore del Padre e del Cuore di Cristo ricco di misericordia per ogni creatura Preghiamo per tutti i sacerdoti, prendiamoci cura di loro e sosteniamoli sempre con il nostro affetto e la nostra vicinanza.