Come espresso da Papa Francesco già nella Bolla di convocazione del Giubileo Straordinario della Misericordia del 2015, il dono dell’Indulgenza “ci permette di scoprire quanto sia illimitata la misericordia di Dio”. Oggi, convocato al Giubileo Ordinario del 2025, in un momento storico in cui “l’umanità – afferma il Santo Padre nell’annuncio dello scorso 9 maggio – è sottoposta ad una nuova e difficile prova che vede numerose popolazioni oppresse dalla brutalità della violenza” , è più che mai attuale “quella grazia giubilare che è l’indulgenza”. A provvedere alle modalità per ottenerla è la Penitenzieria Apostolica, la quale, questo lunedì 13 maggio, in memoria della Vergine di Fatima, ha reso pubblico il decreto con le indicazioni e le norme sulla concessione di quella speciale “grazia”, durante il Giubileo che si avvicina.
I pellegrinaggi: Roma e Gerusalemme
A firma del cardinale Angelo De Donatis, penitenziere maggiore, e di monsignor Krzysztof Nykiel, reggente della penitenzieria, il documento intitolato “Norme sulla concessione delle indulgenze”, chiarisce, anzitutto, che “nel corso del Giubileo ordinario del 2025 ogni altra concessione di indulgenza” e che, quindi, alle solite condizioni sarà possibile ottenerla e applicarla “alle anime del purgatorio sotto forma di suffragio”.
Il decreto della Penitenzieria Apostolica evidenzia, in modo speciale, la partecipazione ai pellegrinaggi, sia quelli effettuati a Roma in “almeno una” delle quattro Basiliche Papali Maggiori (San Pietro in Vaticano, Santissimo Salvatore in Laterano , di Santa Maria Maggiore, di San Paolo fuori le Mura) e in Terra Santa in almeno una delle tre Basiliche (del Santo Sepolcro di Gerusalemme, della Natività di Betlemme o dell’Annunciazione di Nazareth).
Di indulgenza nel mondo
Il documento precisa che l’indulgenza si può ottenere anche partecipando alla Messa, al Rosario, alla Via Crucis e ad altre celebrazioni in pellegrinaggio “in qualunque sacro luogo giubilare” o “in altre circoscrizioni ecclesiastiche”, cattedrali e chiese, a norma le disposizioni dei vescovi locali.
Allo stesso modo, indica come mete di pellegrinaggio altri luoghi sacri di Roma e del mondo – tra cui i grandi santuari e le basiliche come Assisi, Loreto e Pompei – ed evidenzia anche le modalità per ottenere l’indulgenza di coloro che “per gravi motivi” (monache di clausura, malati, carcerati, ecc.) non potranno partecipare ai pellegrinaggi e alle celebrazioni.
Misericordia e penitenza
In linea con Spes non confundit, dove Francesco afferma che «nell’Anno giubilare saremo chiamati ad essere segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio», le Norme penitenzieri chiariscono che l’indulgenza è «legata anche alle opere di misericordia e di penitenza». L’invito ai credenti è, poi, quello di riscoprire le opere di misericordia corporali e spirituali, perché scegliendo di visitare i malati, i carcerati, gli anziani soli, le persone con disabilità, sarà possibile ottenere l’indulgenza in ogni visita, anche una volta al giorno.
La stessa possibilità è legata, prosegue il documento, a iniziative “che attuino concretamente e generosamente lo spirito penitenziale che è come l’anima del Giubileo”, in particolare riscoprendo “il valore penitenziale del venerdì” con l’astensione “almeno per un giorno dalle distrazioni “reali, ma anche virtuali” (come quelle indotte dai media e dai social network), dal “consumo superfluo”, praticando il digiuno come indicato dalla Chiesa, ad esempio, “donando una proporzionata somma di denaro ai poveri ” oppure “sostenendo opere di carattere religioso o sociale”, a favore della difesa e tutela della vita, dei bambini abbandonati, dei giovani in difficoltà, degli anziani bisognosi o soli, degli emigranti, o ancora “dedicando un’adeguata porzione di tempo libero ad attività di volontariato.”
Il sacramento della penitenza
L’Anno Santo, afferma la Penitenzieria presentando le Norme, è un periodo speciale per sperimentare il perdono divino. Per questo, nella parte finale, viene dato spazio a tutto ciò che facilita l’accesso alla Confessione, con una serie di facoltà concesse ai vescovi in questo senso e con l’invito a tutti i sacerdoti «a offrire con generosa disponibilità e dedizione di sé stessi la più ampia possibilità per i fedeli di avvalersi dei mezzi della salvezza».
Si suggeriscono anche indicazioni pratiche, come la pubblicazione di “fasce orarie per le confessioni”, l’esortazione a “riunirsi nel confessionale, programmando le celebrazioni penitenziali in modo fisso e frequente”, chiedendo aiuto anche ai sacerdoti anziani che non hanno pastorale obblighi. Un’ultima raccomandazione ai vescovi è che abbiano cura di spiegare “con chiarezza le disposizioni e i principi” alla base della concessione delle indulgenze, con una formazione che tenga conto “in modo particolare delle circostanze di luogo, di cultura e di tradizioni” di ogni paese.