Nel settembre 1984, Giovanni Paolo II compì il suo 116° viaggio pastorale in Italia, questa volta visitò per la quinta volta la regione Puglia, visitando l’antica città di Lecce.
Nella serata di sabato 17 settembre, il Santo Padre fu accolto dai rappresentanti delle autorità civili, del clero insieme a Mons. Cosimo Francesco Ruppi e tanti fedeli. «La mia permanenza tra voi oggi – ha detto il Papa alla folla – è una tappa della grande ‘Preghiera per l’Italia’ al quale ho chiamato quest’anno l’Episcopato, dei sacerdoti e dei fedeli di questo amato Paese».
Nel suo discorso, il Santo Padre toccò i difficili problemi dell’Apulia e del Mezzogiorno, concentrando l’attenzione degli ascoltatori sulla famiglia. Al termine dell’incontro, Giovanni Paolo II ha salutato i Paesi dell’altra sponda dell’Adriatico: Albania, Grecia e nazioni dei Balcani. L’evento centrale della seconda giornata della visita pastorale del Papa a Lecce fu la Santa Messa nello stadio dove si radunarono intorno al Santo Padre oltre 50mila persone; concelebravano i vescovi provenienti da tutta l’arcidiocesi. Nel pomeriggio Giovanni Paolo II si recò presso il nuovo edificio del seminario dove incontrò i religiosi, i sacerdoti e i giovani, aprì il sinodo diocesano e consacrò gli edifici del seminario. «Affido a Maria, Regina della pace, quanti abiteranno, studieranno e lavoreranno in questa nuova cittadella di fede e di cultura» – disse il Pontefice alla fine della cerimonia che concluse la sua visita a Lecce.
L’Arcidiocesi di Lecce ha voluto ricordare il trentesimo anniversario della memorabile visita apostolica compiuta da San Giovanni Paolo II nella città. Per la circostanza l’arcivescovo di Lecce, mons. Michele Seccia, ha invitato la persona che allora era segretario del Pontefice, il card. Stanislaw Dziwisz. I festeggiamenti si sono svolti sabato, 9 novembre e prevedevano: il convegno intitolato «San Giovanni Paolo II e le attuali sfide della Chiesa in Europa» con gli interventi del card. Dziwisz e del dott. Alfredo Mantovano, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, successivamente è stata inaugurata una mostra fotografica e alle ore 19:00 è stata nella cattedrale della città è stata celebrata una santa Messa presieduta dal card. Dziwisz.
Le oscure prospettive dell’esclusione di Dio dalla vita pubblica
Nella sua conferenza il card. Dziwisz ha ricordato che Giovanni Paolo II era la coscienza dell’Occidente, ma purtroppo «nell’elaborazione della Costituzione Europea non venne allora raccolto dalla classe politica l’appello alle radici cristiane dell’Europa». Il Porporato ha ricordato le parole del Papa pronunciate al Parlamento Europeo l’11 ottobre 1988 quando disse che dalla fine dell’ultimo conflitto mondiale «la Santa Sede non ha mai smesso di incoraggiare la costruzione dell’Europa. Così senza uscire dalla competenza che le è propria, essa considera suo dovere illuminare e accompagnare le iniziative sviluppate dai popoli che vanno nel senso dei valori e dei principi che essa deve proclamare. […] Come potrebbe la Chiesa disinteressarsi della costruzione dell’Europa, lei che è radicata da secoli nei popoli che la compongono e che ha condotto un giorno al fonte battesimale i popoli per i quali la fede cristiana è e rimane uno degli elementi dalla loro identità culturale?»
Purtroppo, ha constatato il Cardinale «non tutto si è svolto facendo tesoro delle parole di quel Papa Santo». Per questo motivo deve preoccupare i popoli e i governi europei che «l’Europa si omologhi all’indifferenza religiosa». Il card. Dziwisz ha citato a proposito le altre parole di Giovanni Paolo II: «Tutte le correnti di pensiero del nostro vecchio continente dovrebbero riflettere su quali oscure prospettive potrebbe condurre l’esclusione di Dio dalla vita pubblica, e dell’uomo come ultima istanza dell’etica e garanzia suprema contro tutti gli abusi del potere dell’uomo sull’uomo».
Il Porporato facendo riferimento al titolo dell’incontro cioè alle «sfide attuali” si chiedeva se tali sfide siano esattamente quelle a cui pensava Giovanni Paolo II, considerate le trasformazioni verificatesi, e si sentiva rispondere con le parole del Papa Wojtyła: «Laddove l’uomo non si appoggia più su una grandezza che lo trascende, rischia di abbandonarsi al potere senza freno dell’arbitrio e degli pseudo-assolutismi che lo annientano».
Il card. Dziwisz ha concluso il suo intervento con la constatazione che è anche una grande sfida: «Dopo Cristo non è più possibile idolatrare la società come grandezza collettiva, governata solo dai mercati, divoratrice della persona umana e del suo destino irriducibile!».
Grazie per l’amore con cui ricordate Giovanni Paolo II
Le celebrazioni del sabato con la partecipazione del card. Dziwisz si sono concluse con la Santa Messa nella cattedrale. Nella sua omelia il Porporato ha ricordato nuovamente le circostanze e lo svolgimento della visita del Papa a Lecce e le sue parole rivolte allora ai fedeli ai quali parlava della vocazione dell’uomo alla santità. «Ogni generazione di discepoli del Signore crocifisso e risorto è chiamata a impegnarsi per vivere il Vangelo, per costruire e consolidare sulla terra una civiltà dell’amore. Questi insegnamenti esistono da duemila anni!» – ha detto l’arcivescovo emerito di Cracovia.
Il Cardinale ha ricordato che ha avuto il privilegio di vivere e lavorare accanto a questo pastore per quasi quarant’anni. La cosa che lo colpiva di più era la coerenza nella sua vita e nel suo ministero. «Era immerso in Dio e allo stesso tempo tutto impegnato nella Chiesa» – ha detto Dziwisz sottolineando che «la gente che lo guardava e lo ascoltava, che lo vedeva pregare, che celebrava l’Eucaristia e che ascoltava le sue parole, era convinta che Egli era un uomo di Dio, un uomo di fede».
«Cari fratelli e sorelle, grazie per l’amore con cui avete sempre sostenuto Giovanni Paolo II e il suo lungo pontificato, nonché per l’amore con cui lo ricordate dopo la sua partenza verso la casa del Padre Celeste. È trascorso il ventesimo anno dalla morte del Santo Papa, ed egli è ancora presente nella vita della Chiesa moderna e nella vita di fede del popolo di Dio» – ha concluso il card. Dziwisz, rivolgendosi ai fedeli riuniti nella cattedrale di Lecce.