L’artista Timothy Schmalz ha donato una scultura in miniatura di San Francesco d’Assisi alla Pontificia Università della Santa Croce nell’ambito dell’anno che celebra il decimo anniversario dell’enciclica Laudato Si’ e l’ottavo centenario del Cantico delle Creature.
Lo ha fatto al termine dell’intervista “Il cammino della bellezza”, alla quale ha partecipato anche il cardinale Michael F. Czerny, S.J., che ha benedetto l’opera ricevuta dal rettore della scuola, padre Fernando Puig.
L’immagine di San Francesco, patrono degli animali, dell’ecologia e della pace, fa parte di una serie di sculture realizzate dall’artista canadese per rappresentare e riflettere sulla Laudato Si‘, la lettera enciclica di Papa Francesco sulla cura della nostra Casa Comune.
L’arte come ponte verso la spiritualità
Nell’ambito del XIV Seminario professionale per gli uffici di comunicazione della Chiesa, durante l’intervista sono state esplorate diverse prospettive su come le espressioni artistiche, nelle loro molteplici forme, possano diventare potenti strumenti per connettersi con le persone, trascendere le barriere culturali ed emotive e generare un impatto duraturo sulla spiritualità dei fedeli.
Intervistati dal fondatore e CEO di La Machi Comunicación para Buenas Causas, Juan della Torre, ne è seguito un profondo dibattito tra Schmalz e Czerny, incentrato sul ruolo trasformativo dell’arte come veicolo per trasmettere il messaggio del Vangelo.
Uno dei temi centrali dell’intervista è stato il rapporto tra bellezza e sofferenza in una prospettiva cristiana. A questo proposito, il Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, Michael F. Czerny, S.J., ha riflettuto su come la bellezza e l’arte abbiano la capacità di avvicinarci al livello spirituale a cui dovremmo pregare, superando anche i limiti di idee o immagini piatte. A questo proposito, ha affermato: “Abbiamo bisogno della bellezza e della scultura che ci guidino verso un luogo in cui possiamo pregare. E poiché l’essenza della preghiera è l’ascolto, allora imparare a vedere una scultura o ad ascoltare la musica è un modo per imparare a pregare.”
In linea con questa idea, l’autore di “Angels Unawares”, Timothy Schmalz, ha sottolineato l’immenso potere dell’arte e la sua capacità trasformativa. “Penso che un’opera d’arte sia qualcosa di così potente che se fosse realizzata la scultura perfetta cambierebbe il mondo. “Quindi ho quasi la sensazione che il mio lavoro di scultore sia, con le mie forze e il mio tempo, far scendere da questa sfera platonica tutte quelle sculture perfette che potrebbero trasformare e cambiare il mondo di oggi”, ha rivelato al pubblico.
Questo impegno per il potenziale dell’arte si riflette in una delle sue opere più iconiche, Let the Oppressed Go Free, in cui raffigura Santa Giuseppina Bakhita, una schiava sudanese che fu liberata e trovò rifugio in Italia, e poi dedicò la sua vita alla fede. come suora. La scultura raffigura Bakhita mentre solleva un tombino e libera le vittime della tratta.
Il processo creativo come via verso l’ispirazione divina
In un’altra parte dell’intervista, Schmalz ha parlato del suo processo creativo e ha rivelato come le sue opere si evolvano in modo organico. “Inizio con uno schizzo molto semplice, poi passo a lavorare con l’argilla e lascio che le idee emergano durante il processo”, ha spiegato. In questo contesto, ha condiviso i dettagli del suo nuovo progetto, una scultura di Carlo Acutis, che includerà occhiali da sole a specchio in cui si rifletterà il volto di Cristo, che tende la mano verso di lui. Questo dettaglio, ha osservato, “non faceva parte del progetto iniziale, ma è emerso dopo giorni di lavoro e riflessione”. Per Schmalz, questo processo simboleggia la sua convinzione che esistano sculture dotate del potenziale di cambiare il mondo, che aspettano solo di essere scoperte e trasformate in realtà attraverso impegno e dedizione.
La comunicazione nella Chiesa e il suo orizzonte evangelizzatore
Nel contesto del Grande Giubileo del 2025, il XIV Seminario ha scelto come fulcro del dialogo uno dei tratti essenziali della comunicazione nella Chiesa: il suo orizzonte evangelizzatore.
Per tre giorni, i comunicatori legati alla Chiesa hanno partecipato al XIV Seminario professionale per gli Uffici di Comunicazione della Chiesa, organizzato ogni due anni dalla Pontificia Università della Santa Croce.
L’evento è stato sponsorizzato dalla rete televisiva nordamericana EWTN e in collaborazione con la Fondazione “Comunicazione e Cultura”, l’agenzia di stampa Rome Reports, l’associazione ISCOM, le Pontificie Opere Missionarie USA e la società di consulenza La Machi Comunicación para Buenas Causas.
Giubileo della Comunicazione 2025
Gli eventi in Santa Croce si sono svolti alla vigilia dell’inizio del Giubileo del mondo della comunicazione, parte del Grande Giubileo del 2025 indetto da Papa Francesco. Questo evento speciale, che si svolgerà da domani, venerdì, fino a domenica, intende sottolineare il ruolo fondamentale della comunicazione come strumento di dialogo, comprensione ed evangelizzazione.
In questo contesto, l’Unione Cattolica degli Informatori e dei Giornalisti di Spagna (UCIPE) e La Machi Comunicación para Buenas Causas parteciperanno al Giubileo del Mondo della Comunicazione, il primo grande incontro nel quadro dell’Anno Santo, uno spazio che servono a riflettere sull’importanza della comunicazione nella vita umana e sociale.
L’evento, il cui motto è “Comunicare la speranza”, riunirà migliaia di giornalisti da tutto il mondo e vedrà la partecipazione di Papa Francesco.